"Un secolo dopo, dice
Poeta - e le sue sillabe suonano -
In autunno dipinto di cremisi.
E il cimitero dorme tristemente,
Dove giace in una terra straniera.
E purtroppo sembra blu dall'alto ... "
Da una poesia di Tamara Khanzhina in memoria di Bunin

Biografia

Un fatto sorprendente, ma questa persona talentuosa, brillante, colta e sofisticata non ha ricevuto una buona educazione in gioventù. La maggior parte della conoscenza e dell'interesse per la letteratura, la filosofia e la psicologia è stata instillata in Ivan Bunin da suo fratello maggiore, che si è laureato con lode all'università e ha lavorato molto con il ragazzo. Forse è stato grazie al fratello Yuliy Bunin che ha potuto rivelare il suo talento letterario.

La biografia di Bunin può essere letta come un romanzo con una trama avvincente. Nel corso della sua vita, Bunin ha cambiato città, paesi e, non è un segreto, donne. Una cosa è rimasta immutata: la sua passione per la letteratura. Ha pubblicato la sua prima poesia all'età di 16 anni e già a 25 ha brillato nei circoli letterari di entrambe le capitali della Russia. La prima moglie di Bunin era una greca Anna Tsakni, ma questo matrimonio non durò a lungo, l'unico figlio di Bunin morì all'età di cinque anni e dopo un po 'lo scrittore incontrò la donna principale della sua vita: Vera Muromtseva. Fu con lei, che in seguito divenne la moglie ufficiale di Bunin, che lo scrittore emigrò in Francia, non accettando il potere bolscevico.

Mentre viveva in Francia, Bunin ha continuato a scrivere, dove ha creato le sue migliori opere. Ma non ha smesso di pensare alla Russia, di desiderarla, di vivere duramente la sua rinuncia. Tuttavia, queste esperienze hanno solo giovato al suo lavoro, non è un caso che le storie, le poesie e le storie di Bunin siano oggi considerate l'eredità d'oro della letteratura russa. Per l'abilità con cui ha sviluppato le tradizioni del russo prosa classica, Bunin ottantenne è stato insignito del Premio Nobel per la letteratura, il primo degli scrittori russi. In tutti gli anni dell'emigrazione, accanto a Bunin c'era sua moglie, Vera, che ha sopportato fermamente sia la natura difficile del marito che i suoi hobby collaterali. Fino all'ultimo giorno è rimasta con lui vero amico e non solo sua moglie.

Mentre era in Francia, Bunin pensava costantemente di tornare in Russia. Ma vedendo cosa stava succedendo ai suoi compatrioti che credevano nella benevolenza del governo sovietico e tornarono a casa, lo scrittore abbandonò quest'idea anno dopo anno. La morte di Bunin avvenne nell'84esimo anno della sua vita nel suo modesto appartamento a Parigi. La causa della morte di Bunin, secondo il medico, è stata tutta una serie di malattie: insufficienza cardiaca, asma cardiaco e sclerosi dei polmoni. Il funerale di Bunin si è tenuto in una chiesa russa a Parigi, poi il corpo è stato deposto in una bara di zinco in una cripta temporanea: la moglie di Bunin sperava di poter ancora seppellire suo marito in Russia. Ma, ahimè, ciò non fu permesso e il 30 gennaio 1954 ebbe luogo il funerale di Bunin con il trasferimento della sua bara da una cripta temporanea. La tomba di Bunin si trova nel cimitero russo di Sainte-Genevieve-des-Bois vicino a Parigi.

Le mogli di Bunin: la prima moglie Anna (a sinistra) e la seconda moglie Vera (a destra)

linea di vita

10 ottobre 1870 Data di nascita di Ivan Alekseevich Bunin.
1881 Ingresso alla palestra Yelets.
1892 Trasferitosi a Poltava, lavoro nei giornali "Poltava Gubernskie Vedomosti", "Kievlyanin".
1895 Successo nella società letteraria di Mosca e San Pietroburgo, conoscenza di Cechov.
1898 Matrimonio con Anna Tsakni.
1900 Separazione da Tsakni, viaggio in Europa.
1901 Pubblicazione della raccolta di poesie di Bunin "Foglie che cadono".
1903 Bunin riceve il Premio Pushkin.
1906 L'inizio di una relazione con Vera Muromtseva.
1909 Bunin è stato insignito del Premio Pushkin, eletto accademico onorario dell'Accademia delle scienze di San Pietroburgo nella categoria della letteratura raffinata.
1915 Pubblicazione dell'opera completa di Bunin in appendice alla rivista Niva.
1918 Trasferimento a Odessa.
1920 Emigrazione in Francia, a Parigi.
1922 Matrimonio ufficiale con Vera Muromtseva.
1924 Scrittura della storia di Bunin "Mitya's Love".
1933 Bunin riceve il Premio Nobel per la Letteratura.
1934-1936 Pubblicazione delle opere raccolte di Bunin a Berlino.
1939 Trasferimento a Grasse.
1945 Ritorno a Parigi.
1953 Completamento della raccolta di racconti di Bunin " Vicoli bui».
8 novembre 1953 Data della morte di Bunin.
12 novembre 1953 Servizio funebre, deposizione del corpo in una cripta temporanea.
30 gennaio 1954 Il funerale di Bunin (sepoltura).

Luoghi memorabili

1. Il villaggio di Ozerki, l'ex tenuta dei Bunin, dove lo scrittore trascorse la sua infanzia.
2. La casa di Bunin a Voronezh, dove è nato e ha vissuto per i primi tre anni della sua vita.
3. Museo letterario e commemorativo di Bunin a Yelets, nella casa in cui Bunin ha alloggiato come studente delle superiori.
4. La casa-museo di Bunin a Efremov, dove Bunin visse e lavorò periodicamente nel 1906-1910. e su cui è apposta una targa commemorativa in memoria di Bunin.
5. Accademia delle scienze di San Pietroburgo, di cui Bunin è stato eletto accademico onorario.
6. La casa di Bunin a Odessa, dove Bunin e Muromtseva vissero nel 1918-1920. prima di partire per la Francia.
7. La casa di Bunin a Parigi, dove visse periodicamente dal 1922 al 1953. e dove è morto.
8. La casa di Bunin a Grasse, villa "Jannette", all'ingresso della quale è collocata una targa commemorativa in memoria di Bunin.
9. Casa Bunin a Grasse, villa Belvedere.
10. Monumento a Bunin a Mosca.
11. Monumento a Bunin a Orel.
12. Monumento a Bunin a Voronezh.
13. Cimitero di Sainte-Geneviève-des-Bois, dove è sepolto Bunin.

Episodi di vita

Bunin possedeva non solo talento letterario, ma anche recitativo. Aveva un'espressione facciale molto ricca, si muoveva e ballava bene, era un ottimo pilota. È noto che lo stesso Konstantin Stanislavsky invitò Bunin a interpretare il ruolo di Amleto nel teatro, ma rifiutò.

Gli ultimi anni della sua vita, Ivan Bunin visse praticamente in povertà. I soldi che ha ottenuto vincitore del premio Nobel, lo scrittore è andato immediatamente a feste e ricevimenti, aiutando gli emigranti, quindi ha investito senza successo in alcuni affari e si è completamente esaurito.

È noto che Ivan Bunin, come molti scrittori, teneva un diario. Fece il suo ultimo ingresso il 2 maggio 1953, pochi mesi prima della sua morte, che, a quanto pare, aveva già previsto a causa del deterioramento della salute: “È ancora incredibile fino al tetano! Dopo un po ', molto breve tempo, non lo sarò - e le azioni e i destini di tutto, tutto mi sarà sconosciuto!

Patto

“Che gioia esistere! Solo per vedere, almeno per vedere solo questo fumo e questa luce. Se non avessi braccia e gambe e potessi solo sedermi su una panchina e guardare il sole che tramonta, allora ne sarei felice. Hai solo bisogno di vedere e respirare.

Film documentario dedicato a Ivan Bunin, dal ciclo "Geni e cattivi"

condoglianze

"La grande montagna era lo zar Ivan!"
Don-Aminado (Aminodav Peisakhovich Shpolyansky), poeta satirico

“Lo scrittore è stato straordinario. Ed era una persona straordinaria".
Mark Aldanov, scrittore di prosa, pubblicista

“Bunin è un fenomeno raro. Nella nostra letteratura, in termini di lingua, questa è la vetta oltre la quale nessuno può salire.
Sergei Voronin, scrittore di prosa

“Per tutta la vita Bunin ha aspettato la felicità, ha scritto della felicità umana, ha cercato modi per raggiungerla. Lo ha trovato nella sua poesia, nella prosa, nell'amore per la vita e per la sua patria, e ha detto grandi parole che la felicità è data solo a chi sa. Bunin ha vissuto una vita difficile, a volte contraddittoria. Vedeva molto, sapeva molto, amava e odiava molto, lavorava molto, a volte si sbagliava crudelmente, ma per tutta la vita il suo amore più grande, più tenero, immutabile è stato Paese d'origine, Russia".
Konstantin Paustovsky, scrittore

Letteratura russa Età dell'argento

Ivan Alekseevich Bunin

Biografia

BUNIN Ivan Alekseevich (1870-1953), scrittore russo, accademico onorario di San Pietroburgo A. N. (1909). Nel 1920 emigrò. Nei testi, ha continuato le tradizioni classiche (raccolta Falling Leaves, 1901). In racconti e romanzi ha mostrato (a volte con vena nostalgica) l'impoverimento dei possedimenti nobiliari ("Mele Antonov", 1900), il volto crudele del villaggio ("Villaggio", 1910, "Sukhodol", 1911), l'oblio disastroso fondamenti morali vita ("Il gentiluomo di San Francisco", 1915). Un netto rifiuto della Rivoluzione d'Ottobre nel libro diario Giorni maledetti (1918, pubblicato nel 1925). Nel romanzo autobiografico "The Life of Arseniev" (1930) - una ricreazione del passato della Russia, dell'infanzia e della giovinezza dello scrittore. La tragedia dell'esistenza umana nei racconti sull'amore ("Mitya's Love", 1925; il libro "Dark Alleys", 1943). Memorie. Tradotto "The Song of Hiawatha" di G. Longfellow (1896). premio Nobel (1933).

Bunin Ivan Alekseevich, scrittore russo; scrittore di prosa, poeta, traduttore.

Pulcino del nido rotto

L'infanzia del futuro scrittore procede nelle condizioni di una vita in declino della nobiltà, del "nido nobile" finalmente in rovina (la fattoria Butyrka del distretto di Yelets nella provincia di Oryol). Ha imparato a leggere presto, fin dall'infanzia aveva una fantasia ed era molto impressionabile. Entrato nella palestra di Yelets nel 1881, vi studiò solo per cinque anni, poiché la famiglia non aveva i fondi per questo, dovette completare il corso di ginnastica a casa (fu aiutato a padroneggiare il programma della palestra e poi l'università, dal fratello maggiore Giulio, con il quale lo scrittore aveva i rapporti più stretti). Nobile di nascita, Ivan Bunin non ricevette nemmeno un'istruzione in palestra, e questo non poteva che influenzare il suo destino futuro.

La Russia centrale, in cui Bunin ha trascorso la sua infanzia e giovinezza, è sprofondata nell'anima dello scrittore. Credeva che fosse la zona di mezzo della Russia a dare i migliori scrittori russi, e la lingua, la bella lingua russa, di cui lui stesso era un vero intenditore, a suo avviso, ebbe origine e si arricchì costantemente proprio in questi luoghi.

Esordio letterario

Dal 1889 iniziò una vita indipendente - con un cambio di professioni, con attività sia nei periodici provinciali che metropolitani. Collaborando con la redazione del quotidiano Orlovsky Vestnik, il giovane scrittore incontrò il correttore di bozze del giornale Varvara Vladimirovna Pashchenko, che lo sposò nel 1891. I giovani coniugi, che vivevano celibe (i genitori di Pashchenko erano contrari al matrimonio), si trasferirono successivamente a Poltava (1892) e iniziò a servire come statistici nel governo provinciale. Nel 1891 fu pubblicata la prima raccolta di poesie di Bunin, ancora molto imitativa.

1895 - una svolta nel destino dello scrittore. Dopo che Pashchenko andò d'accordo con l'amico di Bunin, AI Bibikov, lo scrittore lasciò il servizio e si trasferì a Mosca, dove fece le sue conoscenze letterarie (con L.N. Tolstoj, la cui personalità e filosofia ebbero una forte influenza su Bunin, con A.P. Chekhov, M. Gorky, ND Teleshov, in cui il giovane scrittore è diventato un partecipante agli "ambienti"). Bunin ha fatto amicizia con molti artisti famosi, la pittura lo ha sempre attratto, non per niente la sua poesia è così pittoresca. Nella primavera del 1900, mentre era in Crimea, incontrò S.V. Rachmaninov e gli attori dell'Art Theatre, la cui compagnia fece tournée a Yalta.

Scalare l'olimpo letterario

Nel 1900 apparve il racconto di Bunin "Le mele di Antonov", successivamente incluso in tutte le antologie di prosa russa. La storia si distingue per poesia nostalgica (lutto per i nidi nobili in rovina) e raffinatezza artistica. Allo stesso tempo, le "mele Antonov" furono criticate per l'incenso del sangue blu di un nobile. Durante questo periodo arrivò un'ampia fama letteraria: per la raccolta di poesie "Leaf Fall" (1901), così come per la traduzione della poesia del poeta romantico americano G. Longfellow "The Song of Hiawatha" (1896), Bunin ricevette il Premio Pushkin dall'Accademia delle scienze russa (in seguito, nel 1909 fu eletto membro onorario dell'Accademia delle scienze). Già allora la poesia di Bunin si distingueva per la devozione alla tradizione classica, caratteristica che avrebbe poi permeato tutta la sua opera. La poesia che gli ha portato la fama si è formata sotto l'influenza di Pushkin, Fet, Tyutchev. Ma possedeva solo le sue qualità intrinseche. Bunin quindi gravita verso un'immagine sensualmente concreta; l'immagine della natura nella poesia di Bunin è composta da odori, colori e suoni chiaramente percepiti. Un ruolo speciale è svolto nella poesia e nella prosa di Bunin dall'epiteto usato dallo scrittore, per così dire, enfaticamente soggettivamente, arbitrariamente, ma allo stesso tempo dotato della persuasività dell'esperienza sensoriale.

La vita familiare. Viaggio in Oriente

Anche la vita familiare di Bunin, già con Anna Nikolaevna Tsakni (1896-1900), non ebbe successo, nel 1905 morì il loro figlio Kolya.

Nel 1906 Bunin incontrò Vera Nikolaevna Muromtseva (1881-1961), che divenne la compagna dello scrittore per tutta la sua vita. Muromtseva, in possesso di eccezionali capacità letterarie, ha lasciato meravigliose memorie letterarie su suo marito ("La vita di Bunin", "Conversazioni con la memoria"). Nel 1907, i Bunin fecero un viaggio nei paesi dell'Est: Siria, Egitto, Palestina. Non solo le impressioni luminose e colorate del viaggio, ma anche la sensazione di un nuovo ciclo di storia che è arrivato, hanno dato al lavoro di Bunin un nuovo e fresco slancio.

Una svolta nella creatività. maestro maturo

Se nelle opere precedenti - i racconti della raccolta "Alla fine del mondo" (1897), così come nei racconti "Mele Antonov" (1900), "Epitaffio" (1900), Bunin fa riferimento al tema impoverimento su piccola scala, racconta con nostalgia la vita dei possedimenti nobiliari impoveriti, poi nelle opere scritte dopo la prima rivoluzione russa del 1905, il tema del dramma del destino storico russo diventa quello principale (i racconti Il villaggio, 1910, Sukhodol , 1912). Entrambe le storie hanno avuto un enorme successo con i lettori. M. Gorky ha osservato che qui lo scrivente ha sollevato la questione "... essere o non essere la Russia?". Bunin credeva che il villaggio russo fosse condannato. Lo scrittore è stato accusato di un riflesso fortemente negativo della vita del villaggio.

La "verità spietata" della lettera di Bunin è stata notata da una varietà di scrittori (Yu. I. Aikhenvald, Z. N. Gippius e altri). Tuttavia, il realismo della sua prosa è ambiguamente tradizionale: lo scrittore disegna con persuasione e forza i nuovi tipi sociali apparsi nel villaggio post-rivoluzionario.

Nel 1910 i Bunin intrapresero un viaggio, prima in Europa, poi in Egitto e Ceylon. Echi di questo viaggio, l'impressione che la cultura buddista ha fatto allo scrittore, si fanno sentire, in particolare, nel racconto "Fratelli" (1914). Nell'autunno del 1912 - nella primavera del 1913 di nuovo all'estero (Trapezund, Costantinopoli, Bucarest), poi (1913-1914) - a Capri.

Nel 1915-1916 furono pubblicate raccolte di racconti "The Cup of Life", "The Gentleman from San Francisco". Nella prosa di questi anni si espande l'idea dello scrittore della tragedia della vita del mondo, del destino e della natura fratricida. civiltà moderna(racconti "The Gentleman from San Francisco", "Brothers"). A questo scopo serve anche il simbolico, secondo l'autore, l'uso in queste opere di epigrafi dall'Apocalisse di Giovanni il Teologo, dal canone buddista, allusioni letterarie presenti nei testi (confronto della stiva del piroscafo in " The Gentleman from San Francisco" con il nono cerchio dell'inferno di Dante). I temi di questo periodo di creatività sono la morte, il destino, il caso. Il conflitto di solito si risolve con la morte.

Gli unici valori sopravvissuti nel mondo moderno, lo scrittore considera l'amore, la bellezza e la vita della natura. Ma anche l'amore degli eroi di Bunin è tragicamente colorato e, di regola, condannato ("Grammatica dell'amore"). Il tema dell'unione di amore e morte, che conferisce la massima acutezza e intensità al sentimento d'amore, è caratteristico dell'opera di Bunin fino agli ultimi anni della sua vita di scrittore.

Il pesante fardello dell'emigrazione

Ha preso con dolore la Rivoluzione di febbraio, prevedendo le prove imminenti. Il colpo di stato di ottobre non fece che rafforzare la sua fiducia nell'imminente catastrofe. Il libro di giornalismo "I giorni maledetti" (1918) divenne un diario degli eventi della vita del paese e delle riflessioni dello scrittore in quel momento. I Bunin lasciano Mosca per Odessa (1918), e poi - all'estero, in Francia (1920). La rottura con la Patria, come si è scoperto in seguito, per sempre, è stata dolorosa per lo scrittore.

