1. Il significato dei termini "eroe", "personaggio"

2. Carattere e carattere

3. La struttura di un eroe letterario

4. Sistema di caratteri

1. Il significato dei termini "eroe", "personaggio"

La parola "eroe" ha una ricca storia. Tradotto dal greco "heros" significa un semidio, una persona divinizzata. In epoca pre-omerica (X-IX secolo a.C.), gli eroi in Grecia antica erano chiamati i figli di un dio e di una donna mortale o di una mortale e di una dea (Ercole, Dioniso, Achille, Enea, ecc.). Si adoravano gli eroi, si componevano poesie in loro onore, si erigevano templi per loro. Il diritto al nome dell'eroe dava il vantaggio della famiglia, dell'origine. L'eroe fungeva da intermediario tra la terra e l'Olimpo, aiutava le persone a comprendere la volontà degli dei, a volte acquisiva lui stesso le funzioni miracolose di una divinità.

Tale funzione, ad esempio, è data alla bella Elena nell'antico tempio greco leggenda-fiaba sulla guarigione della figlia di un amico di Ariston, il re degli Spartani. Questo amico senza nome del re, secondo la leggenda, aveva molto bella moglie, nell'infanzia, il primo è molto brutto. L'infermiera spesso portava la ragazza al tempio di Elena e pregava la dea di salvare la ragazza dalla deformità (Elena aveva il suo tempio a Sparta). Ed Elena è venuta e ha aiutato la ragazza.

In epoca di Omero (VIII secolo aC) e fino alla letteratura del V secolo aC. inclusiva, la parola "eroe" ha un significato diverso. Non solo il discendente degli dei si trasforma in un eroe. Diventa qualsiasi mortale che ha ottenuto un successo eccezionale nella vita terrena; chiunque si sia fatto un nome nel campo della guerra, della moralità, dei viaggi. Tali sono gli eroi di Omero (Menelao, Patroclo, Penelope, Ulisse), tale è Teseo Bacchilide. Gli autori chiamano queste persone "eroi" perché divennero famose per certe imprese e andarono così oltre lo storico e geografico.

Infine, a partire dal V secolo aC, non solo una persona eccezionale, ma qualsiasi “marito”, sia “nobile” che “inadatto”, che si è avvicinato al mondo dell'opera letteraria, si trasforma in un eroe. L'artigiano, il messaggero, il servo e persino lo schiavo agisce anche come un eroe. Tale riduzione, desacralizzazione dell'immagine dell'eroe è scientificamente comprovata da Aristotele. In "Poetica" - il capitolo "Parti della tragedia. Eroi della tragedia" - osserva che l'eroe potrebbe non essere più distinto per "virtù (speciale) e giustizia". Diventa un eroe semplicemente entrando in una tragedia e vivendo un "terribile".

Nella critica letteraria, il significato del termine "eroe" è molto ambiguo. Storicamente, questo significato deriva dai significati sopra indicati. Tuttavia, in termini teorici, mostra un contenuto nuovo, trasformato, che viene letto a più livelli semantici: la realtà artistica dell'opera, la letteratura stessa e l'ontologia come scienza dell'essere.

Nel mondo artistico della creazione, un eroe è qualsiasi persona dotata di aspetto e contenuto interiore. Questo non è un osservatore passivo, ma un actant, una persona che agisce effettivamente nell'opera (tradotto dal latino, "actant" significa "recitare"). L'eroe nel lavoro crea necessariamente qualcosa, protegge qualcuno. il compito principale eroe a questo livello è lo sviluppo e la trasformazione della realtà poetica, la costruzione del significato artistico. A livello letterario generale, l'eroe è l'immagine artistica di una persona che riassume di più tratti specifici realtà; vivere modelli ripetibili dell'essere. A questo proposito, l'eroe è portatore di certezze principi ideologici esprime l'intenzione dell'autore. Modella un'impronta speciale dell'essere, diventa il sigillo dell'epoca. Esempio classico- questo è il Pechorin di Lermontov, "l'eroe del nostro tempo". Infine, a livello ontologico, l'eroe si forma modo speciale conoscenza del mondo. Deve portare alle persone la verità, far loro conoscere la varietà delle forme vita umana. A questo proposito, l'eroe è una guida spirituale, guida il lettore attraverso tutti i circoli della vita umana e mostra la via verso la verità, Dio. Tale è Virgilio D. Alighieri (" La Divina Commedia”), Faust I. Goethe, Ivan Flyagin N.S. Leskova ("Il vagabondo incantato"), ecc.

Il termine "eroe" spesso convive con il termine "personaggio" (a volte queste parole sono intese come sinonimi). La parola "personaggio" discendenza francese, ma ha radici latine. Tradotto da latino“regzopa” è una persona, un volto, un travestimento. "Persona" gli antichi romani chiamavano la maschera che l'attore indossava prima dello spettacolo: tragica o comica. Nella critica letteraria, un personaggio è il soggetto di un'azione letteraria, un'espressione in un'opera. Il personaggio presenta aspetto sociale persona, la sua persona esterna, sensualmente percepita.

Tuttavia, l'eroe e il personaggio non sono la stessa cosa. L'eroe è qualcosa di integrale, di completo; carattere - parziale, che richiede una spiegazione. L'eroe incarna l'idea eterna, è destinato alla più alta attività spirituale e pratica; il carattere denota semplicemente la presenza di una persona; "lavora" come statistico. L'eroe è l'attore mascherato e il personaggio è solo una maschera.

2. Carattere e carattere

Un personaggio si trasforma facilmente in un eroe se riceve una dimensione o un carattere individuale, personale. Secondo Aristotele, il carattere si riferisce alla manifestazione della direzione della "volontà, qualunque essa sia".

V critica letteraria moderna il carattere è la personalità unica del personaggio; il suo aspetto interno; cioè tutto ciò che fa di una persona una persona, che la distingue dalle altre persone. In altre parole, il personaggio è lo stesso attore che recita dietro la maschera: il personaggio. Al centro del personaggio c'è l'"io" interiore di una persona, il suo sé. Il carattere mostra l'immagine dell'anima con tutte le sue ricerche ed errori, speranze e delusioni. Denota la versatilità dell'individualità umana; rivela il suo potenziale morale e spirituale.

Il carattere può essere semplice o complesso. Un carattere semplice si distingue per integrità e statica. Dota l'eroe di una serie incrollabile di orientamenti di valore; lo rende positivo o negativo. positivo e cattivi ragazzi di solito dividono il sistema dei personaggi nell'opera in due fazioni in guerra. Ad esempio: patrioti e aggressori nella tragedia di Eschilo ("Persiani"); Russi e stranieri (inglesi) in N.S. Leskov "Lefty"; "ultimi" e "tanti" nella storia di A.G. Malyshkin "La caduta di Dair".