I temi dell'opera prerivoluzionaria dello scrittore si rivelano anche nell'opera del periodo dell'emigrazione, e in modo ancora più completo. Le opere di questo periodo sono permeate dal pensiero della Russia, dalla tragedia della storia russa del XX secolo, dalla solitudine dell'uomo moderno, che è solo per un breve momento spezzata dall'invasione della passione amorosa (raccolte di storie "Mitina's Love ", 1925, " Colpo di sole", 1927, "Vicoli bui", 1943, romanzo autobiografico "La vita di Arseniev", 1927-1929, 1933). La binarità del pensiero di Bunin - l'idea del dramma della vita, associata all'idea della bellezza del mondo - conferisce alle trame di Bunin l'intensità dello sviluppo e della tensione. La stessa intensità dell'essere è palpabile nel dettaglio artistico di Bunin, che ha acquisito un'autenticità sensuale ancora maggiore rispetto alle opere della prima creatività.

Nel 1927-1930, Bunin si dedicò al genere dei racconti (Elefante, Testa di vitello, Galli, ecc.). Questo è il risultato della ricerca dello scrittore della massima concisione, della massima ricchezza semantica, della "capacità" semantica della prosa.

In esilio, i rapporti con importanti emigranti russi erano difficili per i Bunin e Bunin non aveva un carattere socievole. Nel 1933 fu il primo scrittore russo a ricevere il Premio Nobel. Fu, ovviamente, un duro colpo per la leadership sovietica. La stampa ufficiale, commentando questo evento, ha spiegato la decisione del Comitato Nobel con gli intrighi dell'imperialismo.

Durante il centenario della morte di A. S. Pushkin (1937), Bunin, parlando alle serate in memoria del poeta, parlò del "ministero di Pushkin qui, fuori dalla terra russa".

Non è tornato a casa

Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, nel 1939, i Bunin si stabilirono nel sud della Francia, a Grasse, presso la Villa Jeannette, dove trascorsero l'intera guerra. Lo scrittore ha seguito da vicino gli eventi in Russia, rifiutando qualsiasi forma di collaborazione con le autorità di occupazione naziste. Visse molto dolorosamente la sconfitta dell'Armata Rossa sul fronte orientale, e poi si rallegrò sinceramente delle sue vittorie.

Nel 1927-1942, Galina Nikolaevna Kuznetsova visse fianco a fianco con la famiglia Bunin, che divenne un profondo affetto tardivo della scrittrice. Possedendo abilità letterarie, ha creato opere di un personaggio di memorie che ricreano l'aspetto di Bunin nel modo più memorabile ("Diario di Grasse", articolo "In Memory of Bunin").

Vivendo in povertà, ha smesso di pubblicare le sue opere, essendo molto e gravemente malato, ha comunque scritto un libro di memorie negli ultimi anni, ha lavorato al libro "About Chekhov", pubblicato postumo (1955) a New York.

Bunin espresse ripetutamente il desiderio di tornare in patria, definendo il decreto del governo sovietico del 1946 "Sul ripristino della cittadinanza dei sudditi dell'URSS dell'ex impero russo ..." definito "una misura generosa". Tuttavia, il decreto Zhdanov sulle riviste Zvezda e Leningrado (1946), che calpestò A. Akhmatova e M. Zoshchenko, distolse per sempre lo scrittore dall'intenzione di tornare in patria.

Nel 1945 i Bunin tornarono a Parigi. I più grandi scrittori francesi e di altri paesi europei apprezzarono molto il lavoro di Bunin durante la sua vita (F. Mauriac, A. Gide, R. Rolland, T. Mann, R.-M. Rilke, J. Ivashkevich e altri). Le opere dello scrittore sono state tradotte in tutte le lingue europee e alcune orientali.

Fu sepolto nel cimitero russo di Saint-Geneviève-des-Bois, vicino a Parigi.

Ivan Alekseevich Bunin, scrittore, poeta, traduttore russo, è nato il 22 ottobre 1870 a Voronezh, un nobile ereditario.

Infanzia giovane scrittore trascorso nel nido di famiglia. Nel 1881 Bunin entrò in palestra, ma a causa di problemi finanziari della famiglia non riuscì a finire gli studi. Bunin ha imparato il programma della palestra a casa con il supporto di suo fratello maggiore Julius.

Dal 1889 Bunin iniziò a lavorare come giornalista, sia nei giornali di contea che metropolitani. Nel 1891 Bunin sposò Varvara Vladimirovna Pashchenko, un correttore di bozze per il quotidiano Orlovsky Vestnik, con il quale poi collaborò. Nello stesso anno, Bunin pubblicò la sua raccolta di poesie di debutto.

Nel 1895, dopo una rottura con Pashchenko, Bunin si trasferì a Mosca, dove incontrò scrittori come L.N. Tolstoj, A.P. Cechov, M. Gorkij. Un grande fan della pittura, Bunin divenne amico intimo di molti artisti. Il primo successo letterario di Bunin - la storia "Mele Antonov", che dimostra il problema delle proprietà nobiliari impoverite, è stata criticata per aver glorificato il sangue nobile blu. Durante questo periodo, Bunin raggiunge la fama, la sua raccolta di poesie "Foglie che cadono" gli porta il Premio Pushkin.

Come rappresentante di una famiglia nobile impoverita, Bunin iniziò presto vita indipendente. In gioventù ha lavorato nei giornali, negli uffici, ha viaggiato molto. La prima delle opere pubblicate di Bunin fu la poesia "Over the Grave of S. Ya. Nadson" (1887); la prima raccolta di poesie fu pubblicata nel 1891 in Orel. Nel 1903 ricevette il Premio Pushkin per il libro Foglie che cadono e la traduzione di The Song of Hiawatha; nel 1909 ricevette più volte questo premio per il 3° e 4° volume delle Opere Collettive. Nel 1909 fu eletto accademico onorario nella categoria delle belle lettere dell'Accademia delle scienze imperiale di San Pietroburgo. Dal 1920 visse in Francia. Autore del romanzo La vita di Arsenyev, i racconti Sukhodol, Il villaggio, L'amore di Mitina, i racconti Il gentiluomo di San Francisco, Il respiro della luce, Antonov Apples, le voci del diario Giorni maledetti e altre opere. Nel 1933 Ivan Bunin vinse il Premio Nobel per la Letteratura per "la rigorosa abilità con cui sviluppa le tradizioni della prosa classica russa". Morì nel 1953 ed è sepolto nel cimitero di Sainte-Geneviève-des-Bois. Le opere di Bunin sono state ripetutamente filmate. L'immagine dello scrittore è incarnata nel film di Alexei Uchitel "Il diario di sua moglie".

Origine, famiglia

Ivan Alekseevich Bunin- rappresentante nobile famiglia, che affondava le sue radici nel XV secolo e aveva uno stemma incluso nello "Armeria generale delle famiglie nobili dell'impero tutto russo" (1797). Tra i parenti dello scrittore c'erano la poetessa Anna Bunina, lo scrittore Vasily Zhukovsky e altre figure della cultura e della scienza russa. Il bis-bisnonno di Ivan Alekseevich - Semyon Afanasyevich - è stato segretario del consiglio patrimoniale dello Stato. Il bisnonno - Dmitry Semyonovich - si ritirò con il grado di consigliere titolare. Il nonno - Nikolai Dmitrievich - prestò servizio per un breve periodo nella Camera di Voronezh del tribunale civile, poi si dedicò all'agricoltura in quei villaggi che ottenne dopo la divisione della proprietà.

Il padre dello scrittore, proprietario terriero Alexei Nikolaevich Bunin (1827-1906), non ricevette una buona educazione: dopo essersi diplomato alla prima elementare della palestra Oryol, lasciò la scuola e all'età di sedici anni trovò lavoro nell'ufficio del assemblea nobiliare provinciale. Come parte della squadra della milizia Yelets, ha partecipato alla campagna di Crimea. Ivan Alekseevich ha ricordato suo padre come un uomo che possedeva una notevole forza fisica, caldo e generoso allo stesso tempo: "Tutto il suo essere era ... saturo del sentimento della sua origine signorile". Nonostante l'antipatia per l'apprendimento che aveva attecchito fin dall'adolescenza, fino alla vecchiaia «leggeva con grande disponibilità tutto ciò che gli capitava».

Tornato a casa da una campagna nel 1856, Alexei Nikolaevich sposò sua cugina, Lyudmila Alexandrovna Chubarova (1835 (?) - 1910). A differenza del marito energico e capriccioso (che, secondo lo scrittore, "a volte beveva terribilmente, sebbene non avesse ... un solo tratto tipico di un alcolizzato"), era una donna mite, gentile, pia; è possibile che la sua impressionabilità sia stata trasferita a Ivan Alekseevich. Nel 1857 apparve in famiglia il primogenito - il figlio di Giulio, nel 1858 - il figlio di Eugenio. In totale, Lyudmila Alexandrovna ha dato alla luce nove figli, cinque dei quali sono morti nella prima infanzia.

Infanzia e giovinezza

Ivan Alekseevich è nato il 10 ottobre 1870 a Voronezh, nella casa numero 3 in Bolshaya Dvoryanskaya Street, che apparteneva alla segretaria provinciale Anna Germanovskaya, che affittava stanze agli inquilini. La famiglia Bunin si trasferì in città dal villaggio nel 1867 per dare un'istruzione in palestra ai loro figli maggiori Yuli ed Evgeny. Come ricordò in seguito lo scrittore, i suoi ricordi d'infanzia erano associati a Pushkin, le cui poesie venivano lette ad alta voce da tutti in casa, genitori e fratelli. All'età di quattro anni Bunin, insieme ai suoi genitori, si trasferì in una tenuta di famiglia nella fattoria Butyrki nel distretto di Yelets. Grazie al tutor - uno studente dell'Università di Mosca Nikolai Osipovich Romashkov - il ragazzo è diventato dipendente dalla lettura; educazione domestica comprendeva anche l'insegnamento delle lingue (tra cui una particolare attenzione è stata dedicata al latino) e il disegno. Tra i primi libri letti da Bunin da solo c'erano l'Odissea di Omero e una raccolta di poesie inglesi.

Nell'estate del 1881, Alexei Nikolaevich portò figlio minore Yelets palestra maschile. In una petizione indirizzata al direttore, il padre scriveva: “Desidero educare mio figlio Ivan Bunin nell'istituto scolastico a lei affidato”; in un documento aggiuntivo, ha promesso di pagare tempestivamente la quota per il "diritto all'insegnamento" e di comunicare al ragazzo i cambiamenti del luogo di residenza del ragazzo. Dopo aver superato gli esami di ammissione, Bunin è stato iscritto al 1° grado. All'inizio Ivan Alekseevich, insieme al suo amico Yegor Zakharov, viveva nella casa del commerciante Yelets Byakin, che prendeva 15 rubli al mese da ciascuno degli inquilini. In seguito, lo studente delle superiori si trasferì presso un certo scultore cimiteriale, poi cambiò alloggio altre due volte. IN corso di formazione Bunin ha ricevuto la matematica più difficile: in una delle lettere a suo fratello maggiore, ha menzionato che l'esame in questa materia era "il più terribile" per lui.

Gli studi in palestra terminarono per Ivan Alekseevich nell'inverno del 1886. Dopo essere andato in vacanza dai suoi genitori, che si sono trasferiti nella loro tenuta di Ozerki, ha deciso di non tornare a Yelets. All'inizio della primavera, il consiglio degli insegnanti ha espulso Bunin dalla palestra per non essere apparso "dalle vacanze di Natale". Da quel momento in poi Julius, esiliato a Ozerki sotto la sorveglianza della polizia, divenne il suo insegnante familiare. Il fratello maggiore, rendendosi conto che la matematica provoca rifiuto nel minore, concentrò i suoi principali sforzi di insegnamento sulle discipline umanistiche.

A questo periodo appartengono anche i primi esperimenti letterari di Bunin: scrisse poesie durante gli anni del ginnasio e all'età di quindici anni compose il romanzo "Passione", che non fu accettato da nessuna edizione. Nell'inverno del 1887, dopo aver appreso che uno dei suoi idoli letterari, il poeta Semyon Nadson, era morto, Ivan Alekseevich inviò diverse poesie alla rivista Rodina. Uno di questi, intitolato "Oltre la tomba di S. Ya. Nadson", è stato pubblicato nel numero di febbraio. Un altro - "The Village Beggar" - è apparso nel numero di maggio. In seguito, lo scrittore ha ricordato: "La mattina in cui sono andato con questo numero dall'ufficio postale a Ozerki, ho strappato i mughetti rugiadosi attraverso le foreste e rileggevo il mio lavoro ogni minuto, non lo dimenticherò mai".

"Bollettino Orlovsky". vagabondaggio

Nel gennaio 1889, l'editore dell'Orlovsky Vestnik, Nadezhda Semyonova, offrì a Bunin di assumere la posizione di vicedirettore nel suo giornale. Prima di accettare o rifiutare, Ivan Alekseevich decise di consultarsi con Giulio, che, dopo aver lasciato Ozerki, si trasferì a Kharkov. Così nella vita dello scrittore iniziò un periodo di peregrinazioni. A Kharkov, Bunin si stabilì con suo fratello, che lo aiutò a trovare un semplice lavoro nel consiglio di zemstvo. Dopo aver ricevuto uno stipendio, Ivan Alekseevich andò in Crimea, visitò Yalta, Sebastopoli. È tornato alla redazione del quotidiano Oryol solo in autunno.

A quel tempo, Varvara Pashchenko (1870-1918) lavorava come correttore di bozze in Orlovsky Vestnik, che i ricercatori chiamano la prima - "non sposata" - moglie dello scrittore. Si è diplomata nelle sette classi della palestra femminile Yelets, quindi è entrata in un corso aggiuntivo "per lo studio speciale della lingua russa". In una lettera al fratello Ivan Alekseevich disse che al primo incontro Varvara - "alto, dai lineamenti molto belli, in pince-nez" - gli sembrava una ragazza molto arrogante ed emancipata; in seguito l'ha caratterizzata come una conversatrice intelligente e interessante.

Il rapporto tra gli amanti era difficile: il padre di Varvara si rifiutava di vedere Bunin come il suo futuro genero, e lui, a sua volta, era gravato dal disordine mondano. La situazione finanziaria della sua famiglia in quel momento era precaria, i genitori di Ivan Alekseevich, che vendettero i Butyrki e trasferirono gli Ozerki al figlio Evgeny, si separarono effettivamente; secondo la testimonianza sorella minore Bunin Maria, a volte "si sedevano completamente senza pane". Ivan Alekseevich ha scritto a Julius che pensa costantemente ai soldi: "Non ho un centesimo, guadagno soldi, scrivo qualcosa - non posso, non voglio".

Nel 1892 Ivan Alekseevich si trasferì a Poltava, dove, con l'assistenza di Julius, ottenne un lavoro nel dipartimento di statistica del governo provinciale. Presto arrivò anche Barbara. Il tentativo di creare una famiglia in un nuovo posto fallì: Bunin dedicò molto tempo agli incontri con i rappresentanti dei circoli populisti, comunicò con i tolstoiani e viaggiò. Nel novembre 1894 Pashchenko lasciò Poltava, lasciando un biglietto: "Me ne vado, Vanya, non ricordarti di me in modo focoso". Ivan Alekseevich ha sopportato la separazione dalla sua amata così duramente che i suoi fratelli maggiori temevano seriamente per la sua vita. Tornato con loro a Yelets, Bunin è venuto a casa di Varvara, ma un parente della ragazza che è uscita sul portico ha detto che nessuno conosceva il suo indirizzo. Pashchenko, che divenne la moglie dello scrittore e attore Arseny Bibikov, morì nel 1918 di tubercolosi. Secondo i ricercatori, il rapporto con lei è catturato nelle autobiografie artistiche di Bunin, in particolare nel romanzo "La vita di Arseniev".

L'ingresso nell'ambiente letterario. Primo matrimonio

Le persone che hanno conosciuto il giovane Bunin lo hanno caratterizzato come una persona in cui c'era molta "forza vitale, sete di vita". Forse furono queste qualità che aiutarono il poeta alle prime armi, autore dell'unica raccolta di poesie dell'epoca (pubblicata in Orel nel 1891 con una tiratura di 1250 copie e inviata gratuitamente agli abbonati dell'Oryol Messenger) a entrare piuttosto rapidamente nel circoli letterari della Russia alla fine del XIX secolo. Nel gennaio 1895 Ivan Alekseevich, lasciando il servizio a Poltava, venne per la prima volta a San Pietroburgo. In meno di due settimane trascorse nella capitale, ha incontrato il critico Nikolai Mikhailovsky, il pubblicista Sergei Krivenko, il poeta Konstantin Balmont, ha visitato la redazione della rivista Novoye Slovo, ha incontrato lo scrittore Dmitry Grigorovich in una libreria (il settantaduenne autore di Anton Goremyka lo colpì con occhi vivaci e un mantello di procione fino alle dita dei piedi), visitò la casa di Alexei Zhemchuzhnikov e ricevette da lui un invito a cena.

La serie di incontri è proseguita a Mosca e in altre città. Arrivato a casa di Tolstoj a Khamovniki, il giovane scrittore ha parlato con lo scrittore della storia appena pubblicata di Lev Nikolayevich "Il maestro e l'operaio". Più tardi incontrò Cechov, che sorprese Bunin con cordialità e semplicità: "Io, allora un giovane che non era abituato a un tono simile ai primi incontri, prendevo questa semplicità per freddezza". La prima conversazione con Valery Bryusov è stata ricordata dalle massime rivoluzionarie sull'arte, proclamate ad alta voce dal poeta simbolista: "Viva solo il nuovo e tutto il vecchio!" Abbastanza rapidamente, Bunin si avvicinò ad Alexander Kuprin: avevano la stessa età, insieme iniziarono a entrare nella comunità letteraria e, secondo Ivan Alekseevich, "vagarono all'infinito e si sedettero sulle scogliere sul mare pallido e letargico".