I personaggi semplici sono tradizionalmente accoppiati, il più delle volte sulla base dell'opposizione (Shvabrin - Grinev in " La figlia del capitano" COME. Pushkin, Javert - Mons. Miriel in "Les Misérables" di V. Hugo). Il contrasto acuisce i meriti degli eroi positivi e sminuisce i meriti degli eroi negativi. Sorge non solo su base etica. È formato anche da opposizioni filosofiche (tale è il confronto tra Joseph Knecht e Plinio Designori nel romanzo di G. Hesse Il gioco delle perle di vetro).

Un carattere complesso si manifesta in una ricerca incessante, un'evoluzione interiore. Esprime la diversità vita mentale personalità. Si apre come il più luminoso, aspirazioni elevate l'anima umana, così come i suoi impulsi più oscuri e vili. In un carattere complesso, da un lato, vengono posti i prerequisiti per il degrado di una persona (Ionych di A.P. Chekhov); dall'altro, la possibilità della sua futura trasformazione e salvezza. Un carattere complesso è molto difficile da designare nella diade "positivo" e "negativo". Di norma, si trova tra questi termini o, più precisamente, al di sopra di essi. Condensa il paradosso, il carattere contraddittorio della vita; concentra tutto il più misterioso e strano, che è il segreto dell'uomo. Questi sono gli eroi di F.M. Dostoevskij R. Musil, A. Strindberg e altri.

3. La struttura di un eroe letterario

Eroe letterario- una persona complessa e poliedrica. Può vivere in più dimensioni contemporaneamente: oggettivo, soggettivo, divino, demoniaco, libresco (Maestro M.A. Bulgakova). Tuttavia, nei suoi rapporti con la società, la natura, le altre persone (tutto ciò che è opposto alla sua personalità), l'eroe letterario è sempre binario. Assume due forme: interna ed esterna. Va in due modi: introverso ed estroverso. Nell'aspetto dell'introversione, l'eroe sta "pensando in anticipo" (per usare l'eloquente terminologia di C. G. Jung) Prometeo. Vive in un mondo di sentimenti, sogni, sogni. Nell'aspetto dell'extraversione, l'eroe letterario "recita e poi medita" Epitemeo. Vive in mondo reale per il suo attivo sviluppo.

Il suo ritratto, professione, età, storia (o passato) "lavora" per creare l'aspetto dell'eroe. Il ritratto conferisce all'eroe un volto e una figura; gli insegna un complesso caratteristiche distintive(grassezza, magrezza nella storia di A.P. Chekhov "Thick and thin") e abitudini luminose e riconoscibili (una caratteristica ferita al collo del partigiano Levinson dal romanzo "Rout" di AI Fadeev).

Molto spesso il ritratto diventa un mezzo di psicologizzazione e testimonia alcuni tratti caratteriali. Come, ad esempio, in famoso ritratto Pechorin, dato attraverso gli occhi del narratore, un certo ufficiale errante: “Lui (Pechorin - P.K.) era di media statura; la sua corporatura snella e le spalle larghe lo dimostravano corporatura robusta capace di sopportare tutte le fatiche di una vita nomade<…>. La sua andatura era distratta e pigra, ma ho notato che non oscillava le braccia - segno sicuro di un carattere segreto.

Professione, vocazione, età, storia dell'eroe pedalano il processo di socializzazione. La professione e la vocazione danno all'eroe il diritto ad attività socialmente utili. L'età determina il potenziale per determinate azioni. La storia del suo passato, dei genitori, del paese e del luogo in cui vive, conferisce all'eroe un realismo sensualmente tangibile, una concretezza storica.

L'immagine interiore dell'eroe è costituita dalla sua visione del mondo, credenze etiche, pensieri, attaccamenti, fede, dichiarazioni e azioni. La visione del mondo e le convinzioni etiche conferiscono all'eroe i necessari orientamenti ontologici e valoriali; dare un senso alla sua esistenza. Attaccamenti e pensieri delineano la vita multiforme dell'anima. La fede (o la sua mancanza) determina la presenza dell'eroe nel campo spirituale, il suo atteggiamento verso Dio e la Chiesa (nella letteratura dei paesi cristiani). Azioni e affermazioni denotano i risultati dell'interazione dell'anima e dello spirito.

Eroe di un'opera letteraria - attore v opera d'arte, che presenta tratti caratteriali e comportamentali distinti, un certo atteggiamento nei confronti degli altri attori e dei fenomeni della vita mostrati nell'opera.

Un eroe è spesso chiamato qualsiasi personaggio raffigurato in modo multilaterale in un'opera. Un tale personaggio principale o uno dei personaggi principali può essere un'immagine artistica positiva, un eroe positivo, che esprime nelle sue opinioni, azioni, sperimenta le caratteristiche di una persona avanzata del suo tempo e induce il lettore a sforzarsi di diventare come lui, a seguire lui nella vita. Gli eroi positivi sono molti eroi delle opere dei classici russi, ad esempio: Chatsky, Tatyana Larina, Mtsyri, Taras Bulba, Insarov e altri. Gli eroi per un certo numero di generazioni di rivoluzionari sono stati gli eroi del romanzo di N. G. Chernyshevsky "Cosa si deve fare?" - Vera Pavlovna e Rakhmetov, l'eroe del romanzo di A. M. Gorky "Mother" - Pavel Vlasov.

Il protagonista o uno dei personaggi principali può anche essere un'immagine negativa, nel comportamento e nelle esperienze di cui lo scrittore mostra persone con visioni arretrate o reazionarie ostili al popolo, provocando rabbia e disgusto per il loro atteggiamento nei confronti della loro patria, delle persone. Un'immagine artistica così negativa aiuta a comprendere più a fondo la realtà, mostra ciò che lo scrittore condanna e quindi ciò che considera positivo nella vita, provoca in essa il desiderio di combattere i fenomeni negativi.

russo letteratura classica ha creato una serie di immagini negative: Chichikov, Plyushkin, Khlestakov e altri nelle opere di N. V. Gogol, Karenin ("Anna Karenina" di L. N. Tolstoy), Judas Golovlev ("Lord Golovlevs" di M. E. Saltykov-Shchedrin), Mayakin , Vassa Zheleznova , Klim Samgin e altri nelle opere di AM Gorky.

Gli scrittori sovietici hanno creato una galleria di nuovi personaggi positivi, nell'immagine di cui si riflettono le caratteristiche di una persona di una società socialista.