In quegli anni Bunin divenne un membro del circolo letterario Sreda, i cui membri, riuniti nella casa di Nikolai Teleshov, leggevano e discutevano reciprocamente le opere. L'atmosfera durante i loro incontri era informale e ciascuno dei membri del circolo aveva soprannomi associati ai nomi delle strade di Mosca - ad esempio, Maxim Gorky, che amava parlare della vita dei vagabondi, si chiamava Khitrovka; Leonid Andreev è stato chiamato Vagankov per il suo impegno sul tema della morte; Bunin per magrezza e ironia "ha ottenuto" Zhivoderka. Lo scrittore Boris Zaitsev, ricordando le esibizioni di Bunin nel cerchio, ha scritto del fascino di Ivan Alekseevich e della facilità con cui si muoveva per il mondo. Nikolai Teleshov ha definito Bunin un irrequieto: non sapeva come rimanere in un posto per molto tempo e le lettere di Ivan Alekseevich provenivano da Orel, poi da Odessa, poi da Yalta. Bunin sapeva di avere una reputazione di persona socievole, desiderosa di cercare nuove impressioni, adattandosi organicamente al suo tempo artistico bohémien. Lui stesso credeva che la solitudine interiore fosse dietro il suo desiderio di stare costantemente tra le persone:

Nel 1898, Bunin incontrò l'editore della pubblicazione "Southern Review" - Nikolai Tsakni di Odessa. Sua figlia - la diciannovenne Anna - divenne la prima moglie ufficiale di Ivan Alekseevich. In una lettera a Julius, parlando dell'imminente matrimonio, Bunin ha riferito che la sua prescelta era "bella, ma la ragazza è incredibilmente pura e semplice". Nel settembre dello stesso anno si svolse un matrimonio, dopo di che gli sposi fecero una gita in barca. Nonostante l'ingresso nella famiglia dei ricchi greci, la situazione finanziaria dello scrittore rimase difficile - ad esempio, nell'estate del 1899 si rivolse al fratello maggiore chiedendogli di inviare "immediatamente almeno dieci rubli", notando: "Non lo farò chiedi a Tsakni, anche se muoio. Dopo due anni vita insieme coniugi separati; il loro unico figlio, Nikolai, morì di scarlattina nel 1905. Successivamente, già vivendo in Francia, Ivan Alekseevich ha ammesso di non provare "amore speciale" per Anna Nikolaevna, sebbene fosse una signora molto piacevole: "Ma questa piacevolezza consisteva in questo Langeron, onde grandi sulla riva e anche che ogni giorno a cena c'era un'ottima trota al vino bianco, dopo di che andavamo spesso con lei all'opera.

Prima confessione. Premio Puskin (1903)

Bunin non ha nascosto il suo fastidio per la scarsa attenzione della critica ai suoi primi lavori; in molte sue lettere c'era la frase "Lode, per favore, lode!". Privo di agenti letterari in grado di organizzare rassegne stampa, inviava i suoi libri ad amici e conoscenti, accompagnando la mailing list con richieste di recensioni. La prima raccolta di poesie di Bunin, pubblicata su Orel, non suscitò quasi alcun interesse per l'ambiente letterario - il motivo fu indicato da uno degli autori della rivista "Observer" (1892, n. 3), che notò che "i versi del signor Bunin è liscia e corretta, ma chi scrive in versi rozzi? Nel 1897 fu pubblicato a San Pietroburgo il secondo libro dello scrittore, Alla fine del mondo e altre storie. Almeno venti revisori hanno già risposto, ma l'intonazione generale era "benevolmente condiscendente". Inoltre, due dozzine di recensioni sembravano, secondo Korney Chukovsky, "un numero microscopicamente piccolo" sullo sfondo della risonanza causata dall'uscita di una qualsiasi delle opere di Maxim Gorky, Leonid Andreev e altri "favoriti del pubblico" del turno di il secolo.

Un certo riconoscimento arrivò a Bunin dopo la pubblicazione della raccolta di poesie "Leaf Fall", pubblicata dalla casa editrice simbolista "Scorpio" nel 1901 e che, secondo Vladislav Khodasevich, "il primo libro a cui deve l'inizio della sua fama ." Un po' prima, nel 1896, apparve la traduzione di Bunin della "Canzone di Hiawatha" di Henry Longfellow, che fu accolta molto bene dalla comunità letteraria. Nella primavera del 1901, Ivan Alekseevich chiese a Cechov di presentare Foglie che cadono e Il canto di Hiawatha per il Premio Pushkin. Cechov ha rispettato questa richiesta, dopo aver consultato in precedenza l'avvocato Anatoly Koni: "Per favore, insegnami come farlo, a quale indirizzo inviarlo. Io stesso una volta ho ricevuto un premio, ma non ho inviato i miei libri.

Nel febbraio 1903 si seppe che la commissione del premio aveva nominato il conte Arseny Golenishchev-Kutuzov come revisore delle opere di Bunin. Quasi subito dopo questa notizia, lo scrittore Platon Krasnov pubblicò “Le caratteristiche letterarie di Iv. Bunin" ("Le serate letterarie" Nuovo mondo "", 1903, n. 2), in cui osservava che le poesie del candidato al premio sono "estremamente monotone" e la sua poesia "Foglie che cadono" è "solo una serie di immagini della foresta in autunno." Confrontando le poesie di Ivan Alekseevich con le opere di Tyutchev e Fet, Krasnov ha affermato che, a differenza di loro, il giovane poeta non sa come "affascinare il lettore con un argomento come le descrizioni della natura". Golenishchev-Kutuzov ha dato una valutazione diversa del lavoro di Bunin: in una recensione inviata alla commissione, ha indicato che Ivan Alekseevich aveva "una lingua bella, fantasiosa, non presa in prestito da nessuno".

Il 18 ottobre 1903 ebbe luogo la votazione della commissione per l'assegnazione del Premio Pushkin (il presidente era lo storico letterario Alexander Veselovsky). Bunin ha ricevuto otto voti elettorali e tre non elettorali. Di conseguenza, gli è stata assegnata metà del premio (500 rubli), la seconda parte è andata al traduttore Pyotr Weinberg. Il Premio Pushkin ha rafforzato la reputazione di Bunin come scrittore, ma ha contribuito poco al successo commerciale delle sue opere. Secondo Korney Chukovsky, al Metropol Hotel di Mosca, dove si trovava la casa editrice Scorpion, i pacchi non aperti della collezione Leaf Fall giacevano per diversi anni: “Non c'erano acquirenti per questo. Ogni volta che venivo alla casa editrice, vedevo questi fagotti impolverati che fungono da mobili per i visitatori. Di conseguenza, lo Scorpione ha pubblicizzato una riduzione del prezzo: “Ivan Bunin. "Foglia caduta" invece del rublo 60 copechi.

Secondo matrimonio

Nell'ottobre 1906 Bunin, che quell'autunno visse in modo molto caotico, "trasferendosi dagli ospiti ai ristoranti", arrivò ancora una volta a Mosca e soggiornò nelle stanze arredate di Gunst. Tra gli eventi con la sua partecipazione, è stata programmata una serata letteraria nell'appartamento dello scrittore Boris Zaitsev. Alla serata, avvenuta il 4 novembre, era presente la venticinquenne Vera Muromtseva, amica della padrona di casa. Dopo aver letto poesie, Ivan Alekseevich ha incontrato la sua futura moglie.

Vera Muromtseva (1881-1961) era la figlia di Nikolai Muromtsev, membro del consiglio comunale di Mosca, e nipote di Sergei Muromtsev, presidente della Prima Duma di Stato. Suo padre si distingueva per una disposizione molto calma, mentre sua madre, secondo Boris Zaitsev, assomigliava all'eroina di Dostoevskij - "qualcosa come la moglie del generale Yepanchina". Vera Nikolaevna, diplomata ai Corsi superiori per donne, ha studiato chimica, conosceva diverse lingue europee e al momento della sua conoscenza con Bunin era lontana dall'ambiente letterario-bohémien. I contemporanei l'hanno descritta come "una ragazza molto bella con occhi enormi, trasparenti alla luce, come se fossero di cristallo".

Dal momento che Anna Tsakni non ha dato il divorzio a Bunin, lo scrittore non ha potuto formalizzare la sua relazione con Muromtseva (si sono sposati dopo aver lasciato la Russia, nel 1922; Alexander Kuprin era l'uomo migliore). L'inizio della loro vita insieme fu un viaggio all'estero: nell'aprile-maggio 1907 Bunin e Vera Nikolaevna fecero un viaggio nei paesi dell'Est. Nikolai Dmitrievich Teleshov ha dato loro i soldi per il viaggio.

In quei giorni benedetti in cui il sole della mia vita sorgeva a mezzogiorno, quando, nel fiore della forza e della speranza, mano nella mano con colui che Dio giudicò mio compagno di sepoltura, feci il mio primo lungo viaggio, il matrimonio viaggio, che fu allo stesso tempo e pellegrinaggi in Terra Santa.

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Premio Puskin (1909)

L'esperienza infruttuosa di collaborazione con lo Scorpione ha costretto Bunin a rifiutare ulteriori lavori con la casa editrice simbolista; come scrisse lo stesso Ivan Alekseevich, ad un certo momento perse la voglia di interpretare Argonauti, demoni, maghi con "nuovi compagni". Nel 1902 ottenne un altro editore: la partnership di San Pietroburgo "Knowledge". Per otto anni è stato impegnato nella pubblicazione delle opere raccolte dello scrittore. La maggiore risonanza fu causata dall'uscita del 3° volume, che conteneva nuove poesie di Bunin (1906, tiratura 5205 copie, prezzo 1 rublo).

Nell'autunno del 1906 (o nell'inverno successivo), il 3° volume, insieme alla traduzione del Caino di Byron, fu inviato da Bunin all'Accademia delle Scienze per la candidatura al prossimo Premio Pushkin. Due anni dopo, la moglie di Kuprin, Maria Karlovna, informò Ivan Alekseevich che i membri della commissione non avevano ricevuto i suoi libri, e quindi Valery Bryusov era considerato un probabile contendente per il premio. La sovrapposizione potrebbe essersi verificata a causa del fatto che Pyotr Weinberg, morto nell'estate del 1908, fu nominato revisore delle opere di Bunin; i libri che aveva preso per studio erano andati perduti. Bunin ha prontamente reagito alle informazioni ricevute da Kuprina: ha inviato nuovamente all'Accademia delle Scienze il 3° e 4° volume delle sue opere, oltre a una lettera con le dovute spiegazioni.

Nel febbraio 1909, il granduca Konstantin Konstantinovich, che divenne il nuovo recensore delle opere di Bunin, preparò una revisione dei suoi scritti. Il rapporto rilevava che il candidato al premio non era un autore alle prime armi, ma un poeta che "ha superato il duro lavoro di presentare il pensiero poetico con un discorso altrettanto poetico". Allo stesso tempo, secondo il recensore, una descrizione realistica delle esperienze interiori del suo eroe lirico a volte rasenta quasi il cinismo - in particolare, è stata discussa la poesia "Solitudine". Un'analisi dettagliata, che elencava altre "asperità" (vaghezza di pensiero, paragoni senza successo, inesattezze riscontrate confrontando il "Caino" tradotto con l'originale), si è conclusa con un verdetto: le opere di Bunin sottoposte alla commissione non meritano un premio, ma sono abbastanza degni di un "ricordo d'onore".

Questa revisione non ha influito sui risultati delle votazioni e già all'inizio di maggio Alexander Kuprin, che ha ricevuto informazioni sui risultati preliminari del concorso, ha informato Bunin che entrambi avevano ricevuto metà del Premio Pushkin; la lettera diceva scherzosamente: "Non sono arrabbiato con te perché mi hai fischiato mezzo migliaio". Bunin, in risposta, ha assicurato al suo compagno di essere soddisfatto della situazione attuale: "Sono contento ... che il destino abbia collegato il mio nome al tuo". I rapporti tra Kuprin e Bunin erano amichevoli, ma, tuttavia, c'era sempre un elemento di leggera rivalità in loro. Per natura, erano diversi: Alexander Ivanovich mantenne per sempre le qualità di un "bambino grande", mentre Ivan Alekseevich, che divenne presto indipendente, fin dalla sua giovinezza si distinse per la maturità dei suoi giudizi. Secondo le memorie di Maria Karlovna Kuprina, una volta durante una cena nella loro casa, Bunin, orgoglioso dei suoi antenati, definì suo marito "un nobile per madre". In risposta, Kuprin ha composto una parodia della storia di Ivan Alekseevich "Mele Antonov", intitolata "Torta con funghi al latte": "Sono seduto alla finestra, mastico pensieroso un asciugamano e una bella tristezza brilla nei miei occhi ..." .

In ottobre è stato ufficialmente annunciato che il Premio Pushkin per il 1909 è stato diviso tra Bunin e Kuprin; ognuno di loro ha ricevuto 500 rubli. Meno di due settimane dopo, dall'Accademia delle scienze sono arrivate nuove notizie sull'elezione di Bunin a accademico onorario nella categoria delle belle lettere. L'idea corrispondente è stata avanzata in primavera dallo scrittore Konstantin Arsenyev, che, in una caratterizzazione inviata all'Accademia, ha indicato che le opere di Bunin si distinguono per "semplicità, sincerità, abilità artistica della forma". Durante le elezioni per gli accademici onorari, otto voti su nove sono stati espressi per Ivan Alekseevich.

"Giorni maledetti"

Negli anni '10 Bunin e Muromtseva viaggiarono molto: visitarono l'Egitto, l'Italia, la Turchia, la Romania, Ceylon e la Palestina. Alcune delle opere di Ivan Alekseevich (ad esempio, la storia "Fratelli") sono state scritte sotto l'influenza delle impressioni di viaggio. Durante questo periodo furono pubblicati i racconti "The Gentleman from San Francisco" (1915), "Grammar of Love" (1915), "Easy Breath" (1916), "Chang's Dreams" (1916) che ricevettero molte risposte. Nonostante i suoi successi creativi, l'umore dello scrittore era cupo, come dimostrano le annotazioni del suo diario scritte nel 1916: "L'ottusità dell'anima e mentale, la debolezza, la sterilità letteraria continuano". Secondo Bunin, la sua stanchezza era in gran parte dovuta alla prima guerra mondiale, che portò "grande delusione spirituale".

Lo scrittore ha incontrato gli eventi di ottobre a Mosca: insieme a Vera Nikolaevna, ha vissuto nella casa numero 26 in via Povarskaya dall'autunno del 1917 fino alla primavera successiva. Il diario che Ivan Alekseevich tenne negli anni 1918-1920 divenne la base per il suo libro Giorni maledetti, che i ricercatori definirono un documento significativo di un punto di svolta. Rifiutando categoricamente di accettare il potere sovietico, Bunin nei suoi appunti polemizzò effettivamente con la poesia di Blok "I Dodici" scritta nel 1918. Secondo il critico letterario Igor Sukhikh, a quei tempi "Blok ascoltava la musica della rivoluzione, Bunin - la cacofonia della ribellione".

Il 21 maggio 1918 Ivan Alekseevich e Vera Nikolaevna lasciarono Mosca; Yuli Alekseevich Bunin e la moglie di Maxim Gorky, Ekaterina Peshkova, li salutarono alla stazione di Savelovsky. A Odessa, città ben nota allo scrittore, la coppia ha viaggiato in modi difficili: secondo le memorie di Muromtseva, insieme ad altri profughi, hanno viaggiato in un'ambulanza sovraffollata fino a Minsk, quindi hanno effettuato dei trasferimenti; un giorno, in cerca di un posto dove dormire, finirono in una dubbia tana. Ivan Alekseevich e Vera Nikolaevna sono arrivati ​​a Odessa in estate. All'inizio vivevano in una dacia dietro la fontana Bolshoy, poi si trasferirono nella villa dell'artista Yevgeny Bukovetsky, che offrì loro due stanze. In una lettera inviata al critico Abram Dorman nell'autunno del 1918, Bunin riferì di aver provato "dolore, orrore e rabbia continui quando leggeva tutti i giornali".

Bunin ha vissuto a Odessa per quasi un anno e mezzo: ha scritto articoli per pubblicazioni locali, ha diretto il dipartimento letterario del quotidiano Yuzhnoye Slovo e ha partecipato alle attività dell'agenzia OSVAG fondata dal generale Anton Denikin. In conversazioni private, menzionava periodicamente il suo desiderio di arruolarsi nell'esercito volontario. In un'intervista rilasciata al quotidiano Odessky Listok (1918, n. 120), lo scrittore ha parlato in modo molto acuto dei "terribili contrasti" dell'epoca: la coincidenza del centenario di Turgenev con l'anniversario della rivoluzione. Lo scrittore di prosa Ivan Sokolov-Mikitov, che in quel momento parlò con Bunin, disse che a Odessa Ivan Alekseevich era in uno stato estremamente depresso.

Il 24 gennaio 1920 Bunin e Muromtseva salirono a bordo del piccolo piroscafo francese Sparta. Dopo essere rimasta per due (secondo alcune fonti - tre) giorni nella rada esterna, la nave si diresse verso Costantinopoli. Come scrisse Vera Nikolaevna nel suo diario, c'erano così tante persone sulla nave che tutti i ponti, i corridoi e i tavoli erano usati per la notte; lui e Bunin sono riusciti a prendere un letto angusto per due. Il sesto giorno la Sparta si perse, il settimo giorno entrò nel Bosforo, il nono giunse a Tuzla. Poi ci sono state brevi soste in Bulgaria e Serbia. Alla fine di marzo 1920, lo scrittore e il suo compagno giunsero a Parigi.

All'improvviso mi sono svegliato completamente, all'improvviso mi sono reso conto: sì - ecco fatto - sono nel Mar Nero, sono sulla nave di qualcun altro, per qualche motivo sto navigando verso Costantinopoli, in Russia - la fine, e tutto, tutta la mia vita precedente è anche la fine, anche se accade un miracolo e non periamo in questo abisso malvagio e gelido!

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A Parigi e Grasse

Nei primi anni della sua vita in Francia, Bunin fece pochi lavori letterari. Secondo l'ipotesi del poeta Gleb Struve, il temporaneo "impoverimento creativo" dello scrittore era dovuto alla sua acuta reazione alla situazione politica in Russia. Tuttavia, i libri di Ivan Alekseevich continuarono a essere pubblicati: all'inizio degli anni '20 furono pubblicate raccolte delle sue storie scritte nel periodo pre-rivoluzionario a Parigi, Berlino e Praga. Una svolta definitiva avvenne nel 1924. Il 16 febbraio si è tenuto a Parigi un evento chiamato "Missione dell'emigrazione russa", a cui hanno preso parte gli scrittori di prosa Ivan Shmelev, Dmitry Merezhkovsky, lo storico della chiesa Anton Kartashev e altri. Bunin ha fatto un rapporto in cui ha sottolineato che il compito dell'emigrazione russa è rifiutare i "comandamenti leninisti". Rispondendo ai rimproveri di chi credeva che le persone che non hanno riconosciuto la rivoluzione “vogliono che i fiumi scorrano all'indietro”, lo scrittore ha rimarcato: “No, non è così, non vogliamo il contrario, ma solo un flusso diverso ... Russia! Chi osa insegnarmi ad amarla?"