Tali, ad esempio, sono Chapaev e Klychkov nelle opere di D. Furmanov, Levinson e altri nel romanzo di A. Fadeev "The Rout", comunisti e membri clandestini del Komsomol nel suo romanzo "The Young Guard", Davydov ("Virgin Soil Upturned" di MA Sholokhov), Pavel Korchagin e i suoi compagni d'armi nell'opera di N. Ostrovsky "How Steel Was Tempered", Basov ("Derbent Tanker" di Y. Krymov), Vorobyov e Meresyev in "The" di B. Polevoy Tale of a Real Man”, ecc. Insieme a questo scrittori sovietici(A. A. Fadeev, A. N. Tolstoy, M. A. Sholokhov, L. M. Leonov e altri) hanno creato una serie di immagini negative: guardie bianche, kulak, fascisti, avventurieri, persone false, ecc.

È chiaro che in letteratura, come nella vita, una persona appare nel processo di crescita, di sviluppo, nella lotta delle contraddizioni, nell'intreccio di proprietà positive e negative. Pertanto, incontriamo nella letteratura i personaggi più diversi, che alla fine attribuiamo solo a positivi e immagini negative. Questi concetti esprimono i tipi di immagini più nettamente delimitati. In quasi ogni dato opera letteraria ricevono un'incarnazione concreta in una varietà di forme e sfumature. Va sottolineato che nel Letteratura sovietica, il cui compito più importante è l'immagine dei combattenti avanzati per il comunismo: la creazione dell'immagine di un eroe positivo è di primaria importanza.

Sarebbe più corretto chiamare l'eroe solo l'eroe positivo dell'opera: il protagonista, le cui azioni e pensieri possono essere, dal punto di vista dello scrittore, un esempio di comportamento per una persona. A differenza delle chicche, le altre persone raffigurate nelle opere sono meglio chiamate immagini artistiche, attori o, se non influiscono sullo sviluppo degli eventi nell'opera, personaggi.

È costruito secondo determinate leggi e regole. Se nell'era del classicismo erano piuttosto severi, altri permettevano agli scrittori di sentirsi più liberi nel loro volo creativo, esprimendo le proprie idee in vari modi. Tuttavia, anche le tendenze più non standardizzate in letteratura impongono determinati requisiti al lavoro. Ad esempio, un romanzo dovrebbe contenere una certa idea e una poesia lirica dovrebbe portare un carico emotivo ed estetico. Un ruolo importante nell'opera è dato all'eroe letterario.

Significato del termine

Diamo un'occhiata a chi è. Nel senso ampio del termine, questa è la persona che è raffigurata in un romanzo, racconto o racconto, in un'opera drammatica. Questo è un personaggio che vive e agisce sulle pagine del libro e non solo. Il suo eroe letterario era, ad esempio, negli antichi poemi epici russi, ad es. in generi e tipi pre-alfabetizzati parola artistica. Ad esempio, si possono ricordare Ilya Muromets, Nikita Kozhemyaka, Mikula Selyaninovich. Naturalmente, non sono immagini di persone specifiche. Questa è la particolarità questo termine che denota una raccolta, una raccolta di un numero di persone unite da alcuni tratti e qualità caratteriali stretti. Sciolti nel laboratorio creativo dell'autore, rappresentano un unico monolite, unico e riconoscibile. Quindi se persona ordinaria chiederanno quale dovrebbe essere l'eroe letterario del popolo russo fiaba, nelle sue descrizioni farà affidamento sulle immagini di Vasilisa e Baba Yaga, Koshchei e Ivan Tsarevich. E una fiaba sociale, ovviamente, non può fare a meno di Ivanushka il Matto. Gli stessi tipi ben consolidati esistono nel folklore di qualsiasi nazione. Nella mitologia dell'antica Grecia, questi sono gli dei, Ercole, Prometeo. I narratori scandinavi hanno Odino, ecc. Di conseguenza, il concetto di "eroe letterario" è internazionale, interculturale, senza tempo. Esiste all'interno di qualsiasi processo creativo associato alla parola artistica.

Eroe e personaggio, protagonista

La domanda successiva che sorge spontanea è questa: "Il personaggio dell'opera, il suo protagonista, è sempre considerato un eroe letterario?" Critici, ricercatori rispondono negativamente. Affinché questa o quell'immagine creata dall'autore si trasformi in un eroe, deve soddisfare una serie di requisiti. Prima di tutto, la presenza delle proprie qualità distintive e tratti della personalità, grazie ai quali non si perderà tra i suoi simili. Ad esempio, il famoso eroe letterario Munchausen (l'autore di Raspe) è un arguto inventore che crede lui stesso nella sua storie di fantasia. Non puoi confonderlo con nessun altro personaggio. O il Faust di Goethe, personificazione dell'eterna ricerca della verità, della mente assetata di nuove conoscenze superiori. Di solito questi eroi letterari sono anche i personaggi principali.

Sulla questione della classificazione

Vediamo ora la tipologia delle immagini che ci interessano. Cosa sono gli eroi letterari? Convenzionalmente, sono divisi in positivi e negativi, principali e secondari, lirici, epici, drammatici. Spesso sono anche portatori dell'idea principale dell'opera. Più l'immagine è seria, più è significativa, più è grande, più è difficile apportare una valutazione univoca sotto di essa. Quindi Pugachev in "La figlia del capitano" di Pushkin è un cattivo, un assassino crudele, ma anche protettore del popolo, giusto, non privo del suo codice d'onore e di nobiltà.

Pertanto, l'eroe in letteratura è un fenomeno olistico, significativo e completo.

Eroe letterario: che cos'è?

La parola "eroe" ha una ricca storia. Tradotto dal greco "heros" significa un semidio, una persona divinizzata. In epoca pre-omerica (X-IX secolo aC), gli eroi nell'antica Grecia erano i figli di un dio e di una donna mortale o di una mortale e di una dea (Ercole, Dioniso, Achille, Enea, ecc.). Si adoravano gli eroi, si componevano poesie in loro onore, si erigevano templi per loro. Il diritto al nome dell'eroe dava il vantaggio della famiglia, dell'origine. L'eroe fungeva da intermediario tra la terra e l'Olimpo, aiutava le persone a comprendere la volontà degli dei, a volte acquisiva lui stesso le funzioni miracolose di una divinità.

Tale funzione, ad esempio, è data alla bella Elena nell'antico tempio greco leggenda-fiaba sulla guarigione della figlia di un amico di Ariston, il re degli Spartani. Questo amico senza nome del re, come racconta la leggenda, aveva una moglie molto bella, che era molto brutta durante l'infanzia. L'infermiera spesso portava la ragazza al tempio di Elena e pregava la dea di salvare la ragazza dalla deformità (Elena aveva il suo tempio a Sparta). Ed Elena è venuta e ha aiutato la ragazza.

In epoca di Omero (VIII secolo aC) e fino alla letteratura del V secolo aC. inclusiva, la parola "eroe" ha un significato diverso. Non solo il discendente degli dei si trasforma in un eroe. Diventa qualsiasi mortale che ha ottenuto un successo eccezionale nella vita terrena; chiunque si sia fatto un nome nel campo della guerra, della moralità, dei viaggi. Tali sono gli eroi di Omero (Menelao, Patroclo, Penelope, Ulisse), tale è Teseo Bacchilide. Gli autori chiamano queste persone "eroi" perché divennero famose per certe imprese e andarono così oltre lo storico e geografico.

Infine, a partire dal V secolo aC, non solo una persona eccezionale, ma qualsiasi “marito”, sia “nobile” che “inadatto”, che si è avvicinato al mondo dell'opera letteraria, si trasforma in un eroe. L'artigiano, il messaggero, il servo e persino lo schiavo agisce anche come un eroe. Una tale riduzione, desacralizzazione dell'immagine dell'eroe è scientificamente provata da Aristotele. In "Poetica" - il capitolo "Parti della tragedia. Eroi della tragedia" - osserva che l'eroe potrebbe non essere più distinto per "virtù (speciale) e giustizia". Diventa un eroe semplicemente entrando in una tragedia e vivendo un "terribile".

Nella critica letteraria, il significato del termine "eroe" è molto ambiguo. Storicamente, questo significato deriva dai significati sopra indicati. Tuttavia, in termini teorici, mostra un contenuto nuovo, trasformato, che viene letto a più livelli semantici: la realtà artistica dell'opera, la letteratura stessa e l'ontologia come scienza dell'essere.

Nel mondo artistico della creazione, un eroe è qualsiasi persona dotata di aspetto e contenuto interiore. Questo non è un osservatore passivo, ma un actant, una persona che agisce effettivamente nell'opera (tradotto dal latino, "actant" significa "recitare"). L'eroe nel lavoro crea necessariamente qualcosa, protegge qualcuno. Il compito principale dell'eroe a questo livello è lo sviluppo e la trasformazione della realtà poetica, la costruzione del significato artistico. A livello letterario generale, l'eroe è l'immagine artistica di una persona che generalizza in sé i tratti più caratteristici della realtà; vivere modelli ripetibili dell'essere. A questo proposito, l'eroe è portatore di determinati principi ideologici, esprime l'intenzione dell'autore. Modella un'impronta speciale dell'essere, diventa il sigillo dell'epoca. Un classico esempio è Pechorin di Lermontov, "l'eroe del nostro tempo". Infine, a livello ontologico, l'eroe forma un modo speciale di conoscere il mondo. Deve portare alle persone la verità, far loro conoscere la diversità delle forme di vita umana. A questo proposito, l'eroe è una guida spirituale, guida il lettore attraverso tutti i circoli della vita umana e mostra la via verso la verità, Dio. Tale è Virgil D. Alighieri ("La Divina Commedia"), Faust I. Goethe, Ivan Flyagin N.S. Leskova ("Il vagabondo incantato"), ecc.

Il termine "eroe" spesso convive con il termine "personaggio" (a volte queste parole sono intese come sinonimi). La parola "carattere" è di origine francese, ma ha radici latine. Tradotto dal latino, "regzopa" è una persona, persona, maschera. "Persona" gli antichi romani chiamavano la maschera che l'attore indossava prima dello spettacolo: tragica o comica. Nella critica letteraria, un personaggio è il soggetto di un'azione letteraria, un'espressione in un'opera. Il personaggio rappresenta l'aspetto sociale di una persona, la sua persona esterna, sensualmente percepita.

Tuttavia, l'eroe e il personaggio non sono la stessa cosa. L'eroe è qualcosa di integrale, di completo; carattere - parziale, che richiede una spiegazione. L'eroe incarna l'idea eterna, è destinato alla più alta attività spirituale e pratica; il carattere denota semplicemente la presenza di una persona; "lavora" come statistico. L'eroe è l'attore mascherato e il personaggio è solo una maschera.

Evgeny Petrovich Baryshnikov nel suo articolo sull'eroe letterario Baryshnikov E. P. Eroe letterario) menziona innanzitutto che il concetto di "eroe letterario" nella moderna critica letteraria è identico al concetto di "personaggio", "personaggio". Questa è la prima cosa da capire prima di procedere direttamente all'analisi del testo. Citeremo anche che gli eroi letterari sono spesso divisi in modo condizionale in positivo e negativo. È in questo senso che abbiamo bisogno di questo termine. Se all'inizio della formazione della letteratura si usava il termine "eroe" per definire un certo personaggio che incarnava brillanti connotazioni idealistiche, ora questo è stato abolito.

Va anche menzionato che la letteratura fantasy ha fatto rivivere alcuni tradizioni romantiche, e allo stesso tempo, il romanticismo, come tendenza in letteratura, includeva invariabilmente tecniche fantastiche. Puoi leggere di più su questo nel libro di Chernysheva T.A. La natura della fantasia. Ricordiamo caratteristiche distintive eroe romantico: opposizione alla realtà, adesione al caos, come distruttore di tutte le convenzioni e le barriere che non consentono di rivelare l'individualità, la personalità.

"L'invidiabile costanza nell'amore dei romantici per tutto ciò che è fantastico e meraviglioso ha radici profonde nelle loro opinioni sulla vita, l'arte, i compiti e i principi della creatività, nella loro visione del mondo e nei concetti filosofici. Prima di tutto, i romantici non solo separavano completamente arte e realtà varie aree, ma si oppose anche aspramente.[…]

Da tale visione dell'arte, seguì logicamente la rivolta, così caratteristica dei romantici, contro uno dei principi fondamentali dell'estetica.

Il principio aristotelico dell'imitazione della natura. Poiché la realtà è l'opposto dell'arte, dovrebbe essere imitata? Deve essere ricreato, migliorato e solo in questa forma consentito nell'arte! La poesia non ha lo scopo di imitare la natura, ma di migliorarla e arricchirla con finzione e fantasia.