Nello stesso 1924 fu pubblicata a Berlino la raccolta di Bunin "The Rose of Jericho" che, insieme a opere pre-rivoluzionarie, includeva poesie e racconti scritti in Francia. Un anno dopo, la rivista Sovremennye Zapiski (1925, n. 23-24) pubblicò la nuova storia di Bunin, Mitina's Love, che causò un gran numero di recensioni nelle pubblicazioni di emigrati. Poi sono state scritte le storie "Sunstroke", "The Case of Cornet Elagin", "Ida". Nel 1927, lo scrittore iniziò a lavorare al romanzo La vita di Arseniev, in cui iniziò a riprodurre le impressioni che erano state conservate nella sua memoria dall'infanzia e dall'adolescenza. I critici letterari hanno notato che il messaggio sociale insito in Bunin era completamente scomparso dalle opere create nel periodo dell'emigrazione: lo scrittore si è immerso completamente in quel "mondo prerivoluzionario che non poteva essere paragonato all'originale".

Nei mesi invernali, i Bunin, di regola, vivevano in un appartamento parigino situato in via Jacques Offenbach 1. Nella stagione calda, la famiglia si trasferiva solitamente nelle Alpi Marittime, nella villa del Belvedere affittata lì a Grasse. A metà degli anni '20, Galina Kuznetsova apparve nella vita della scrittrice, che i ricercatori chiamarono sua studentessa e "Laura di Grasse". Kuznetsova - la moglie dell'ufficiale D. M. Petrov - lasciò la Russia con suo marito nel 1920. Nella primavera del 1927 ruppe con Petrov e si stabilì a casa di Bunin a Grasse. Il suo libro, Il diario di Grasse, riproduce l'atmosfera quasi idilliaca che regnava nella villa: "Al mattino taglio le rose... riempio di fiori le brocche della casa". Queste annotazioni contrastano con le confessioni del diario di Muromtseva: “Oggi sono tutta sola. Forse è meglio - più libero. Ma l'angoscia è terribile". Kuznetsova visse a Grasse in modo intermittente fino al 1942; nel 1949 si trasferisce negli Stati Uniti.

Nel 1929 lo scrittore Leonid Zurov, poi erede dell'archivio Bunin, si unì agli abitanti della villa di Grasse. La sua conoscenza con Ivan Alekseevich è avvenuta per corrispondenza. La comunicazione per corrispondenza si è conclusa con un invito in Francia; Bunin ha promesso personalmente di occuparsi del visto e di trovare i soldi per il trasloco. Secondo Kuznetsova, il giovane è apparso in casa con valigie contenenti pane nero, mele Antonov venerate da Bunin e miele di tiglio. "Quando I.A. è uscito con lui per la prima volta, si è alzato in piedi, si è allungato di fronte a lui, come per una recensione". Il lavoro di Zurov come segretario di Ivan Alekseevich è durato diversi anni, ma il suo rapporto con i Bunin è durato per decenni.

premio Nobel

La prima nomination di Bunin per il Premio Nobel per la letteratura è avvenuta poco dopo l'arrivo dello scrittore in Francia. All'origine del Nobel "progetto russo" c'era lo scrittore di prosa Mark Aldanov, che scrisse nel 1922 in uno dei questionari che nell'ambiente degli emigranti le figure più autorevoli sono Bunin, Kuprin e Merezhkovsky; la loro candidatura congiunta per il premio potrebbe aumentare il prestigio della "letteratura russa in esilio". Con una proposta per una tale nomina, Aldanov si è rivolto a Romain Rolland. Ha risposto che era pronto a sostenere Bunin separatamente, ma non insieme a Merezhkovsky. Inoltre, lo scrittore di prosa francese ha notato che se Gorky fosse stato tra i contendenti, gli avrebbe dato la sua preferenza. Di conseguenza, Rolland ha apportato modifiche all'elenco proposto da Aldanov: in una lettera inviata alla Fondazione Nobel, ha indicato tre nomi: Bunin, Gorky e Balmont. Il Comitato per il Nobel fece domande su ciascuna delle nomination e il premio nel 1923 andò al poeta irlandese William Yeats. In futuro, gli scrittori emigranti non abbandonarono i tentativi di nominare Bunin. Quindi, nel 1930, Aldanov ne negoziò con Thomas Mann. In primo luogo ha detto che, nel rispetto di Ivan Alekseevich, era difficile fare una scelta tra lui e un altro scrittore russo, Ivan Shmelev. Più tardi, Mann ha ammesso che poiché nella lista dei candidati c'è un rappresentante della letteratura tedesca, lui, in quanto tedesco, è pronto a votarlo.

Muromtseva fu il primo a sapere dell'assegnazione del Premio Bunin per il 1933. Secondo le sue memorie, la mattina del 9 novembre è arrivato nella loro villa di Grasse un telegramma del traduttore svedese Kalgren, che ha posto una domanda sulla cittadinanza di Ivan Alekseevich. La risposta è stata inviata alla Svezia: "Esilio russo". Nel pomeriggio Bunin e Galina Kuznetsova sono andate al cinema. Durante la sessione, Leonid Zurov è apparso nella sala, chiedendo allo scrittore di smettere di guardare e tornare a casa, - secondo la segretaria, Vera Nikolaevna ha ricevuto una telefonata da Stoccolma; nonostante la scarsa qualità del collegamento, è riuscita a distinguere la frase: "Suo marito è un premio Nobel, vorremmo parlare con Monsieur Bunin!" Le informazioni sul premio si sono diffuse rapidamente - durante la serata giornalisti e fotoreporter sono arrivati ​​a Grasse. Lo scrittore Andrei Sedykh, che assunse temporaneamente parte delle funzioni di segreteria, disse in seguito che quel giorno i Bunin non avevano soldi e niente da pagare per il lavoro dei corrieri che portavano costantemente telegrammi di congratulazioni.

Il testo ufficiale dell'Accademia svedese affermava che "Il Premio Nobel per la letteratura ... viene assegnato a Ivan Bunin per la rigorosa abilità con cui sviluppa le tradizioni della prosa classica russa". Nell'ambiente creativo, la reazione al premio è stata ambigua. Quindi, se il compositore Sergei Rachmaninov è stato tra i primi a inviare un telegramma da New York con le parole “ I miei più sinceri complimenti", quindi Marina Cvetaeva ha espresso disaccordo con la decisione dell'accademia - la poetessa ha notato che Gorky o Merezhkovsky meritavano il premio in misura molto maggiore: "Gorky è un'era e Bunin è la fine di un'era".

La cerimonia di premiazione ebbe luogo il 10 dicembre 1933 nella Stockholm Concert Hall. Nel discorso del Nobel, a cui lo scrittore ha lavorato a lungo, Bunin ha osservato che il premio è stato assegnato per la prima volta a uno scrittore esiliato. La medaglia del Nobel e il diploma del vincitore gli furono consegnati dal re di Svezia Gustavo V. Lo scrittore ricevette un assegno di 170.331 corone svedesi (715.000 franchi). Ivan Alekseevich ha trasferito parte del premio ai bisognosi. Secondo lui, nei primissimi giorni dopo la notizia della decisione dell'Accademia, ha ricevuto quasi 2.000 lettere da persone in una situazione finanziaria difficile, quindi "ho dovuto distribuire circa 120.000 franchi".

Durante la seconda guerra mondiale

All'inizio della seconda guerra mondiale i Bunin si trasferirono nella villa d'alta montagna Jeannette, situata alla periferia di Grasse, vicino alla strada napoleonica. Lì Ivan Alekseevich e Vera Nikolaevna vissero quasi senza interruzione per circa sei anni. Oltre a loro, nella villa erano costantemente presenti amici e conoscenti di famiglia. L'ultimo piano era occupato da Galina Kuznetsova e dalla sua amica Margarita Stepun, sorella del filosofo Fëdor Stepun. Nel 1940 Leonid Zurov tornò a Grasse. Il pianista americano Alexander Lieberman e sua moglie hanno trovato un rifugio temporaneo nella casa di Bunin. Secondo le memorie di Lieberman, nel 1942, quando lui e sua moglie, dopo aver appreso degli imminenti arresti di ebrei stranieri a Cannes, stavano cercando una "sotterranea", Ivan Alekseevich insistette per sistemarli a Jeannette: "Così abbiamo fatto - e abbiamo speso diversi giorni allarmanti». Dal 1940 al 1944 fu in casa di Bunin lo scrittore Alexander Bakhrakh, che si recò lui stesso nella villa con la richiesta di dargli asilo. Muromtseva gli organizzò una cerimonia battesimale in una piccola chiesa e Zurov, tramite un sacerdote che conosceva, compilò i documenti che, durante il suo arresto per strada, salvarono la vita di Bakhrakh. Successivamente, Alexander Vasilyevich ha pubblicato il libro "Bunin in a Dressing Gown", in cui, in particolare, ha menzionato che tra gli ospiti dello scrittore c'era la nipote di Pushkin, Elena Rosenmayer, portata da Ivan Alekseevich da Nizza.

L'artista Tatyana Loginova-Muravyova, che era a Grasse durante gli anni della guerra, ha detto che Bunin ascoltava costantemente i notiziari inglesi e svizzeri alla radio. Nel suo ufficio erano appese mappe su cui lo scrittore prendeva appunti con le frecce. Nei suoi diari registrava quasi quotidianamente informazioni sul movimento delle truppe sovietiche. Da messaggi radiofonici e lettere, Ivan Alekseevich ha appreso del destino dei suoi amici: “Balmont e il professor Olan sono morti. Scomparso dal mondo e dalla mia vita Balmont! E vedo vividamente la mia conoscenza con lui a Mosca, nelle stanze di Madrid sulla Tverskaya ... Una lettera di Vera Zaitseva: Nilus è morto.

Durante la guerra, la villa Jeannette perse la sua originaria rispettabilità: cessò di funzionare sistema di riscaldamento, ci sono state difficoltà con l'approvvigionamento idrico ed elettrico, mobili fatiscenti. Nelle lettere ai conoscenti, Bunin ha menzionato "una solida carestia nelle caverne". Il premio Nobel è stato speso, non sono previste nuove pubblicazioni; secondo le memorie di Zurov, Bunin ricevette offerte per lavorare in pubblicazioni pubblicate nelle terre occupate, ma Ivan Alekseevich rifiutò. In quei giorni scriveva: “Ero ricco - ora, per volontà del destino, sono diventato improvvisamente povero ... Ero famoso in tutto il mondo - ora nessuno al mondo ha bisogno ... Voglio davvero andare casa!" Cercando di ottenere almeno una piccola quota, Ivan Alekseevich chiese ad Andrei Sedykh, partito per gli Stati Uniti, di pubblicare il libro Dark Alleys, che includeva opere scritte nel 1937-1942. Nella lettera, Bunin ha notato di aver accettato qualsiasi condizione. Andrey Sedykh, che ha creato la casa editrice Novaya Zemlya a New York appositamente per questo progetto, ha pubblicato Dark Alleys in russo nel 1943 con una tiratura di 600 copie. Molti problemi sorsero con la versione inglese del libro e fu pubblicata dopo la guerra. Per "Dark Alleys" Bunin è stato pagato 300 dollari.

Aspetto, carattere, stile di vita

Bunin era un nobile di nascita, ma il suo modo di vivere, soprattutto in gioventù, si rivelò simile a quello di Raznochinsky. partire presto casa dei genitori(e fino alla fine della sua vita senza trovare la propria), faceva affidamento solo su se stesso. Per molti anni il suo rifugio è stato affittato ad angoli, camere arredate, hotel: viveva o a Stolichnaya, oa Patchwork, o nel villaggio o negli appartamenti di amici. In conversazioni private, lo scrittore ha ammesso di essere stato tormentato dalla sua giovinezza da "passioni contraddittorie". La poetessa Irina Odoevtseva ha suggerito che sia la sua indole sfrenata che la capacità di compiere atti eroici erano in gran parte determinati dalla sua eredità: "aveva nervosismo ... non solo dal padre alcolizzato, ma anche dalla madre martire". Le persone che hanno comunicato con Ivan Alekseevich hanno prestato attenzione al suo senso dell'olfatto, dell'udito e della vista insolitamente acuti - lui stesso ha definito la sua ipersensibilità "interna". Secondo Bunin, in gioventù distinse facilmente stelle che altre persone potevano vedere solo con l'aiuto di potenti strumenti ottici; grazie al suo ottimo udito, poteva sentire il suono dei campanacci dei cavalli che si avvicinavano a pochi chilometri dalla casa. La sua "visione mentale e udito" erano altrettanto acuti.

I ricordisti hanno scritto della "postura signorile" di Bunin, della sua innata eleganza, della sua capacità di trattenersi liberamente e di sentirsi naturale in qualsiasi società. Secondo la moglie di Kuprin, Maria Karlovna, suo marito - anche nella maggior parte dei casi abiti alla moda- accanto a Ivan Alekseevich, sembrava goffo e goffo. Tatyana Loginova-Muravyova, che ha osservato l'aspetto di Bunin come artista, ha attirato l'attenzione sulla mobilità di tutti i lineamenti del suo viso; a volte sembrava che anche i suoi occhi potessero cambiare colore a seconda dell'umore: potevano essere verdi, grigi, blu. Lo scrittore sapeva della sua "multilateralità", quindi ha accettato con riluttanza le proposte degli artisti di lavorare sui suoi ritratti.

Bunin considerava la mattina il momento migliore per lavorare - di norma, si sedeva alla scrivania prima di colazione. Sia i redattori che i colleghi sapevano della sua severità nei confronti della parola e di qualsiasi segno di punteggiatura: Kuprin, in una conversazione con Ivan Alekseevich, una volta ha notato che "il sudore è visibile in ogni riga". Secondo le memorie di Mark Vishnyak, un impiegato del giornale parigino Sovremennye Zapiski, l'atteggiamento di Bunin nei confronti della costruzione di una frase nel testo raggiungeva talvolta una «dolorosa scrupolosità»; le case editrici con cui collaborava, prima di sottoporre il manoscritto per la pubblicazione, riceveva telegrammi urgenti con richieste di modifica della parola o di risistemazione della virgola. Lo scrittore ha spiegato il suo desiderio di effettuare immediatamente l'ultima revisione come segue: "Tolstoj ha chiesto a Severny Vestnik cento prove de Il maestro e l'operaio ... E ne chiedo solo due!" La riforma dell'ortografia russa, in cui yat ed erik sono scomparsi dall'alfabeto, Ivan Alekseevich ha incontrato molto negativamente - ha affermato che "la" foresta "senza" yati "perde tutto il suo sapore resinoso".

Le opinioni dei contemporanei sul personaggio di Bunin si sono rivelate contraddittorie. In alcuni ricordi veniva presentato come un interlocutore facile e spiritoso, che, tuttavia, non poteva essere definito una persona aperta. Altri hanno scritto che nell'ambiente creativo era percepito come uno scrittore acuto, litigioso e scortese. Secondo Irina Odoevtseva, a volte "potrebbe essere molto sgradevole senza nemmeno accorgersene". Ivan Alekseevich ha aiutato molto coloro che avevano bisogno di supporto, ma allo stesso tempo amava il fatto che i suoi studenti lo accompagnassero agli eventi: una tale dimostrazione pubblica del "seguito" a volte irritava i suoi colleghi, che chiamavano i seguaci dello scrittore "il balletto della fortezza di Bunin".

Secondo Bunin, non ha mai saputo gestire correttamente il denaro e il premio Nobel, che, secondo i calcoli di amici, potrebbe fornire allo scrittore una vecchiaia confortevole, è stato sprecato molto rapidamente. I Bunin non acquistarono le proprie abitazioni, non stanziarono somme "per una giornata piovosa". Andrei Sedykh, che, insieme a Ivan Alekseevich, ha smistato la posta arrivata a Grasse dopo aver ricevuto il premio, ha ricordato le lettere che arrivavano da tutto il mondo. Quando un certo marinaio chiese allo scrittore di mandargli 50 franchi, questi rispose alla richiesta. Altrettanto facilmente, ha fatto regali ad ammiratori sconosciuti e Vera Nikolaevna ha distribuito denaro agli scrittori per pubblicare libri o pagare i loro studi. La scrittrice Zinaida Shakhovskaya ha affermato che l'open house del Bunin ha attirato sia editori senza scrupoli che avvocati con una reputazione dubbia. L'impraticabilità della famiglia ha portato al fatto che tre anni dopo aver ricevuto il premio, Ivan Alekseevich ha scritto nel suo diario: "Gli agenti che riceveranno sempre interessi da me, restituiscono le opere raccolte gratuitamente ... Non un centesimo di reddito in denaro ... E la vecchiaia è avanti. Uscita in circolazione.

L'anno scorso. Morte

Dopo la guerra, i Bunin tornarono nel loro appartamento parigino. Nel giugno 1946, l'Unione Sovietica ha emesso un decreto "Sul ripristino della cittadinanza dell'URSS dei sudditi dell'ex impero russo, nonché delle persone che avevano perso Cittadinanza sovietica residente in Francia». Come scrisse in quei giorni Vera Nikolaevna, la pubblicazione del documento ha causato molti disordini nell'ambiente degli emigranti, in alcune famiglie c'era una divisione: "Alcuni volevano andare, altri volevano restare". Bunin, rispondendo a una domanda di un corrispondente di Russkiye Novosti sul suo atteggiamento nei confronti del decreto, ha osservato con moderazione che sperava che questa "misura generosa" fosse estesa ad altri paesi in cui vivono gli emigranti, in particolare in Bulgaria e Jugoslavia. L'ambasciatore dell'URSS in Francia, Alexander Bogomolov, ha tenuto due incontri, durante i quali hanno parlato, oltre a lui, Konstantin Simonov e Ilya Ehrenburg, arrivati ​​a Parigi. Inoltre, l'ambasciatore ha invitato personalmente Bunin a fare colazione; durante l'incontro, Ivan Alekseevich è stato invitato a tornare in patria. Secondo Bogomolov, lo scrittore ha ringraziato per l'offerta e ha promesso di pensarci. Ecco cosa ricorda Konstantin Simonov a riguardo:

Parlando di ritorno, ha detto che, ovviamente, vuole davvero andare, vedere, visitare luoghi familiari, ma la sua età è imbarazzante. Troppo tardi, troppo tardi... Sono già vecchio e non ci sono amici rimasti in vita. Degli amici intimi, è rimasto solo Teleshov, e anche lui, temo, non sarebbe morto fino al mio arrivo. Ho paura di sentirmi vuoto. (...) E mi sono affezionato alla Francia, mi ci sono abituato moltissimo, e sarebbe stato difficile per me svezzarla. Ma prendere un passaporto e non andare, stare qui con un passaporto sovietico - perché prendere un passaporto se non per andare? Dal momento che non ci vado, vivrò come ho vissuto, non si tratta dei miei documenti, ma dei miei sentimenti ...