Il compito di migliorare e arricchire la natura come realtà è caduto sulle spalle di un eroe romantico, motivo per cui deve essere forte, eccezionale e diverso da chiunque altro, e allo stesso tempo avere un pensiero poetico. Ma allo stesso tempo, la poesia è percepita dai romantici in un modo del tutto insolito:

La fiaba è, per così dire, il canone della poesia. Tutto ciò che è poetico deve essere favoloso"

Quindi, vediamo che l'eroe letterario nella fantasia è un eroe romantico. Naturalmente, dato il processo di sviluppo della letteratura, lo è completamente e senza speranza eroi romantici i romanzi di fantascienza non possono essere nominati, ma la linea di pensiero principale è chiara. Inoltre, nella fantascienza moderna, l'eroe incarna la fiaba in cui la realtà dovrebbe trasformarsi non con l'aiuto della poesia, dell'immaginazione e della forza personale, ma con l'aiuto dei risultati della scienza. La scienza è diventata il fattore che ha reso teoricamente possibile una tale trasformazione.

L'eroe non divenne un mezzo, ma uno strumento guida, le qualità personali, la ricchezza mentale e spirituale, la personalità e la poesia furono sostituite da astronavi, convertitori di ogni tipo, emettitori e robot. Una persona non ha più bisogno di cambiare il mondo intero da sola, mentre cambia la sua personalità, ma ha solo bisogno di inventare qualcosa che cambierà il mondo e creerà una fiaba tanto attesa. Ecco perché la fantasia, sebbene abbia caratteristiche di romanticismo, non lo è.

Quali sono le caratteristiche di un tipico eroe fantasy? E come si confronta con un eroe robotico?

Un personaggio si trasforma facilmente in un eroe se riceve una dimensione o un carattere individuale, personale. Secondo Aristotele, il carattere si riferisce alla manifestazione della direzione della "volontà, qualunque essa sia".

Nella critica letteraria moderna, il carattere è l'individualità unica di un personaggio; il suo aspetto interiore; cioè tutto ciò che fa di una persona una persona, che la distingue dalle altre persone. In altre parole, il personaggio è lo stesso attore che recita dietro la maschera: il personaggio. Al centro del personaggio c'è l'"io" interiore di una persona, il suo sé. Il carattere mostra l'immagine dell'anima con tutte le sue ricerche ed errori, speranze e delusioni. Denota la versatilità dell'individualità umana; rivela il suo potenziale morale e spirituale.

Il carattere può essere semplice o complesso. Un carattere semplice si distingue per integrità e statica. Dota l'eroe di una serie incrollabile di orientamenti di valore; lo rende positivo o negativo. I caratteri positivi e negativi di solito dividono il sistema caratteriale dell'opera in due fazioni in guerra. Ad esempio: patrioti e aggressori nella tragedia di Eschilo ("Persiani"); Russi e stranieri (inglesi) in N.S. Leskov "Lefty"; "ultimi" e "tanti" nella storia di A.G. Malyshkin "La caduta di Dair".

I personaggi semplici sono tradizionalmente accoppiati, il più delle volte sulla base dell'opposizione (Shvabrin - Grinev in The Captain's Daughter di AS Pushkin, Javert - Bishop Miriel in Les Misérables di V. Hugo). Il contrasto acuisce i meriti degli eroi positivi e sminuisce i meriti degli eroi negativi. Sorge non solo su base etica. È formato anche da opposizioni filosofiche (tale è il confronto tra Joseph Knecht e Plinio Designori nel romanzo di G. Hesse Il gioco delle perle di vetro).

Un carattere complesso si manifesta in una ricerca incessante, un'evoluzione interiore. Esprime la diversità della vita spirituale dell'individuo. Rivela sia le aspirazioni più luminose e più alte dell'anima umana, sia i suoi impulsi più oscuri e vili. In un carattere complesso, da un lato, vengono posti i prerequisiti per il degrado di una persona (Ionych di A.P. Chekhov); dall'altro, la possibilità della sua futura trasformazione e salvezza. Un carattere complesso è molto difficile da designare nella diade "positivo" e "negativo". Di norma, si trova tra questi termini o, più precisamente, al di sopra di essi. Condensa il paradosso, il carattere contraddittorio della vita; concentra tutto il più misterioso e strano, che è il segreto dell'uomo. Questi sono gli eroi di F.M. Dostoevskij R. Musil, A. Strindberg e altri.

“Un personaggio letterario è, in sostanza, una serie di apparizioni successive di una persona all'interno di un dato testo. In tutto un testo, l'eroe può essere trovato nella maggior parte dei casi forme diverse: citarlo nei discorsi di altri personaggi, la narrazione dell'autore o del narratore di eventi legati al personaggio, l'analisi del suo carattere, la rappresentazione delle sue esperienze, pensieri, discorsi, apparenze, scene a cui prende parte con parole, gesti , azioni, ecc.

Ricordiamo già che l'eroe e il personaggio sono la stessa cosa. Ma cosa significa faccia? Ovviamente qui in questione sul termine "attore". Pertanto, ci troviamo di fronte al fatto che non possiamo chiamare inequivocabile il termine "eroe letterario". Termini come "immagine", "tipo", "carattere" si fondono in uno ed è impossibile dare una definizione chiara a qualsiasi cosa. Quindi, per continuare questo studio, risolveremo questa ambiguità, poiché ci siamo definiti al di sopra di cosa sono l'intelligenza artificiale e l'intelligenza artificiale.

“... una persona raffigurata in letteratura non è un'astrazione (ciò che può essere una persona studiata dalla statistica, dalla sociologia, dall'economia, dalla biologia), ma piuttosto un'unità. Ma un'unità che non è riducibile a un caso particolare, singolo (come può essere, ad esempio, una persona in una cronaca narrativa), un'unità che ha una dimensione in espansione significato simbolico capace quindi di rappresentare un'idea.

Nota che qui stiamo parlando specificamente di una persona, per espandere il termine, diciamo - "un essere pensante". Quindi, senza perdere il significato principale, possiamo dire che i personaggi fantastici, di qualunque pianeta o fabbrica essi siano, sono un'unità tanto quanto un carattere umano. Diamo un'occhiata a cosa è un attore.

“... il lavoro ha riguardato lo studio di un ricco campo di attributi dei personaggi (cioè i personaggi, in quanto tali […] I nomi (e con essi gli attributi) dei personaggi cambiano, le loro azioni o funzioni non cambiano. Da qui la conclusione che una fiaba spesso attribuisce le stesse azioni a personaggi diversi. Questo ci dà l'opportunità di studiare la fiaba in base alle funzioni dei personaggi"

Cioè, il personaggio è una certa funzione nel testo, la posizione del personaggio rispetto ad altri personaggi, il mondo artistico, l'autore e il lettore.

Si arriva così alla conclusione che l'eroe letterario è un sistema che consiste, come vediamo dalla posizione dell'eroe, ciò che chiamiamo attore e dal personaggio, cioè la personalità, un caso particolare della manifestazione dell'attore . Per chiarire il termine "immagine", ci rivolgiamo a G. A. Gukovsky, che ha dato la definizione più esauriente e completa su questo argomento.

“Nella pratica scolastica, con il termine “immagine” è stata stabilita l'usanza di designare non solo in modo predominante, ma esclusivamente il carattere-immagine del personaggio del protagonista di un'opera letteraria. Questo uso della parola è così radicato che tende a passare nell'insegnamento della letteratura nelle università, e per alcuni professori associati di istituti pedagogici e università è già diventato una regola. Nel frattempo, una tale applicazione del termine e del concetto di "immagine" non è scientifica e distorce la corretta comprensione dell'arte in generale e della letteratura in particolare. La scienza dell'arte ci insegna che in un'opera d'arte l'immagine non è solo l'aspetto esterno e interno (psicologico) del personaggio, che in essa tutti gli elementi sono costruiti in senso semantico come immagini, che in generale l'arte è un riflessione figurativa e interpretazione della realtà.

[…]nel lavoro finzione scopriamo sistema complesso immagini, in cui una delle più importanti, ma non l'unica ruolo importante interpreta i personaggi

Quando si parla di "immagini" in senso tradizionale e non scientifico, spesso dimentichiamo che in fondo ogni immagine è necessariamente immagine di qualcosa, che un'immagine di per sé e per sé non esiste, perché una rappresentazione che non esprimere qualcosa di un'idea generale: non è ancora un'immagine, non è ancora arte, non è ancora un'ideologia.

In che modo il termine "eroe letterario" è correlato al termine "immagine"? Sulla base di quanto sopra, possiamo supporre che l'immagine sia qualcosa che sorge nel lettore, nella sua testa, ma non solo. Ogni scrittore ha la propria immagine di ogni personaggio, ma in base al testo, ognuno crea la propria immagine. Si scopre che l'immagine è il risultato della percezione soggettiva di un eroe letterario, che sorge proprio nell'immaginazione del lettore, come soggetto percipiente.

In connessione con questa soggettività, oltre al fatto che ogni autore percepisce l'eroe a modo suo, proprio come il lettore, M. M. Bachtin ha identificato diversi schemi che caratterizzano il rapporto tra l'autore e l'eroe.

“Primo caso: l'eroe si impossessa dell'autore. L'orientamento oggettuale emotivo-volitivo dell'eroe, la sua posizione cognitiva ed etica nel mondo sono così autorevoli per l'autore che non può non vedere mondo degli oggetti solo attraverso gli occhi dell'eroe e non può non vivere solo dall'interno gli eventi della sua vita; l'autore non riesce a trovare un punto di appoggio convincente e stabile al di fuori dell'eroe. Naturalmente, affinché un insieme artistico, anche se incompleto, abbia luogo, sono necessari alcuni momenti finali e, quindi, è necessario diventare in qualche modo al di fuori dell'eroe (di solito l'eroe non è solo e queste relazioni avvengono solo per protagonista), altrimenti si rivelerà o un trattato filosofico, o una confessione-autodenuncia, o, infine, questa tensione cognitivo-etica troverà una via d'uscita in atti-azioni puramente vitali, etici. Ma questi punti al di fuori dell'eroe, che tuttavia l'autore prende, sono di carattere accidentale, senza principi e incerto; questi punti instabili di estraneità di solito cambiano durante il lavoro, essendo occupati solo in relazione a un individuo momento presente nello sviluppo dell'eroe, poi l'eroe fa cadere di nuovo l'autore dalla posizione temporaneamente occupata da lui, ed è costretto a brancolare per un altro; spesso questi punti di appoggio casuali vengono dati all'autore da altri personaggi, con l'aiuto dei quali, abituandosi al loro atteggiamento emotivo-volitivo nei confronti dell'eroe autobiografico, cerca di liberarsi da lui, cioè da se stesso. I momenti finali sono sconnessi e poco convincenti”.

Cioè, se l'autore ha a che fare con eroe familiare, la personalità dell'eroe può diventare emotivamente travolgente sull'autore, inoltre, l'autore non è letterario, che è nel testo, ma l'autore è una persona biografica, reale e vivente. Ma allo stesso tempo, lo vediamo solo quando l'eroe è completamente poco convincente, la sua impotenza. Non è vano che Bachtin parli degli ultimi momenti poco convincenti. Senza di loro, l'immagine nella testa del lettore è incompleta e l'autore differisce dal lettore in quanto è in grado di pensare al suo personaggio a suo piacimento senza danneggiare la trama e il lavoro finito in generale. Un tale autore, che crea mondo dell'arte, quindi, crea un idolo o un eroe nel suo senso originale della parola dall'eroe, ma allo stesso tempo non funziona in modo che gli altri vedano l'immagine che vede lui. Il testo è incompleto, in esso si formano dei vuoti semantici. In alcuni casi, ciò non impedisce all'opera di diventare un classico ed entrare nel Fondo Aureo della Letteratura, ma una tale anomalia ne rende difficile la lettura e la percezione.

Se parliamo di intelligenza artificiale e della sua somiglianza con la realtà, allora con tutto il desiderio è impossibile farlo con un eroe che non è un essere vivente nel pieno senso della parola. Ciò è in gran parte dovuto al fatto che, con un'adeguata somiglianza di vita, un tale personaggio non rivela emozioni e questo complica la relazione tra l'autore e l'eroe. È impossibile emotivamente e mentalmente essere imbevuti di un essere che non prova emozioni e pensa in altre categorie. Ne parleremo più in dettaglio nel terzo capitolo, quando ci imbatteremo nel ciclo di A. Azimov "Positronic Robots" e nel lavoro di S. Lukyanenko "False Mirrors", che raccontano l'intelligenza artificiale.

Il secondo caso di anomalie nella relazione tra l'eroe e l'autore suona così:

“Secondo caso: l'autore si impossessa dell'eroe, porta nei suoi ultimi momenti, il rapporto dell'autore con l'eroe diventa in parte il rapporto dell'eroe con se stesso. L'eroe inizia a definire se stesso, il riflesso dell'autore è radicato nell'anima o nella bocca dell'eroe.