Costantino Simonov

Il ritorno non avvenne e Bunin, avendo un passaporto di emigrante, rimase apolide fino ai suoi ultimi giorni.

Nel dopoguerra iniziarono a essere ripristinati i legami con gli scrittori sovietici. Konstantin Simonov, che ho incontrato in uno degli incontri, ha visitato Bunin a casa più di una volta. A giudicare dai diari di Muromtseva, era alquanto allarmata dai discorsi sul benessere di Simonov, e il messaggio che aveva segretari e stenografi le faceva pensare ai problemi degli scrittori emigrati: “Zaitsev non ha una [macchina da scrivere], Zurov ha una minimo per vita normale, Yan [Ivan Alekseevich] ha l'opportunità di andare a curare la bronchite. A quel tempo, Bunin ricevette alcune opere letterarie che furono pubblicate in URSS - ad esempio, lesse e parlò molto calorosamente di Vasily Terkin di Alexander Tvardovsky e della storia "Tavern on Braginka" di Konstantin Paustovsky.

Nel 1947 Bunin, a cui fu diagnosticato un enfisema, si recò nella località di Juan-les-Pins, situata nel sud della Francia, su insistenza dei medici. Dopo aver subito le cure, tornò a Parigi e riuscì a partecipare ad un evento organizzato da amici in suo onore; nell'autunno dello stesso 1947 ebbe luogo ultima esibizione davanti a un vasto pubblico. Presto Ivan Alekseevich si rivolse ad Andrei Sedykh con una richiesta di aiuto: "Sono diventato molto debole, sono rimasto a letto per due mesi, sono fallito ... Sono andato al 79esimo anno e sono così povero che non lo faccio so per niente cosa e come esisterò”. Sedykh riuscì a negoziare con il filantropo americano Frank Atran per trasferire allo scrittore una pensione mensile di 10.000 franchi. Questo denaro fu inviato a Bunin fino al 1952; dopo la morte di Atran, i pagamenti cessarono.

Nell'ottobre 1953 la salute di Ivan Alekseevich peggiorò drasticamente. Gli amici di famiglia che aiutavano Vera Nikolaevna a prendersi cura dei malati erano quasi costantemente in casa, incluso Alexander Bakhrakh; Il dottor Vladimir Zernov veniva ogni giorno. Poche ore prima della sua morte, Bunin chiese alla moglie di leggergli ad alta voce le lettere di Cechov. Come ha ricordato Zernov, l'8 novembre è stato chiamato dallo scrittore due volte: la prima volta ha eseguito le necessarie procedure mediche e quando è arrivato di nuovo Ivan Alekseevich era già morto. La causa della morte, secondo il medico, era l'asma cardiaco e la sclerosi polmonare. Bunin fu sepolto nel cimitero di Saint-Geneviève-des-Bois. Il monumento sulla tomba è stato realizzato secondo un disegno dell'artista Alexandre Benois.

Creazione

Poesia

Bunin, che pubblicò diverse raccolte di poesie e ricevette per esse due premi Pushkin, ebbe una lunga reputazione nella comunità letteraria come pittore di paesaggi vecchio stile. Negli anni della sua giovinezza, la poesia russa era alla ricerca di nuove forme di espressione personale e Bunin, un aderente ai classici, sembrava conservatore sullo sfondo di Bryusov, che portava il "respiro delle strade cittadine" nei testi, o il primo Blok con i suoi eroi instabili, penetrando nel cuore della vita. Come ha scritto Maximilian Voloshin nella sua recensione, rispondendo alla raccolta di Bunin "Poems" (1903-1906, la casa editrice "Knowledge"), Ivan Alekseevich si è rivelato distaccato "dal movimento generale nel campo dei versi russi". Allo stesso tempo, secondo Voloshin, dal punto di vista della pittura, i dipinti poetici di Bunin hanno raggiunto "i punti finali della perfezione".

Nei testi del giovane Bunin, si può sentire l'influenza di Yakov Polonsky, Apollo Maykov, Alexei Zhemchuzhnikov e Afanasy Fet. Il critico Konstantin Medvedsky, analizzando le opere dei vincitori del Premio Pushkin per il 1903, ha citato diverse citazioni dalla raccolta di Bunin "Foglie che cadono", in cui si trova la "scuola Fet", in particolare queste sono le righe: "L'acqua cava infuria, - / Fa rumore sia sordo che persistente. / Mandrie di torri migratorie / Gridano allegramente e in modo importante ”. Inoltre, i contemporanei di Ivan Alekseevich associarono i suoi schizzi poetici ai paesaggi delle opere in prosa di Turgenev e Cechov. Nei primi decenni del 20 ° secolo, i critici desideravano che Bunin si liberasse rapidamente dei "rehashing" e intraprendesse un percorso indipendente nella poesia.

Il tema principale delle prime poesie di Bunin era la natura con le sue stagioni, i "cieli grigi" e le "foreste su pendii lontani". Più tardi, arrivò la svolta delle riflessioni filosofiche, quando tra gli elementi del paesaggio apparvero cimiteri e lapidi e l'eroe lirico si rivolse a problemi cosmici, iniziò a cercare risposte a domande eterne: "E l'ombra svanisce, e la luna si muove, / Immersa nella sua pallida luce, come in fumo, / E sembra che quasi io capirò / L'invisibile - camminando nel fumo". Bunin ha poche poesie sull'amore, ma le esperienze intime dei suoi personaggi sono diventate una sorta di prologo opere in prosa Ivan Alekseevich, scritto molto più tardi. Ad esempio, nei suoi testi d'amore c'è quella sensualità che è caratteristica dell'eroe di "Mitya's Love" ( “Sono andato da lei a mezzanotte. / Stava dormendo - splendeva la luna"), così come la tristezza che appare nel racconto "Respirazione facile" ("Un sagrato, una cappella sopra la cripta, / Corone, lampade icona, immagini / E in una cornice intrecciata con crepe - / Grandi occhi chiari").

Storie e romanzi

Il debutto di Bunin come scrittore di prosa ebbe luogo nel 1893, quando la sua storia "A Village Sketch" fu pubblicata sulla rivista di San Pietroburgo "Russian Wealth", che in seguito ricevette un nome diverso: "Tanka". L'editore di Russian Wealth, Nikolai Mikhailovsky, dopo aver letto il manoscritto, scrisse all'autore ventitreenne che col tempo sarebbe "diventato un grande scrittore". Negli anni successivi, i suoi racconti Kastryuk, To the End of the World, Antonov Apples, A Little Romance e altri furono pubblicati in varie pubblicazioni. I critici hanno mostrato un moderato interesse per il lavoro del giovane Bunin, hanno menzionato i "colori poetici" presenti nella sua prosa, ma per il momento nessuna delle opere di Ivan Alekseevich è stata percepita nella comunità letteraria come un grande evento. Secondo Korney Chukovsky, le sue prime "semi-elegie, semi-romanzi ... mancavano di ferro e pietra".

La svolta è avvenuta dopo l'uscita del racconto "The Village". Bunin iniziò a lavorarci su nel 1909, leggeva estratti nei circoli letterari e se ne parlava molto prima che il manoscritto fosse inviato per la pubblicazione. Il quotidiano Birzhevye Vedomosti (1909, n. 11348) scrisse che il nuovo lavoro di Bunin avrebbe probabilmente "causato conversazioni e controversie da destra e da sinistra". La prima parte de "Il Villaggio" è stata pubblicata in " Mondo moderno"Nel marzo 1910, e la prima recensione apparve anche prima della pubblicazione del numero - l'editorialista del quotidiano Morning of Russia V. Baturinsky riuscì a conoscere la versione di correzione di bozze in redazione e, prima dei suoi colleghi, preparò una recensione in cui ha definito la storia "un'opera eccezionale stagione in corso". Sia la critica che gli scrittori sono stati coinvolti nella discussione su The Village: l'autore è stato accusato di “perdere il senso della credibilità artistica” (G. Polonsky); è stato accusato di "aver paura dei propri studi e schizzi" (Alexander Amfiteatrov); la storia è stata descritta come "un libro oltraggioso e completamente falso" (A. Yablonovsky). Tra coloro che hanno sostenuto Bunin c'era Zinaida Gippius, che ha notato nel diario "Russian Thought" (1911, n. 6) che la storia "The Village" è rigorosa, semplice e armoniosa: "... ci credi semplicemente".

Nonostante l'acutezza delle valutazioni individuali, The Village, così come la storia che Sukhodol pubblicò dopo di esso (Bollettino d'Europa, 1912, n. 4), si assicurarono la reputazione di Bunin come ricercato scrittore di prosa: le sue opere divennero molto più disposte ad acquisire riviste e giornali, e "L'Associazione A.F. Marx per l'editoria e la stampa ha offerto allo scrittore di concludere un contratto per l'uscita della collezione completa delle sue opere. L'edizione in sei volumi fu pubblicata nel 1915 in una tiratura davvero impressionante: 200.000 copie.

Nello stesso anno apparve la storia di Bunin "The Gentleman from San Francisco". Secondo Muromtseva, Ivan Alekseevich ha avuto l'idea per il lavoro durante il viaggio su un battello a vapore in rotta dall'Italia. Tra i passeggeri è iniziata una discussione sulla disuguaglianza sociale e lo scrittore ha invitato il suo avversario a presentare la propria nave in una sezione: sul ponte superiore le persone passeggiano e bevono vino, e negli scompartimenti inferiori lavorano: "È giusto?" . La storia è stata generalmente ben accolta dai revisori: ad esempio, lo storico letterario Abram Derman (Russian Thought, 1916, n. 5) vi ha trovato alcuni tecniche artistiche caratteristico di Leo Tolstoj, ad esempio, un processo per morte, e la scrittrice Elena Koltonovskaya, che in precedenza aveva riscontrato molti difetti nella prosa di Bunin, dopo l'uscita di The Gentleman da San Francisco definì Ivan Alekseevich "il più grande rappresentante della nuova letteratura. " Alexander Izmailov ha apprezzato questo lavoro in modo più moderato, a cui la storia di un ricco americano di 58 anni che è andato nel Vecchio Mondo per divertirsi sembrava troppo tesa - secondo il critico, potrebbe adattarsi al formato di un piccolo schizzo.

Una delle ultime opere d'arte scritte da Bunin nel periodo pre-rivoluzionario fu il racconto "Easy Breathing" ("Parola russa", 1916, n. 83). La storia della studentessa delle superiori Olya Meshcherskaya, uccisa a colpi d'arma da fuoco in stazione da un ufficiale cosacco, è stata inventata dallo scrittore mentre passeggiava per il cimitero dell'isola di Capri, quando vide il ritratto di una ragazza allegra su uno dei le lapidi. La giovane eroina della storia è così speciale tipo femminile, che ha sempre interessato Ivan Alekseevich - c'è un mistero in esso che soggioga gli uomini e li fa commettere atti sconsiderati. La stessa galleria di immagini femminili fatali, in possesso di un dono naturale per l'accattivante, include i personaggi delle storie di Bunin "Klasha" e "Aglaya", così come la storia "Mitya's Love" creata già in esilio.

Nella storia "Mitya's Love", pubblicata per la prima volta sulla rivista parigina "Modern Notes" (1925, n. 13-14) e racconta l'amore della studentessa Mitya per Katya, una studentessa di una scuola di teatro privata, ci sono motivi autobiografici . Non riguardano la trama, ma la profondità dei sentimenti vissuti dal giovane eroe, e fanno ricordare l'angoscia mentale del giovane Bunin, che ha perso Varvara Pashchenko. Le sue caratteristiche - "incostanza, inaffidabilità dei sentimenti" - sono indovinate nell'immagine di Katya. Come ha scritto Muromtseva, "In nessun luogo Ivan Alekseevich ha rivelato le sue esperienze d'amore, come in Mitya's Love, nascondendole accuratamente". Questa storia, stilisticamente rievocativa di un lungo poema in prosa, segna una nuova tappa nel lavoro di Bunin:

Prima di Bunin, non scrivevano d'amore in quel modo. L'innovazione di Bunin sta nel fatto che il coraggio moderno ("modernità", come si diceva allora) nel rappresentare i sentimenti dei personaggi si combina con la chiarezza classica e la perfezione della forma verbale. Le esperienze di Mitya, dotato di straordinaria emotività, in grado di sentire il risveglio della natura e di se stesso con esorbitante acutezza, dolore e beatitudine... sono senza dubbio autobiografiche.

Anna Saakyants

Il libro "Dark Alleys" (1943-1946), a cui lo scrittore lavorò negli anni prebellici e bellici, provocò reazioni contrastanti tra colleghi e lettori di Bunin. Se il poeta Gleb Struve ha nominato le opere incluse nella raccolta, " le migliori storie sulla passione per l'amore nella letteratura russa", quindi Mark Aldanov ha informato l'autore delle lettere ricevute dai redattori del "New Journal", che ha pubblicato diversi racconti. Secondo Aldanov, gli abbonati della pubblicazione erano indignati per l'eccesso di scene erotiche e un certo scienziato ha inviato una lettera chiedendo: "Beh, come puoi? Ho una moglie." La collezione, il cui nome è stato suggerito allo scrittore dai versi di Nikolai Ogarev "Tutto intorno fiorivano i cinorrodi scarlatti, / C'erano vicoli di tigli scuri", includeva le storie "Rusya", " ora tarda”,“ Cold Autumn ”,“ Muse ”,“ Young Lady Clara ”,“ Iron Wool ”e altri.

"La vita di Arseniev"

L'idea del romanzo "La vita di Arseniev" - un libro che influenzò la decisione dell'Accademia svedese di assegnare il Premio Nobel - giunse a Bunin nell'ottobre del 1920, alla vigilia del suo cinquantesimo compleanno. Qualche tempo dopo, nel 1921, lo scrittore fece degli schizzi preliminari in cui tentò di delineare lo schema di un'opera sulla crescita e sul diventare una persona. Inizialmente, i suoi titoli variavano: "Il libro della mia vita", "All'origine dei giorni", "Note senza nome". L'idea si è formata per diversi anni e il lavoro diretto è iniziato il 27 giugno 1927. A giudicare dalle memorie di Muromtseva, ogni volta, completando la parte successiva, Ivan Alekseevich intendeva smettere di lavorare - sosteneva che "la vita umana non può essere scritta". Di conseguenza, Bunin ha creato cinque parti e "ha portato" il suo eroe Alexei Arseniev all'età di vent'anni.

I ricercatori non sono giunti a un consenso sul genere del romanzo di Bunin. Il critico letterario Boris Averin, che ha studiato la storia creativa dell'opera, ha notato che i primi manoscritti dell'autore, che riflettevano il "corso della memoria", ci consentono di parlare della "Vita di Arseniev" come di una prosa di memorie. Allo stesso tempo, durante le correzioni, Ivan Alekseevich ha deliberatamente preso le distanze dagli eroi dell'opera: ha cambiato i nomi e rimosso dal testo quei dettagli in cui sarebbero stati indovinati episodi della sua stessa biografia. Secondo la critica letteraria Anna Saakyants, "The Life of Arseniev" ha unito diversi generi: il libro ha intrecciato una biografia artistica, memorie, prosa lirica e filosofica. Il critico letterario Igor Sukhikh ha scritto che la base del romanzo è "una trasformazione poetica del passato". Lo stesso Bunin ha esortato a non prendere la storia di Alexei Arseniev come la storia dell'autore; ha spiegato che la vita di Arseniev è "l'autobiografia di una persona fittizia".

La quinta parte dell'opera, originariamente chiamata "Lika", è definita dai ricercatori la più importante: è in essa che l'eroe cresce, vivendo il primo sensazione acuta. La prova dell'amore fa nascere in lui un artista e un poeta. L'ipotesi che il prototipo dell'amata Lika di Alexei Arsenyev sia Varvara Pashchenko è stata ripetutamente confutata da Muromtseva. Secondo lei, l'eroina combinava le caratteristiche di quelle donne che Bunin amava in diversi anni. Ad esempio, esteriormente l'eroina di "La vita di Arseniev" ricorda più la prima moglie dello scrittore, Anna Nikolaevna Tsakni; i singoli episodi riproducono i dettagli della relazione che si sviluppò tra Bunin e la stessa Muromtseva. Tuttavia, il sentimento provato da Alexei Arsenyev nei confronti della Lika coincide in gran parte con le esperienze del giovane Bunin. Le ultime righe del romanzo ("L'ho vista di recente in un sogno ...") sono vicine alla confessione che risuonava in una delle lettere di Ivan Alekseevich dopo essersi separato da Pashchenko: "Ti ho visto oggi in un sogno - sembravi sii sdraiato, dormiente, vestito, alla tua destra”.

Ne La vita di Arseniev, Bunin fece ciò che, senza rendersene conto, sognava il giovane Arseniev quando aveva sete di scrivere e non sapeva cosa scrivere. Qui viene mostrata la cosa più semplice e profonda che si possa mostrare nell'arte: la visione diretta del mondo da parte dell'artista: non pensare al visibile, ma al processo stesso del vedere, il processo della visione intelligente.

Vladislav Khodasevich

Giornalismo, diari, memorie

Nel periodo prerivoluzionario, molti contemporanei di Bunin vedevano in lui solo un freddo scrittore quotidiano, che ricordava con nostalgia i nidi nobili che scomparivano. La comparsa delle sue note polemiche, articoli e saggi sugli eventi di ottobre ha permesso ai lettori di vedere un altro Bunin - sarcastico e caustico, che percepiva la rivoluzione come una rivolta russa e i suoi partecipanti come attori dal romanzo "Demoni". Secondo il critico letterario Oleg Mikhailov, molti degli articoli di Ivan Alekseevich scritti a quel tempo erano simili ai monologhi dei personaggi di Dostoevskij. Sulla stampa emigrata degli anni '20, Bunin pubblicò pubblicazioni in cui, da un lato, insisteva nel rifiutarsi di scendere a compromessi con i bolscevichi e, dall'altro, dava voti alti ai leader del movimento bianco. Lo scrittore conosceva personalmente il generale Denikin e ne parlava come di una persona nobile e facile da comunicare. L'ammiraglio Alexander Kolchak, secondo Ivan Alekseevich, meritava un posto speciale nella storia: "Verrà il momento in cui il suo nome sarà iscritto in lettere d'oro negli annali della terra russa".