Un eroe di questo tipo può svilupparsi in due direzioni: in primo luogo, l'eroe non è autobiografico e il riflesso dell'autore, introdotto in lui, lo completa davvero; se nel primo caso abbiamo analizzato la forma sofferta, allora qui soffre la persuasività realistica dell'atteggiamento emotivo-volitivo della vita dell'eroe nell'evento. Tale è l'eroe dello pseudo-classicismo, che nel suo atteggiamento di vita dal suo interno mantiene l'unità finale puramente artistica che gli è stata data dall'autore, in ogni sua manifestazione, nei fatti, nella mimica, nel sentimento, nella parola, rimane vero al suo principio estetico. In pseudo-classici come Sumarokov, Knyazhnin, Ozerov, gli stessi eroi spesso esprimono in modo abbastanza ingenuo l'idea morale ed etica che li completa, che incarnano dal punto di vista dell'autore. In secondo luogo, l'eroe è autobiografico; padroneggiato il riflesso finale dell'autore, la sua totale reazione formativa, l'eroe ne fa un momento di esperienza di sé e lo supera; un tale eroe è incompiuto, supera interiormente ogni definizione totale in quanto inadeguata a lui, sperimenta la totalità compiuta come un limite e vi si oppone una sorta di mistero interiore che non può essere espresso.

In moderno letteratura fantastica una tale anomalia si verifica più spesso nell'ambiente letteratura popolare, o meglio, in numerosi cicli di avventura fantasy, che si distingue per una trama così semplice: l'eroe, molto simile all'autore nell'aspetto e nel carattere, si ritrova in un altro mondo che differisce dal nostro al cospetto della magia o della tecnologia. Una trama del genere offre molte scappatoie all'autore per esprimere la sua posizione in ogni occasione, per collocarsi, anche se non reale, in una sorta di spazio avventuroso e così via. Cioè, un tale eroe non ne porta nessuno carico semantico. Se un eroe letterario nel mondo, il cui autore è sul punto di essere al di fuori, porta non solo il proprio carattere e la propria struttura nel suo insieme, ma anche un certo simbolo, la personificazione di un'idea, anche se non così completa come nel caso della prima anomalia.

MM. Bachtin individua il terzo caso di anomalia nel rapporto tra l'autore e l'eroe, dopodiché passeremo a quelle caratteristiche che sono state scoperte durante l'analisi delle opere di A. Azimov "Positron Robots" e S. Lukyanenko "Falsi specchi".

“Infine, il terzo caso: l'eroe è l'autore di se stesso, comprende il suo Propria vita esteticamente, come se recitasse un ruolo; un tale eroe, a differenza dell'eroe infinito del romanticismo e dell'eroe irredento di Dostoevskij, è soddisfatto di sé e completato con sicurezza.

Caratterizzato da noi in più in termini generali Il rapporto dell'autore con l'eroe è complicato e variegato da quelle definizioni cognitivo-estetiche dell'intero eroe, che, come abbiamo visto prima, si fondono indissolubilmente con il suo disegno puramente artistico. Pertanto, l'orientamento all'oggetto emotivo-volitivo dell'eroe può essere cognitivamente, eticamente, religiosamente autorevole per l'autore: glorificazione; questo atteggiamento può essere smascherato come un'ingiusta rivendicazione di significato: satira, ironia e così via. Ogni momento finale, trasgrediente all'autocoscienza dell'eroe, può essere utilizzato in tutte queste direzioni (satirico, eroico, umoristico, ecc.)."

Questa anomalia non può essere applicata all'intelligenza artificiale, non importa quanto indipendente possa essere, e perché esattamente, leggerai di seguito. Nel frattempo, va detto qui che questo è un malinteso comune tra gli scrittori, come se l'eroe stesso decidesse di scegliere la propria strada. Questo non accade se l'autore, trovandosi nella posizione di essere fuori, vede davvero il personaggio e tutto il suo mondo in tutto e per tutto, conoscendo ogni movimento nel mondo che ha scritto lui stesso.

Ma non dimenticare che l'eroe non è la cosa più importante nell'opera. In un'opera letteraria, la cosa principale è la struttura nel suo insieme, e in questa struttura non è un personaggio che è più importante, chiunque esso sia, ma il sistema di personaggi.

L'eroe letterario è una persona brillantemente individuale e allo stesso tempo distintamente collettiva, cioè generata dall'ambiente sociale, relazioni interpersonali. Raramente viene presentato in isolamento, in un "teatro individuale". L'eroe fiorisce in un certo sfera sociale, tra i loro simili o in una società di persone, se parliamo di intelligenza artificiale. È incluso nella "lista dei personaggi", nel sistema dei personaggi che ricorre più spesso nelle opere di grandi generi (romanzi). L'eroe può essere circondato, da un lato, da parenti, amici, compagni d'armi, dall'altro, da nemici, malvagi e, dal terzo, da altri esseri pensanti al di fuori di lui.

Il sistema dei caratteri è una rigida struttura gerarchica. Gli eroi tendono a differenziarsi in base alla loro valore artistico(i valori). Sono separati dal grado di attenzione dell'autore (o dalla frequenza dell'immagine), dallo scopo ontologico e dalle funzioni che svolgono. Tradizionalmente, ci sono personaggi principali, secondari ed episodici.

Gli eroi, di regola, dominano e si trasformano attivamente realtà artistica: predeterminare eventi, eseguire azioni, condurre dialoghi. I personaggi principali sono caratterizzati da un aspetto ben ricordato, un chiaro orientamento al valore. A volte esprimono l'idea principale e generalizzante della creazione; diventare il "portavoce" dell'autore, soprattutto se la prima anomalia, descritta da Bachtin nell'articolo "L'autore e l'eroe in attività estetica. Il problema dell'atteggiamento dell'autore nei confronti dell'eroe

Il numero di personaggi che sono al centro di una narrazione letteraria può essere diverso. I.A. Bunin in "The Life of Arseniev" vediamo solo un personaggio principale. Nell'antico russo "Il racconto di Pietro e Fevronia" al centro ci sono due personaggi. Nel romanzo di J. London "The Hearts of Three" ci sono già tre personaggi principali.

I personaggi secondari sono accanto ai personaggi principali, ma in qualche modo dietro di loro, sullo sfondo immagine artistica. Gli eroi della seconda fila, di regola, sono i genitori, i parenti, gli amici, i conoscenti, i colleghi degli eroi della prima fila. Personaggi e ritratti personaggi secondari raramente dettagliato; piuttosto - appaiono tratteggiati. Questi eroi aiutano i principali ad "aprirsi", a garantire lo sviluppo dell'azione.

Tale è la madre povera Lisa nell'omonimo racconto di N.M. Karamzin. Tale è Kazbich M.Yu. Lermontov dal racconto "Bela".

Gli eroi episodici sono alla periferia del mondo dell'opera. Non hanno caratteri e agiscono come esecutori passivi della volontà dell'autore. Le loro funzioni sono puramente ufficiali. Appaiono in un solo episodio selezionato, motivo per cui sono chiamati episodici. Tali sono i servitori e i messaggeri dentro letteratura antica, bidelli, autisti, conoscenti casuali in letteratura XIX secolo. L'intelligenza artificiale, come verrà mostrato di seguito, differisce da tali personaggi in quanto in alcuni casi l'intelligenza artificiale crea l'illusione di un personaggio a tutti gli effetti, come accade nella serie di storie di Isaac Asimov "Robot Positronici", aprendosi al mondo creato da Asimov in serie come "Academy", nel ciclo di storie "I, Robot", ecc. Questo può essere paragonato a un eroe posseduto da qualcuno che, nell'epilogo, scopre di essere stato controllato e tutte le azioni commesse durante l'intera trama sono solo il risultato di un ordine che ha accettato e non ha potuto resistere. In questo caso, il protagonista non sarà colui che ha compiuto gli atti, ma colui che li ha costretti a compiere tali atti. Il lettore percepisce l'eroe come la stessa persona di se stesso, e quindi, se qualcun altro esegue le azioni, allora tutta l'attenzione è stata effettivamente rivolta a lui.

Carattere

Un personaggio è una specie di immagine artistica, il soggetto di un'azione. Questo termine in un determinato contesto può essere sostituito dai concetti di "attore" o "eroe letterario", ma in senso strettamente teorico si tratta di termini diversi. Questa intercambiabilità è spiegata dal fatto che, tradotto dal latino (persona- maschera) la parola "personaggio" indica un attore che interpreta un ruolo in una maschera che si esprime certo tipo personaggio, quindi, letteralmente un personaggio. Pertanto, il termine "carattere" va attribuito alle componenti formali del testo. È lecito usare questo termine nell'analisi del sistema di immagini-personaggi, le caratteristiche della composizione. Un personaggio letterario è portatore di un ruolo costruttivo in un'opera, autonomo e personificato nella rappresentazione dell'immaginazione (può essere persona, ma anche animale, pianta, paesaggio, utensili, creatura fantastica, concetto), coinvolto nella azione (eroe) o solo episodicamente indicati (ad esempio, personalità importante per la caratterizzazione dell'ambiente). Tenendo conto del ruolo dei personaggi letterari nell'integrità dell'opera, possono essere suddivisi in principali (primo piano), secondari (secondo piano) ed episodici e, in termini di partecipazione allo sviluppo degli eventi, in incoming (attivo ) e passivo.

Il concetto di "personaggio" è applicabile alle opere epiche e drammatiche, in misura minore a quelle liriche, sebbene i teorici della lirica come tipo di letteratura consentano l'uso di questo termine. Ad esempio, G. Pospelov chiama uno dei tipi di caratteri dei testi: "I personaggi ... sono personalità raffigurate in epica e opere drammatiche. Incarnano sempre determinate caratteristiche della vita sociale e quindi hanno determinati tratti individuali, ricevono nomi appropriati e creano con le loro azioni, che si svolgono in alcune condizioni di luogo e di tempo, le trame di tali opere. opere liriche l'eroe non forma la trama, a differenza di quelle epiche e drammatiche, la personalità non agisce direttamente nell'opera, ma si presenta come un'immagine artistica.

L. Ya. Ginzburg ha osservato che i concetti di "soggetto lirico" e "eroe lirico" non devono essere confusi come forme speciali di incarnazione della personalità del poeta.

Eroe

Il termine "eroe letterario" significa immagine olistica una persona - nell'insieme del suo aspetto, modo di pensare, comportamento e mondo spirituale; il termine “carattere”, che ha un significato vicino, se preso in senso stretto e non in senso ampio, denota una sezione psicologica interna di una personalità, la sua proprietà naturali, natura.

Gli eroi delle opere possono essere non solo persone, ma anche animali, immagini fantastiche e anche oggetti. In ogni caso, sono tutte immagini artistiche che riflettono la realtà nella coscienza rifratta dell'autore.

L'eroe è uno di personaggi centrali in un'opera letteraria, attiva negli incidenti, i principali per lo sviluppo dell'azione, concentrando l'attenzione del lettore su se stesso.

Personaggio principale - carattere letterario, il più coinvolto nell'azione, il suo destino è al centro dell'attenzione dell'autore e del lettore.

Un eroe letterario è l'immagine di una persona nella letteratura. Sicuramente, con un eroe letterario, si usano spesso i concetti di "attore" e "personaggio". A volte si distinguono: gli eroi letterari sono chiamati attori (personaggi) disegnati in modo più sfaccettato e più pesante per l'idea dell'opera. A volte il concetto di "eroe letterario" si riferisce solo ad attori vicini l'ideale dell'autore persona (cd eroe positivo) o incarnando il principio eroico (ad esempio, gli eroi dei poemi epici, epici, tragedie). Si segnala, tuttavia, che in critica letteraria questi concetti, insieme ai concetti di "carattere", "tipo" e "immagine", sono intercambiabili.

Dal punto di vista della struttura figurativa, l'eroe letterario combina il personaggio come contenuto interiore del personaggio e il suo comportamento, le azioni come qualcosa di esterno. Il personaggio ci permette di considerare le azioni della persona raffigurata come naturali, ascendenti ad alcuni ragione vitale; è il contenuto e la legge (motivazione) del comportamento.

Il carattere nel senso comune è lo stesso di un eroe letterario. Nella critica letteraria, il termine "personaggio" è usato in un senso più ristretto, ma non sempre nello stesso senso. Molto spesso, un personaggio è inteso come protagonista. Ma anche qui differiscono due interpretazioni: una persona rappresentata e caratterizzata nell'azione, e non nelle descrizioni: allora il concetto di "personaggio" corrisponde soprattutto agli eroi della drammaturgia, alle immagini-ruoli. Qualsiasi attore, soggetto di azione in generale. In una tale interpretazione, il protagonista si oppone solo al soggetto "puro" dell'esperienza, agendo nei testi, motivo per cui il termine "personaggio" non è applicabile al cosiddetto eroe lirico: non si può dire "personaggio lirico".

Un personaggio a volte è inteso solo come persona secondaria. In questa comprensione, il termine "personaggio" corrisponde al significato ristretto del termine "eroe" - la persona centrale o una delle persone principali dell'opera. Su questa base, l'espressione " carattere episodico" (e non "eroe episodico").