Nel 1925, il quotidiano emigrato parigino Vozrozhdenie iniziò a pubblicare estratti dai diari di Bunin, che furono chiamati Giorni maledetti. I ricercatori prestano attenzione al fatto che le annotazioni quotidiane che Ivan Alekseevich teneva negli anni 1918-1920 differiscono dai diari presentati nella versione del libro. Lo scrittore ha preparato per la stampa non tanto un diario di calendario quanto un diario a mosaico, che include molti frammenti sparsi. La prima parte di "Cursed Days" consiste principalmente in schizzi in miniatura che ricreano l'atmosfera generale nella Mosca post-rivoluzionaria: lo scrittore aggiusta i testi dei manifesti stradali, i titoli dei giornali, i commenti casuali dei passanti. L'immagine della città è creata dai volti strappati alla folla, che lampeggiano con velocità caleidoscopica, come in una fotografia momentanea. La seconda parte, che racconta Odessa nel 1919, è dominata da racconti e appunti.

C'era V. Kataev (giovane scrittore). Il cinismo dei giovani di oggi è davvero incredibile. Disse: “Per centomila ucciderò chiunque. Voglio mangiare bene, voglio avere un buon cappello, scarpe eccellenti ... ”Sono uscito con Kataev a fare una passeggiata e all'improvviso per un minuto ho sentito il fascino della primavera con tutto me stesso, che quest'anno ( per la prima volta in vita mia) non mi sentivo affatto.

IA Bunin. giorni maledetti

Dalla seconda metà degli anni '20, il messaggio politico iniziò gradualmente a lasciare il giornalismo di Bunin: lo scrittore si concentrò su articoli e memorie di critica letteraria, pubblicò il libro "La liberazione di Tolstoj" (1937), scrisse saggi sui Semyonov-Tyan-Shansky e la poetessa Anna Bunina, iniziarono a memorizzare memorie su Cechov, che rimasero incompiute e furono pubblicate da Muromtseva dopo la morte di Ivan Alekseevich. L'ex polemica tornò a Bunin mentre lavorava al libro "Memorie", pubblicato nel 1950 - in esso, secondo i ricercatori, lo scrittore ottantenne dimostrò il temperamento che lo caratterizzava nel periodo post-rivoluzionario. Come disse Andrei Sedykh, che visitò Ivan Alekseevich a Parigi nell'estate del 1949, un giorno il proprietario della casa lesse agli ospiti estratti delle Memorie, che non erano ancora state completate. Lo scrittore Teffi e il poeta Georgy Adamovich, presenti alla lettura, sperimentarono una certa confusione a causa delle dure valutazioni che Bunin diede a molti suoi contemporanei. Sedykh ha cercato di ammorbidire la situazione con la frase: “Sei una persona gentile, Ivan Alekseevich! Tutti sono stati accolti".

Traduzioni

Bunin, che lasciò la palestra dopo la quarta elementare, era costantemente impegnato nell'autoeducazione. Così, all'età di sedici anni, iniziò a studiare seriamente lingua inglese, e dentro anni maturi- per il bene di leggere e tradurre le opere di Adam Mickiewicz - padroneggia in modo indipendente il polacco. Il debutto di Ivan Alekseevich come traduttore avvenne nella seconda metà degli anni ottanta dell'Ottocento. Egli stesso in seguito ammise che, dopo aver ripreso la traduzione in russo della tragedia di Shakespeare Amleto, "se ne tormentava con straordinario e sempre crescente piacere". In diversi periodi della sua vita, Bunin si dedicò come traduttore ai drammi di Byron, alle poesie di Tennyson, ai sonetti di Petrarca, opere liriche Heine.

La traduzione di Bunin della poesia "The Song of Hiawatha", pubblicata per la prima volta sul quotidiano Orlovsky Vestnik nel 1896, è stata definita "altamente poetica" dalla critica. Tuttavia, "Song ..." non è l'unica opera del poeta americano che ha interessato Ivan Alekseevich. Nel 1901 fu pubblicata la sua traduzione del poema di Henry Longfellow "The Psalm of Life". L'analisi testuale condotta dai linguisti ha mostrato che Bunin utilizzava tecniche diverse per due opere. Se, durante la traduzione del testo del poema, che si basa sulle leggende e sulle tradizioni degli indiani, il traduttore ha cercato di preservare l'intonazione dell'originale, nel "Salmo della vita" ha introdotto i suoi motivi poetici: "Il vita delle grandi chiamate / Andiamo verso i grandi / Per rimanere nelle sabbie del tempo / Una traccia del nostro cammino." I linguisti spiegano la differenza di approccio con la "natura artistica" degli originali, che fissano determinati limiti per il traduttore o consentono loro di superarli.

L'originalità della creatività. Innovazione. Influssi

Bunin, il cui stile creativo iniziò a prendere forma a cavallo tra 19° e 20° secolo, era lontano dalle correnti sorte in quel momento e si considerava libero dall'influenza di ogni scuole letterarie. I ricercatori lo hanno definito uno degli "artisti più difficili da comprendere" perché anche quando si cerca di identificarlo metodo creativo sorse una varietà di varianti, tra cui "simbolismo realistico", "realismo straordinario", "modernismo nascosto". L'autore della monografia su Bunin, Yuri Maltsev, credeva che Ivan Alekseevich fosse uno scrittore di prosa che esisteva al di fuori delle solite tendenze culturali, e questo ha dato motivo di nota alla filologa Tamara Nikonova: nell'eredità di Ivan Alekseevich non c'è "singolo, che spieghi e unificante schema o sistema”.

Sistema di lavoro

I testologi, studiando i manoscritti di Bunin, hanno attirato l'attenzione sul fatto che, di regola, ha iniziato a lavorare al lavoro successivo senza piani preliminari. Lo scrittore non ha disegnato diagrammi che mostrassero la relazione dei personaggi, non ha pensato alla sequenza dei capitoli: ha immediatamente riprodotto la storia finita, che in seguito ha rifinito e migliorato, ottenendo un'intonazione accurata e la massima espressività. A volte le sue storie sono nate all'istante (ad esempio Bunin ha scritto "Light Breath" con "velocità deliziosa"); a volte ci volevano ore e persino giorni per trovare la parola giusta: “Comincio a scrivere, dico la frase più semplice, ma all'improvviso ricordo che Lermontov o Turgenev hanno detto qualcosa di simile a questa frase. Capovolgo la frase in un modo diverso, risulta volgarità. Questo complesso lavoro si stava già svolgendo nel momento in cui fu avviato il processo di composizione, quando nella mente dell'autore non solo si formava la storia, ma prendevano forma anche il suono, il ritmo, la melodia della storia o della storia.

evoluzione creativa

Nel corso dei decenni, lo stile creativo di Bunin è cambiato. Le sue prime storie, come se fossero nate dalle sue prime poesie, erano liriche e quasi senza eventi. Opere come "Antonov's Apples", "Golden Bottom", "New Road" sono elegiache, sottili e musicali, e il narratore in esse è un contemplativo e osservatore, che ricorda l'eroe delle opere poetiche. Nella prima metà degli anni '10, la base della trama delle opere di Bunin divenne in qualche modo più complicata, sebbene lo scrittore non si battesse ancora per "l'intrattenimento esterno" o il fascino della narrazione: venne alla ribalta un uomo il cui destino e atteggiamento erano rivelato sullo sfondo del tempo, e a volte bastavano pochi episodi quotidiani a uno scrittore per creare una storia specifica. A quel tempo, Gorky, valutando il ritmo e l'intonazione delle storie di Ivan Alekseevich, disse: “Ha iniziato a scrivere prosa in modo tale che se si dice di lui: questo è il miglior stilista del nostro tempo, non ci saranno esagerazioni. "

Durante la prima guerra mondiale, il tema delle opere di Bunin si espanse: altri paesi, culture e civiltà entrarono nella sfera dei suoi interessi. Tra i suoi eroi c'è un risciò di Ceylon (The Brothers) preoccupato per la perdita della sua sposa, un milionario americano morente in un hotel di Capri (The Gentleman from San Francisco), un giovane scienziato tedesco che sogna di scrivere il suo nome nel storia della scienza (Otto Matte"). Durante questo periodo, nelle opere di Bunin apparve il pathos sociale e la loro creazione, secondo l'autore, fu accompagnata da "monologhi giornalistici interni": "Guai a te, Babilonia, città forte!" - questi parole spaventose L'apocalisse è risuonata nella mia anima quando ho scritto The Brothers e concepito The Gentleman di San Francisco. Nell'emigrazione, i motivi sociali hanno lasciato quasi completamente l'opera di Bunin, lo scrittore è tornato nuovamente al desiderio di rivelare il mondo interiore di un individuo, ma da un'angolazione diversa, senza riferimento a uno specifico epoca storica con le sue fratture e sconvolgimenti: «Sono rimasti l'amore, la sofferenza, la nostalgia dell'ideale». Secondo la critica letteraria Olga Slivitskaya, il contenuto della prosa di Bunin in un certo momento iniziò a inserirsi nel modello "Lo spazio e l'anima dell'uomo", quando gli eroi di una volta o l'altra furono sostituiti da "l'uomo come parte dell'Universo ."

Le parole di Bunin sono ampiamente note: "Non c'è natura separata da noi, ogni movimento dell'aria è il movimento della nostra stessa vita" ... Queste parole formulano il più essenziale: il posto dell'uomo nell'universo. Proprio come un atomo, una parte inimmaginabilmente piccola sistema solare, ripete in sé tutta la sua struttura, e così fa una persona - sia si oppone al Cosmo che lo include in se stesso.

Elementi di innovazione

Lo scrittore Ivan Nazhivin nel romanzo-pamphlet "Shallow!" (Harbin, 1935) ha compilato un elenco di rivendicazioni rivolte a Bunin. Secondo Nazhivin, il premio Nobel non ha creato un solo tipo o immagine che potesse passare alla storia della letteratura russa insieme a Natasha Rostova, Lisa Kalitina, Eugene Onegin, Taras Bulba, Raskolnikov, Khlestakov, Oblomov e altri eroi. I personaggi di Bunin sono "punti nuvolosi, fantasmi, parole", ha affermato Nazhivin. Il critico letterario Tatyana Marchenko, rispondendo ai suoi rimproveri, ha notato che tutti i tipi e gli archetipi menzionati da Nazhivin erano rappresentanti di un certo tempo o ambiente sociale. Bunin - forse inconsciamente - ha sviluppato gli stessi personaggi, ma tenendo conto delle "opportunità inutilizzate": "non Tatyana, separata da Onegin, ma Tatyana, unita a Buyanov o Ivan Petushkov, ecc. all'infinito dell'immaginazione artistica".

Così, le esperienze dell'eroe di "Mitya's Love" si correlano con la sofferenza del Werther di Goethe, che preme il grilletto a causa di un dramma personale. Ma se Werther si suicida a causa del "dolore mondiale", allora l'eroe di Bunin - a causa della "felicità del mondo". Muore con un "sospiro di gioia", perché troppo tormentato dalle prove terrene. Poco prima della sua morte, Mitya sente musica notturna dall'opera "Faust" di Charles Gounod, vede se stesso librarsi sopra il mondo - e in questo momento sente un'insolita leggerezza e libertà dalla sofferenza. Una delle frasi pronunciate dall'eroe - "Oh, quando finirà tutto!" - suona come un'antitesi rispetto all'esclamazione faustiana "Fermati, un attimo: sei bella!" Allo stesso tempo, Ivan Alekseevich è stato anche in grado di "fermare il momento" - lo ha fatto in storie come "Sunstroke" e "Ida". Secondo Yuri Maltsev, "„ momento"è la nuova unità di tempo che Bunin introduce nella prosa russa".

Un'altra scoperta peculiare di Bunin è l'apparizione nella sua prosa di brevi schizzi simili a miniature, che critico letterario Ivan Ilin ha chiamato " sogni", e Yuri Maltsev - "frammenti". Una parte significativa di essi (tra cui "The Calf's Head", "Cranes", "The Hunchback's Romance", "First Class") è stata presentata nel libro "Modern Notes" (Parigi, 1931), dove sembrano episodi di un opera grande, colorata, polifonica. A volte sono percepiti come brevi battute quotidiane, a volte come appunti di viaggio, ma in tutti i casi i "frammenti" sono opere concluse.

Nella poesia di Bunin "Giordano Bruno", scritta nel 1906, ci sono versi che determinano in gran parte l'atteggiamento dell'autore: "Nella mia gioia c'è sempre desiderio, / Nella nostalgia c'è sempre una misteriosa dolcezza!" Tale antinomia ha permesso allo scrittore di creare molte combinazioni contrastanti (nel dizionario dei suoi epiteti ci sono circa 100.000 usi di parole), mostrando che emozioni, passioni ed esperienze direttamente opposte possono contemporaneamente coesistere in una persona: "canzoni tristemente allegre", "selvaggiamente gioiosamente cuore pulsante", "cuculo beffardamente triste", "strillo tristemente gioioso", "selvaggi misteriosamente luminosi", "estasi dolorosamente felice", "tristemente festoso", "vento freddo afoso", "felicità del senso di colpa", "scontento della felicità" , “orrore di gioia”, “rabbia gioiosa”, “singhiozzando con entusiasmo”.

Una delle caratteristiche del lavoro del maturo Bunin era la sua capacità di organizzare finali improvvisi nelle sue opere. Ad esempio, l'inizio della storia "Rusya" (1940), che sono le memorie di un eroe senza nome che una volta ha lavorato come tutor in una stazione vicino a Podolsk, sembra del tutto normale: una fermata del treno, un pigro dialogo tra un passeggero e sua moglie, un direttore d'orchestra con una lanterna. Tuttavia, gradualmente, i segni del misticismo cominciano ad emergere attraverso l'intonazione soporifero. L'eroe va mentalmente nel passato e la stessa area "fiorisce magicamente". Poi nella sua mente appare una ragazza-artista, il cui vero nome è Marusya. La riduzione è radicata o in Russia, o nelle sirene, e l'eroina stessa, che vive tra le paludi, è "pittoresca, persino iconografica". La dimenticata storia d'amore di vent'anni fa, finita in un drammatico commiato, si trasforma in un "bel momento" fermo grazie alla fermata del treno.

Prosa pittoresca

I critici letterari hanno prestato attenzione alla pittoresca prosa di Bunin. Quindi, Oleg Mikhailov ha scritto che per alcune storie di Bunin degli anni '10, Mikhail Nesterov avrebbe potuto essere il miglior illustratore. La galleria dei martiri e dei giusti creata dallo scrittore (tra cui l'operaio Averky di The Thin Grass, il mendicante disonesto Anisya di The Merry Yard, il servo sentimentale Arseny di The Saints, la corpulenta bellezza Aglaya dell'omonima storia ) ricorda gli eroi della tela di Nesterov Sulla Russia. L'anima delle persone".

Secondo Tatyana Marchenko, esiste anche una certa relazione tra i paesaggi di Bunin e le opere di Viktor Vasnetsov, con cui lo scrittore conosceva personalmente. Tuttavia, secondo la visione interiore del mondo, la prosa di Ivan Alekseevich è più vicina ai dipinti di Mikhail Vrubel. Ad esempio, il suo lavoro "Pan" (proprio come "Bogatyr", "Lilac", "Queen of the Volkhov") riflette l'elemento pagano della storia "Rus" in misura maggiore rispetto a "Alyonushka" di Vasnetsov, crede Marchenko. Il dipinto di Vasnetsov, che raffigura una ragazza seduta vicino a uno specchio d'acqua ricoperto di carice, si correla bene con il contenuto di "Rus", mentre "Pan" consente di "guardare nella misteriosa essenza delle cose".

Influssi

Parlando delle influenze che si trovano nella prosa di Bunin, i ricercatori chiamano più spesso i nomi di Leo Tolstoj, Cechov, Turgenev, Gogol. Secondo Oleg Mikhailov, l'immagine di Bunin di una persona - con la sua natura multistrato e inesauribile - deriva in gran parte dall'idea di Tolstoj della "fluidità del carattere". Il critico Alexander Izmailov ha scritto che Ivan Alekseevich è "uno dei tanti affascinato, incantato, portato via da Cechov". Nelle prime storie senza trama di Bunin, i critici ascoltavano le intonazioni delle poesie di Turgenev in prosa o la voce dell'autore dalle digressioni liriche nel poema Dead Souls. Lo stesso Bunin ha scritto che, nonostante tutto il suo amore per la letteratura russa, "non ha mai imitato nessuno". Quando il critico letterario Pyotr Bitsilli ha richiamato l'attenzione su alcune somiglianze tra L'amore di Mitya e Il diavolo di Tolstoj, iniziando con le parole "E ti dico che chiunque guardi una donna con lussuria ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore", Ivan Alekseevich rispose: "Certo, senza Tolstoj, senza Turgenev, senza Pushkin, non scriveremmo nel modo in cui scriviamo ... E se parliamo dell'assimilazione di Tolstoj, è così?"

I critici e alcuni dei colleghi di Bunin hanno sostenuto che il suo lavoro successivo conteneva così tante citazioni nascoste, reminiscenze e immagini prese in prestito dai classici russi che era tempo di parlare di "epigonismo elementare". Ad esempio, Nina Berberova ha affermato che Ivan Alekseevich "ha creato la bellezza in forme primitive, già pronte e già esistenti prima di lui". Obiettando a coloro che hanno rimproverato allo scrittore di "rimangiare" e "rivedere le tradizioni", il critico letterario Yuri Lotman ha osservato: "È in questa prospettiva che si rivela Bunin l'innovatore, che vuole continuare la grande tradizione classica nell'era del modernismo, ma per riscrivere tutta questa tradizione. di nuovo."

Rapporti con i contemporanei

Bunin e Gorkij

Per decenni il nome di Bunin è stato spesso citato - in contesti diversi - accanto a Gorky. Nella loro relazione, i ricercatori individuano una serie di fasi chiave: un periodo di graduale riavvicinamento (a cavallo tra XIX e XX secolo) è stato sostituito da un periodo di strettissima comunicazione (1900), seguito poi da una pausa (1917) con completa rifiuto delle reciproche opinioni, accompagnato da valutazioni pubbliche, a volte molto dure. Gli scrittori si incontrarono a Yalta nel 1899; secondo le memorie di Bunin, Gorky, di umore sentimentale, al primo incontro disse: "Sei l'ultimo scrittore della nobiltà, la cultura che ha dato al mondo Pushkin e Tolstoj". Pochi giorni dopo, Ivan Alekseevich inviò a Gorky il suo libro Under the Open Sky; iniziò una corrispondenza che durò circa diciotto anni.

Le risposte ai primi lavori di Bunin da parte di Alexei Maksimovich furono per lo più benevole. Ad esempio, dopo aver letto la storia "Mele Antonov", Gorky ha scritto: "Questo è buono. Qui cantava Ivan Bunin, come un giovane dio. Sentendo una crescente simpatia per Alexei Maksimovich, Bunin gli dedicò la sua poesia Falling Leaves. Gorky, a sua volta, ha invitato il giovane scrittore a collaborare alla rivista "Life"; poi la casa editrice "Knowledge" da lui guidata iniziò a pubblicare le opere raccolte di Bunin. A partire dal 1902, nelle cronache giornalistiche, i nomi di Gorky e Bunin erano spesso affiancati: gli scrittori erano considerati rappresentanti dello stesso gruppo letterario; Ivan Alekseevich ha assistito alle anteprime di spettacoli in scena basati sulle opere di Alexei Maksimovich.

Nel 1909 Bunin e Muromtseva partirono per un viaggio in Italia. Sull'isola di Capri, la coppia ha visitato Gorky, che viveva lì, il quale, parlando di questo incontro in una lettera indirizzata a Ekaterina Peshkova, ha notato che Ivan Alekseevich era ancora attivo e lo ha soddisfatto "del suo atteggiamento serio nei confronti della letteratura e della parola. " Muromtseva, ricordando i lunghi dialoghi a Villa Spinolla, ha notato che a quel tempo Alexei Maksimovich e suo marito "guardavano molte cose in modo diverso, ma amavano davvero la cosa principale".

L'ultimo incontro tra Bunin e Gorky ebbe luogo nell'aprile del 1917 a Pietrogrado. Secondo le memorie di Ivan Alekseevich, il giorno della sua partenza dalla capitale, Alexei Maksimovich organizzò un grande incontro al Teatro Mikhailovsky, durante il quale presentò ospiti speciali: Bunin e Fyodor Chaliapin. Il pubblico in sala sembrava dubbioso a Ivan Alekseevich (come il discorso di Gorky, rivolto al pubblico e che iniziava con la parola "Compagni!"), Ma si separarono in modo abbastanza amichevole. Nei primi giorni post-rivoluzionari, Gorky è arrivato a Mosca ed ha espresso il desiderio di incontrare Bunin - in risposta ha chiesto di comunicare tramite Ekaterina Peshkova che considerava "i rapporti con lui finiti per sempre".

Da allora, Gorky è diventato un avversario assente per Bunin: nel giornalismo degli anni '20, Ivan Alekseevich lo definì principalmente un "propagandista del regime sovietico". Anche Aleksey Maksimovich ha discusso a distanza con il suo ex amico: in una lettera inviata al suo segretario Pyotr Kryuchkov, ha notato che Bunin "è andato su tutte le furie". In un'altra lettera indirizzata a Konstantin Fedin, Gorky ha dato valutazioni molto dure sugli scrittori emigrati: “B. Zaitsev scrive in modo mediocre le vite dei santi. Shmelev è qualcosa di insopportabilmente isterico. Kuprin non scrive - beve. Bunin riscrive la Sonata di Kreutzer con il titolo Mitina's Love. Aldanov cancella anche L. Tolstoj.

Bunin e Cechov

Bunin ha scritto diversi saggi su AP Cechov, ha incluso un capitolo separato su Anton Pavlovich nelle sue Memorie e ha pianificato di preparare un'opera importante a lui dedicata. Secondo Muromtseva, negli anni '50 suo marito riuscì ad acquisire collezione completa Gli scritti di Cechov, pubblicati da Goslitizdat, così come un libro in cui sono state pubblicate le sue lettere: "Le rileggiamo ... Nelle notti insonni, Ivan Alekseevich ... prendeva appunti su pezzi di carta, a volte anche su scatole di sigarette - ha ricordato le conversazioni con Cechov. Il loro primo incontro ebbe luogo a Mosca nel 1895 e il riavvicinamento iniziò nel 1899, quando Bunin arrivò a Yalta. Abbastanza rapidamente, Ivan Alekseevich divenne il suo uomo nella casa di Cechov: rimase nella sua dacia ad Autka anche in quei giorni in cui Anton Pavlovich era via. Nelle sue memorie, Bunin ha ammesso di non avere rapporti così cordiali con nessuno dei suoi colleghi scrittori come con Cechov. Anton Pavlovich ha inventato un soprannome giocoso per il suo compagno: "Mr. Marquis Bukishon" (a volte solo "Marquis") e si è chiamato "Autsky proprietario terriero".

Secondo Nikolai Teleshov, che visitò Cechov prima di partire per Badenweiler, Anton Pavlovich sapeva già della sua malattia mortale. Salutando, ha chiesto ai partecipanti del circolo letterario del mercoledì di inchinarsi, e anche di dire a Bunin di “scrivere e scrivere”: “Da lui uscirà un grande scrittore. Quindi diglielo da parte mia. Non dimenticare". Ivan Alekseevich, che si trovava nell'estate del 1904 nel villaggio di Ognevka, apprese della morte di Cechov dal giornale: "L'ho aperto ... - e all'improvviso, come se un rasoio di ghiaccio mi avesse tagliato il cuore". Pochi giorni dopo ricevette una lettera da Gorky - Alexei Maksimovich disse che gli scrittori stavano iniziando a prepararsi per il rilascio delle memorie di Cechov e chiese a Bunin di prendere parte a questo lavoro. A novembre, dopo aver letto il manoscritto inviato da Ivan Alekseevich, Gorky notò che il suo saggio su Anton Pavlovich era stato scritto con molta attenzione.

I ricercatori hanno cercato di determinare il grado di influenza di Cechov sul lavoro di Bunin. Pertanto, lo scrittore Valery Geydeko ha attirato l'attenzione sulla natura poetica della prosa di entrambi, sull '"organizzazione ritmica del discorso" caratteristica di entrambi gli scrittori, nonché sulla loro attrazione per l'impressionismo. Il critico letterario Oleg Mikhailov, al contrario, ha affermato che gli stili creativi di Cechov e Bunin sono completamente diversi: gli scrittori non hanno parentela tematica né stilistica; l'unica cosa che li unisce è la "direzione delle ricerche comuni". Lo stesso Cechov, in una delle sue conversazioni con Bunin, ha notato che "sembrano un levriero per un segugio": "Non potrei rubarti una sola parola. Sei più acuto di me. Scrivi lì: "il mare odorava di anguria" ... Questo è meraviglioso, ma non lo direi.

Bunin e Nabokov

La relazione di Bunin con Vladimir Nabokov è interpretata dai ricercatori in modi diversi. Se il critico letterario Maxim Shraer vede in esse la “poetica della rivalità”, allora la filologa Olga Kirillina trova somiglianze a livello di “ sistema nervoso e circolazione sanguigna. La comunicazione tra i due scrittori è stata a lungo in contumacia. Alla fine del 1920, il padre di Nabokov, Vladimir Dmitrievich, chiese a Ivan Alekseevich di valutare la poesia di suo figlio, pubblicata sul quotidiano berlinese Rul'. Bunin ha risposto inviando ai Nabokov non solo una lettera calorosa e incoraggiante, ma anche il suo libro The Gentleman from San Francisco. Iniziò la corrispondenza, che nella primavera del 1921 includeva il ventiduenne Vladimir Nabokov, che pubblicò sotto lo pseudonimo di "Vladimir Sirin". Nella sua prima lettera, l'aspirante poeta definì Bunin "l'unico scrittore che, nella nostra epoca blasfema, serve con calma il bello".

Nel 1926 fu pubblicato il primo romanzo di Nabokov, Masha, che, secondo i ricercatori, è l'opera "più buniniana" di Vladimir Vladimirovich. Sulla copia donata a Bunin, l'autore ha scritto: "Non giudicarmi troppo duramente, ti prego. Con tutto il cuore, V. Nabokov. Tre anni dopo, Nabokov, che pubblicò la raccolta Il ritorno di Chorba, inviò a Bunin un libro con un'iscrizione dedicatoria: "Al grande maestro da uno studente diligente". La storia di Nabokov "Resentment" (1931) è stata dedicata a Ivan Alekseevich. Vladimir Vladimirovich ha reagito in modo molto positivo all'assegnazione del Premio Nobel a Bunin - in un telegramma inviato a Grasse, è stato scritto: "Sono così felice che tu l'abbia ricevuto!" Alla fine del 1933 ebbe luogo il primo incontro dei due scrittori: Bunin arrivò a Berlino per un evento organizzato in suo onore dal pubblicista Joseph Gessen, e durante le celebrazioni incontrò personalmente Nabokov.

Poi è iniziato il periodo di raffreddamento. Secondo Olga Kirillina, le iscrizioni dedicatorie di Nabokov sono la prova dei mutati rapporti: le precedenti confessioni entusiastiche sono scomparse da loro, le intonazioni sono diventate diverse. Dopo aver pubblicato il romanzo “Invito all'esecuzione” (1936), scrisse sul volume inviato a Bunin: “ Caro Ivan Alekseevich Bunin con i migliori saluti dall'autore. Non si è verificata una rottura completa, sebbene sia cresciuta l'irritazione reciproca. La tensione è stata creata - tra l'altro - a causa dei tentativi pubblici della comunità di emigranti di determinare quale degli scrittori occupa il posto principale nell'Olimpo letterario. Ad esempio, nella seconda metà degli anni '30, Mark Aldanov esortò Bunin ad ammettere che il primato era passato a Nabokov.

Nel suo libro autobiografico Other Shores (1954), Nabokov parla di uno dei suoi incontri con Bunin, avvenuto nel 1936 in un ristorante parigino. Il suo iniziatore fu Ivan Alekseevich. La cena ha fatto una forte impressione su Nabokov: “Purtroppo non sopporto ristoranti, vodka, snack, musica e conversazioni intime. Bunin era sconcertato dalla mia indifferenza nei confronti del gallo cedrone e dal mio rifiuto di aprire la mia anima. Alla fine della cena, eravamo già insopportabilmente annoiati l'uno con l'altro. Lo stesso frammento - con alcune modifiche - incluso Nabokov nella seconda versione delle sue memorie - "Memoria, parla". Secondo Maxim Shraer, questo incontro ha dimostrato che i dialoghi creativi tra gli sceneggiatori sono finiti e come esseri umani si sono completamente allontanati l'uno dall'altro.

Tuttavia, la loro rivalità letteraria continuò e la pubblicazione del libro "Dark Alleys" divenne, secondo Schraer, il tentativo di Bunin di "pareggiare il punteggio con Nabokov". In una delle lettere inviate poco prima della guerra alla slava americana Elizaveta Malozemova, Ivan Alekseevich osservava: "Se non fosse per me, non ci sarebbe Sirin". Più o meno nello stesso periodo, Nabokov, a cui in un'intervista scritta è stato chiesto di parlare dell'influenza di Bunin sul suo lavoro, ha affermato di non essere tra i seguaci di Ivan Alekseevich. Nel 1951 a New York si stava preparando un evento dedicato all'ottantesimo compleanno di Bunin. Mark Aldanov invitò Nabokov a leggere alcune opere dell'eroe del giorno quella sera. Nabokov ha risposto con un rifiuto scritto:

Come sai, non sono un grande fan di I.A. Apprezzo molto la sua poesia, ma la prosa... o i ricordi nel vicolo... Dici che ha 80 anni, che è malato e povero. Sei molto più gentile e condiscendente di me - ma entra nella mia posizione: come dovrei dire davanti a un pugno di conoscenti più o meno comuni un anniversario, cioè completamente d'oro, parola su una persona che è estranea a di me in tutto il suo magazzino, e di uno scrittore di prosa che ho messo sotto Turgenev?

Bunin e Kataev

Valentin Kataev, come Nabokov, era considerato uno scrittore che percepiva con la massima precisione le lezioni di Bunin. Il diciassettenne Kataev, che per la prima volta sentì parlare delle poesie di Ivan Alekseevich dal poeta Alexander Fedorov, nel 1914 venne lui stesso a Bunin, che in quel momento si trovava a Odessa. Successivamente, parlando della sua conoscenza con lo scrittore nel libro "L'erba dell'oblio", Valentin Petrovich ha ricordato di essere stato confrontato da "un gentiluomo di quarant'anni, asciutto, bilioso, azzimato", vestito con pantaloni di un buon sarto e scarpe basse gialle inglesi. Galina Kuznetsova in lei voci di diario notò che Bunin ricordava bene anche il momento in cui un giovane è apparso a casa sua, che gli ha dato un taccuino con poesie e ha detto direttamente: "Sto scrivendo ... imitandoti".

Il pubblico è stato breve, ma quando due settimane dopo Kataev è venuto da Ivan Alekseevich per una risposta, il "primo miracolo" è accaduto nella sua vita: Bunin gli ha suggerito di trovare il tempo per un'altra conversazione. Da quel momento iniziò la loro comunicazione, che continuò - ad intermittenza - fino al 1920. Nel 1915 Kataev dedicò una poesia a Bunin: "E i giorni scorrono in una monotona successione". Un anno dopo, il quotidiano "Southern Thought" pubblicò il suo breve lavoro, che conteneva le righe: " E a casa: tè e prigionia volontaria. / Sonetto, abbozzato su un taccuino il giorno prima, / Allora, rude... Verlaine pensierosa, / Blok cantato e Bunin solitario».

Quando nel 1918 Bunin e Muromtseva, insieme ad altri rifugiati, raggiunsero Odessa, gli incontri divennero quasi quotidiani: Kataev portò nuove poesie allo scrittore e lavorò duramente sui suoi manoscritti, prendeva appunti, correggeva, dava consigli, anche su letture aggiuntive. "L'iniziazione ai discepoli", secondo Valentin Petrovich, avvenne solo dopo aver sentito le prime lodi da Bunin. Kataev divenne un membro del circolo letterario di Odessa "Mercoledì", alle riunioni di cui Ivan Alekseevich era immancabilmente presente. Le conversazioni erano molto libere e Bunin le registrava nel suo diario. Secondo lo scrittore Sergei Shargunov, che ha confrontato gli appunti quotidiani di Bunin con la versione preparata per il libro "I giorni maledetti", Ivan Alekseevich ha deliberatamente rimosso alcune osservazioni molto acute di Kataev dall'edizione finale: lo scrittore non voleva "sostituire il" figlioccio letterario "che è rimasto nella Russia sovietica". Mentre era in Francia, Muromtseva mise in ordine gli archivi esportati e tra le numerose buste trovò una lettera di Kataev "dal fronte bianco", datata ottobre 1919. Iniziava con le parole: "Caro insegnante Ivan Alekseevich".

Bunin, lasciando Odessa sul piroscafo Sparta, prima di partire non poté salutare il suo allievo: nell'inverno del 1920 si ammalò di tifo e finì in ospedale, e poi - come ex ufficiale zarista - in prigione. Non si sono più incontrati. Allo stesso tempo, Ivan Alekseevich ha seguito il lavoro di Kataev - secondo Muromtseva, dopo aver ricevuto il libro "The Lonely Sail Is Whitening" (in cui l'autore ha cercato di "incrociare la trama di Pinkerton con l'arte di Bunin"), lo scrittore ha letto ad alta voce, con commenti: "Beh, chi altro può farlo?". Nel 1958, Kataev, insieme a sua moglie Esther Davydovna, visitò Vera Nikolaevna a Parigi. Muromtseva ha detto che nella percezione di suo marito, Valentin Petrovich è rimasto per sempre un giovane, quindi Bunin non poteva immaginare che il suo studente fosse diventato padre: "A Ivan Alekseevich sembrava in qualche modo incredibile: i figli di Valya Kataev!".

Per almeno mezzo secolo Bunin è stato per Kataev non solo un insegnante, ma anche una sorta di idolo artistico, la personificazione di un certo ideale artistico... "Scrivere bene" per Kataev significava sempre "scrivere come Bunin". (Certo, non imitando Bunin, non copiandolo, non riproducendo i suoi modi, ma, se possibile, ottenendo lo stesso volume stereoscopico e accuratezza nelle sue descrizioni, rivelando la capacità di trovare l'espressione verbale più accurata per ciascuna delle sue reazioni visive. )

Benedetto Sarnov

Bunin e scrittori emigranti

Bunin fece alcuni sforzi per aiutare alcuni scrittori russi a trasferirsi in Francia. Tra loro c'era Alexander Kuprin, uno scrittore il cui sviluppo creativo ebbe luogo negli stessi anni di Ivan Alekseevich. La loro relazione non era affatto senza nuvole - come scrisse Muromtseva, "ci volle lo stesso Dostoevskij per capire tutto". Nel 1920, arrivato a Parigi, Kuprin si stabilì nella stessa casa in cui viveva Bunin, e anche allo stesso piano con lui. Forse questo quartiere a volte pesava su Ivan Alekseevich, che era abituato a pianificare chiaramente la sua giornata lavorativa ed era costretto a osservare le continue visite degli ospiti che venivano a Kuprin. Tuttavia, dopo aver ricevuto il premio Nobel, Bunin portò ad Alexander Ivanovich 5.000 franchi. Secondo la figlia di Kuprin, Ksenia Alexandrovna, questi soldi hanno aiutato molto la loro famiglia, posizione finanziaria che era difficile. Il ritorno di Kuprin in URSS nel 1937 causò una grande risonanza nell'ambiente degli emigranti: le opinioni sul suo atto erano divise. Bunin, a differenza di alcuni suoi colleghi, si rifiutò di condannare il "vecchio malato". Nelle sue memorie, ha parlato di Kuprin come di un artista caratterizzato da "calda gentilezza verso tutti gli esseri viventi".

Su raccomandazione di Bunin, nel 1923, anche Boris Zaitsev, scrittore di prosa, si trasferì a Parigi, nella cui casa di Mosca Ivan Alekseevich incontrò Muromtseva. Per molto tempo Zaitsev e Bunin hanno comunicato molto da vicino, sono stati considerati letterati persone che la pensano allo stesso modo e insieme hanno partecipato alle attività dell'Unione degli scrittori francesi. Quando da Stoccolma è giunta la notizia che Ivan Alekseevich era stato insignito del premio Nobel, Zaitsev è stato uno dei primi a informarne il pubblico, trasmettendo notizie urgenti sotto il titolo "Bunin incoronato" al quotidiano Vozrozhdenie. Una grave lite tra scrittori si verificò nel 1947, quando Ivan Alekseevich lasciò l'Unione degli scrittori per protestare contro l'esclusione da essa di coloro che, nel dopoguerra, decisero di prendere la cittadinanza sovietica. Insieme a loro, Leonid Zurov, Alexander Bahrakh, Georgy Adamovich, Vadim Andreev hanno lasciato il sindacato. Zaitsev, in qualità di presidente di questa organizzazione, non ha approvato l'atto di Bunin. Ha cercato di spiegarsi per iscritto, ma i dialoghi hanno portato a un'ultima rottura.

Bunin ha anche preso misure per spostare lo scrittore di prosa Ivan Shmelev. Il riavvicinamento degli scrittori avvenne nel periodo post-rivoluzionario, quando entrambi collaborarono con il quotidiano di Odessa Yuzhnoye Slovo. Lasciando la Russia, Bunin ha ricevuto una procura da Shmelev per pubblicare i suoi libri all'estero. Nel 1923 Shmelev si trasferì in Francia e per diversi mesi visse - su insistenza di Ivan Alekseevich - nella sua villa di Grasse; lì ha lavorato al libro Sun of the Dead. La loro relazione a volte era irregolare, in molte situazioni si comportavano da oppositori. Ad esempio, nel 1927, dopo la partenza di Pyotr Struve dal quotidiano Vozrozhdenie, Bunin si rifiutò di partecipare alle attività di questa pubblicazione; Shmelev, d'altra parte, credeva che un tale approccio fosse vantaggioso per i suoi avversari. Nel 1946, Ivan Sergeevich reagì in modo estremamente negativo all'accordo di Bunin di incontrare l'ambasciatore sovietico Alexander Bogomolov. La differenza di approccio ad alcuni questioni vitali si rifletteva nel suo lavoro: così, discutendo con la franchezza di Bunin nel descrivere le esperienze sensuali dell'eroe in Mitya's Love, Shmelev nel suo libro Love Story (1927) ha dimostrato il rifiuto della "passione peccaminosa". Il libro di Bunin "Dark Alleys" Shmelev percepito come pornografia.

Nel periodo pre-rivoluzionario, Bunin non comunicò con il poeta acmeista Georgy Adamovich. Secondo Adamovich, quando una volta vide Ivan Alekseevich nel caffè artistico di San Pietroburgo "Halt of comedians", non fece alcun tentativo di fare conoscenza, perché il fondatore della scuola di acmeismo, Nikolai Gumilyov, non accolse "possibile influenze estranee". In Francia, Adamovich, seriamente impegnato nella critica letteraria, dedicò numerose opere a Bunin; non ha sempre reagito con approvazione alle recensioni di Georgy Viktorovich. Tuttavia, su una serie di questioni chiave, specialmente durante il periodo della divisione del dopoguerra nell'ambiente degli emigranti, Bunin e Adamovich hanno agito come persone che la pensano allo stesso modo. Dopo la morte di Ivan Alekseevich, Georgy Viktorovich ha sostenuto la vedova dello scrittore, ha consigliato Muromtseva durante il suo lavoro sulle memorie di Bunin e l'ha difesa dagli oppositori.

La conoscenza di Bunin con il poeta Vladislav Khodasevich ebbe luogo nel 1906, ma fino al trasferimento in Francia, la loro relazione fu superficiale. In esilio, ebbe luogo il loro riavvicinamento, Bunin invitò Vladislav Felitsianovich a Grasse, nella seconda metà degli anni '20, gli scrittori corrispondevano. Si è verificato un certo raffreddamento dopo che in una recensione della raccolta Bunin "Selected Poems", scritta nel 1929, Khodasevich ha dato un'alta valutazione a Ivan Alekseevich come scrittore di prosa e molto sobrio - come poeta. Vladimir Nabokov, in una delle sue lettere alla moglie, parlò di una visita al caffè parigino di Murat nel 1936: “Là ho visto brevemente Khodasevich, che è diventato molto giallo; Bunin lo odia". I ricercatori hanno affermato che, al contrario, Ivan Alekseevich ha aiutato Vladislav Felitsianovich con i soldi, si sono incontrati in occasione di eventi letterari, si sono scambiati libri.

La scrittrice Nina Berberova nel libro "My Italics" (1972) ha ricordato Bunin come una persona estremamente ambiziosa, ribelle, capricciosa. La loro relazione iniziò nel 1927, quando Khodasevich e sua moglie Berberova arrivarono nella villa del Belvedere a Grasse. A giudicare dai diari di Muromtseva, Nina Nikolaevna ha fatto una piacevole impressione sui proprietari della villa: "Semplice, dolce, educata". Durante gli anni della guerra, Berberova, insieme a Boris Zaitsev, partecipò al salvataggio dell'archivio Bunin, che era conservato nella biblioteca di Turgenev. Nel dopoguerra Bunin e Berberova, come ha notato il critico letterario Maxim Shraer, si sono trovati "in campi di emigrazione russa ostili l'uno all'altro". Nelle sue memorie, Berberova ha scritto: "Cerco di evitare la disintegrazione, e per Bunin è iniziato quel giorno ... quando SK Makovsky lo ha chiamato per portarlo a all'ambasciatore sovietico Bogomolov da bere alla salute di Stalin.

Il destino dell'archivio

L'archivio di Bunin si è rivelato frammentato. Nel maggio 1918, Ivan Alekseevich, lasciando Mosca con Muromtseva, consegnò una parte significativa dei suoi documenti (precedentemente conservati nella filiale di Mosca della Lyon Credit Bank) al fratello maggiore. Con lui a Odessa, e poi a Parigi, Bunin portò solo alcuni materiali, comprese lettere e diari giovanili. Julius Alekseevich morì nel 1921. I manoscritti pre-rivoluzionari, le fotografie, le bozze, le pubblicazioni di riviste e giornali di Bunin con recensioni della critica, i libri con iscrizioni dedicatorie che sono rimasti nella sua casa sono stati trasferiti al traduttore Nikolai Pusheshnikov, la cui madre era cugina di Ivan Alekseevich. Pusheshnikov morì nel 1939. Dalla fine degli anni Quaranta, la sua famiglia iniziò a donare manoscritti e autografi all'Archivio Centrale di Letteratura e Arte dello Stato e ad altri depositi statali. Inoltre, alcuni documenti provenivano dai Pusheshnikov a collezioni private.

In Francia si formò un nuovo archivio di Bunin, che rimase dopo la morte dello scrittore con la vedova. Durante gli anni del primo "disgelo", Muromtseva ha accettato di inviare i materiali di suo marito in piccoli lotti a Unione Sovietica- sono entrati nel TsGALI, l'A. M. Gorky Institute of World Literature, State museo letterario e altre istituzioni. Dopo la morte di Vera Nikolaevna nel 1961, Leonid Zurov divenne l'erede dell'archivio, che, a sua volta, lo lasciò in eredità all'insegnante dell'Università di Edimburgo, Milica Green. All'inizio degli anni '70 portò dozzine di scatole con materiale sparso da Parigi a Edimburgo e per diversi anni fu impegnata nel loro inventario e sistematizzazione; il solo catalogo, che riproduceva l'elenco dei documenti ricevuti, era composto da 393 pagine. Sotto la direzione di Milica Green è stato pubblicato il libro in tre volumi "Bocche dei Bunins" (Francoforte sul Meno, "Semina", 1977-1982), contenente le annotazioni del diario di Ivan Alekseevich e Vera Nikolaevna. Milica Green, morta nel 1998, ha donato l'archivio di Bunin all'Università di Leeds durante la sua vita.

Bunin è stato per decenni sotto il controllo della censura sovietica. Due anni dopo la partenza dello scrittore dalla Russia, fu istituita la Direzione principale per la letteratura e l'editoria (Glavlit), un organismo che controllava tutta la stampa pubblicata in URSS. La prima circolare emessa da Glavlit prescriveva il divieto "di importazione dall'estero ... opere decisamente ostili al regime sovietico". Nel 1923, il dipartimento di censura ha emesso un bollettino segreto contenente panoramica dettagliata libri scritti da scrittori immigrati. Bunin è stato menzionato anche nel documento. Un dipendente di Glavlit, che ha preparato il certificato, ha notato che le opere prerivoluzionarie incluse nella sua raccolta "Scream" (Berlino, casa editrice "Slovo", 1921) non possono essere stampate, perché l'autore di "storie naturali" ha provato di “trovare una giustificazione” in loro catastrofe rivoluzionaria.

Nel 1923, il poeta Pyotr Oreshin preparò l'almanacco "The Village in Russian Poetry", in cui raccoglieva poesie di Bunin, Balmont e altri autori. L'editore politico della Casa editrice di Stato, che ha recensito la versione manoscritta del libro, ha incaricato di ritirare da essa tutte le opere di poeti emigrati. La revisione del "Villaggio..." non è avvenuta, la pubblicazione non è mai stata pubblicata. Un certo ammorbidimento degli atteggiamenti ideologici si è verificato durante il periodo della NEP, quando le cooperative editoriali sono riuscite a stampare molte delle opere di Bunin, tra cui The Gentleman from San Francisco e Chang's Dreams. Le istruzioni dei censori non furono sempre seguite in quel momento. Ad esempio, Glavlit non raccomandò la pubblicazione di Mitin's Love, perché "il suo autore è un emigrante della Guardia Bianca", ma la storia, scritta a Parigi, fu pubblicata nel 1926 dalla casa editrice di Leningrado "Priboy".

Negli anni '20, il Glavpolitprosvet, istituito sotto il Commissariato popolare per l'istruzione, adottò misure molto severe contro gli scrittori emigranti. Questa istituzione controllava periodicamente le biblioteche, liberandole dalla "letteratura controrivoluzionaria". Il nome di Bunin è apparso invariabilmente negli elenchi inviati dal Comitato statale per l'educazione politica e accompagnato dalla richiesta di "sdoganare i fondi". Dopo il 1928, i suoi libri non furono pubblicati in URSS per quasi tre decenni. Anatoly Lunacharsky, Commissario del popolo per l'Educazione, ha parlato della posizione delle autorità sovietiche in relazione a Ivan Alekseevich, il quale ha riferito nella rivista "Bulletin of Foreign Literature" (1928, n. 3) che Bunin è "un proprietario terriero ... che sa che la sua classe sta uscendo dalla vita".

Il graduale ritorno delle opere di Ivan Alekseevich al lettore sovietico iniziò durante gli anni del "disgelo" - così, nel 1956, fu pubblicata una raccolta delle sue opere in cinque volumi, che includeva romanzi e racconti scritti entrambi in epoca pre-rivoluzionaria Russia e in Francia. Nel 1961, l'almanacco Tarusa Pages fu pubblicato su Kaluga, contenente il saggio di Paustovsky Ivan Bunin. Il rilascio della raccolta ha portato al licenziamento del caporedattore della casa editrice di libri Kaluga; il direttore dell'impresa è stato rimproverato "per la perdita di vigilanza". Tuttavia, nei decenni successivi, una parte significativa dell'eredità creativa dello scrittore (incluso il romanzo "La vita di Arseniev" e il libro "Vicoli bui") divenne disponibile per il lettore sovietico. Un'eccezione è stata il diario di Cursed Days, che è stato pubblicato solo alla fine degli anni '80 in diverse riviste contemporaneamente.

Bunin e il cinema

I ricercatori hanno prestato attenzione al fatto che la prosa di Bunin è cinematografica - non è un caso che i concetti" avvicinamento' e 'piano generale'. Per la prima volta, la possibilità di filmare il lavoro di Bunin apparve nell'ottobre 1933, quando un produttore di Hollywood informò Ivan Alekseevich che era pronto ad acquistare da lui la storia "The Gentleman from San Francisco". Lo scrittore si è rivolto a Mark Aldanov per un consiglio, ha fornito raccomandazioni sulla stesura di una procura e sull'eliminazione dei diritti d'autore. Tuttavia, le cose non sono andate oltre un breve dialogo con un rappresentante della compagnia cinematografica. Più tardi Bunin ha menzionato il possibile adattamento cinematografico delle sue storie come "On the Road" e "The Case of Cornet Elagin", ma questi piani sono rimasti insoddisfatti.

I registi sovietici e russi hanno iniziato a dedicarsi al lavoro di Bunin dagli anni '60, ma ci sono stati pochi adattamenti di successo, secondo il giornalista V. Nureyev (Nezavisimaya Gazeta). Vasily Picchul, studente alla VGIK, ha girato nel 1981 un cortometraggio educativo "Mitya's Love". Nel 1989 è uscito il film "Primavera non urgente", basato sulla storia con lo stesso nome, così come le opere "Rus", "Prince in Princes", "Flies", "Cranes", "Caucasus", la storia "Sukhodol" e le voci del diario Bunin (diretto da Vladimir Tolkachikov). Nel 1994 è stato girato il melodramma "Dedication to Love" (diretto da Lev Tsutsulkovsky); Il film è basato sulle storie "Light Breath", "Cold Autumn" e "Rusya". Un anno dopo, il regista Boris Yashin ha presentato il film "Meshchersky", basato sulle storie di Bunin "Natalie", "Tanya", "In Paris".

Un evento molto degno di nota è stata l'uscita nel 2011 del film "Sukhodol" (diretto da Alexander Strelyanaya), basato sull'omonimo racconto di Bunin. L'immagine ha ricevuto numerosi premi ai festival cinematografici e ha anche ricevuto l'attenzione della critica. Le loro opinioni sull'opera di Alexandra Strelyanaya erano divise: alcuni chiamavano il nastro "uno studio etnografico, come se fosse stato creato appositamente per un grande piacere estetico"; altri lo consideravano "un pastiche ingombrante". Molte risposte sono state causate dal film "Sunstroke" di Nikita Mikhalkov, girato nel 2014 sulla base dell'omonima storia e del libro "Cursed Days". Secondo il pubblicista Leonid Radzikhovsky, Mikhalkov non ha sbagliato a decidere di combinare un'opera sull'amore con voci di diario: "Le storie d'amore di Bunin (soprattutto "Dark Alleys", ma anche "Sunstroke", scritto nel 1925) sono evidenziate proprio da questo Sole, questo fuoco del tramonto che ha distrutto sia gli eroi che il "paese che non esiste" e dove vivevano e "respiravano facilmente".

La complessa storia della relazione tra Bunin ei suoi parenti, basata sulle annotazioni del diario di Muromtseva, è diventata la trama del film "Il diario di sua moglie" (diretto da Alexei Uchitel). La sceneggiatrice Dunya Smirnova ha detto di aver avuto l'idea per il film a Parigi; condividendo la sua idea con Alexei Uchitel, si è offerta di assumere il ruolo dello scrittore di suo padre, il regista Andrei Smirnov, che conosce bene il lavoro di Bunin. Il nastro ei suoi creatori hanno ricevuto numerosi premi in festival e premi cinematografici.

In questo articolo, ti parleremo brevemente della biografia del grande scrittore.

Il famoso scrittore russo Ivan Alekseevich Bunin nacque il 10 ottobre 1870 a Voronezh, dove i suoi genitori si trasferirono tre anni prima della sua nascita.

Il motivo del cambio di residenza della famiglia è stato lo studio dei fratelli maggiori, Yulia ed Evgeny. Ma non appena il capace e dotato Julius si diplomò al ginnasio con una medaglia d'oro e Yevgeny, che aveva difficoltà nella scienza, abbandonò gli studi, la famiglia partì immediatamente per la loro tenuta nella fattoria Butyrki nel distretto di Yelets.

In questo deserto trascorse la triste infanzia della piccola Vanja. Presto ebbe due sorelle: Masha e Alexandra. Sasenka morì molto giovane e Ivan guardò a lungo il cielo notturno per indovinare su quale stella si fosse posata la sua anima. Uno di giorni d'estateè quasi finita tragicamente per Ivan e la sorella maggiore Masha: i bambini hanno assaggiato il giusquiamo velenoso, ma la tata ha prontamente dato loro da bere del latte caldo.

La vita di Ivan nel villaggio è stata principalmente piena di giochi con i ragazzi del villaggio e di studi sotto la guida dell'amico di suo padre Nikolai Osipovich, che viveva con loro. A volte veniva sbalzato da un estremo all'altro: o cominciava ad ingannare tutti intensamente, poi studiava la vita dei santi e pregava ferventemente, poi uccideva una torre con l'ala storpia con il pugnale del padre.

Bunin sentì un dono poetico in se stesso all'età di otto anni, nello stesso momento scrisse la sua prima poesia.

Anni di ginnasio

All'età di 11 anni, Ivan Bunin entrò nella palestra di Yelets, che si trovava a 30 miglia dalla sua nativa Butyrki. Esami d'ammissione lo colpì con la loro facilità: bastava parlare degli amilikiti, recitare un verso, scrivere correttamente “la neve è bianca, ma non gustosa” e moltiplicare numeri a due cifre. Lo sperava il giovane scolaro ulteriori studi sarà altrettanto facile.

All'inizio dell'anno scolastico è stata cucita un'uniforme ed è stato trovato un appartamento per vivere nella casa del commerciante Byakin, con un pagamento di 15 rubli al mese. Dopo gli uomini liberi del villaggio, era difficile abituarsi all'ordine rigoroso prevalente negli alloggi in affitto. Il proprietario della casa teneva i suoi figli nel rigore e il secondo inquilino Yegor si strappava persino le orecchie per qualsiasi offesa o studio scadente.

Per tutti gli anni di studio, lo studente delle superiori Bunin ha dovuto vivere in diverse case, e durante questo periodo i suoi genitori si sono trasferiti da Butyrki alla più civile Ozerki.

Paradossalmente, ma il futuro premio Nobel non ha funzionato con i suoi studi. Nella terza elementare della palestra, è stato lasciato per il secondo anno e a metà della quarta elementare ha abbandonato del tutto. Successivamente, si pentì molto di questo atto avventato. Il ruolo dell'insegnante doveva essere assunto dal fratello Giulio, brillantemente istruito, che insegnava lingue straniere e altre scienze a Ivan, fuggito dalla palestra. Mio fratello era a Ozerki sotto tre anni di arresti domiciliari come membro del movimento rivoluzionario.

Nel 1887 Ivan Bunin decise di inviare i frutti della sua creatività alla rivista Rodina. La prima poesia pubblicata fu "Over the Grave of S.Ya. Nadson" (febbraio 1887), la seconda - "The Village Beggar" (maggio 1887). La raccolta di poesie "Poems" fu pubblicata nel 1891, poi seguirono altre raccolte, l'assegnazione dei Premi Pushkin e il titolo di accademico onorario dell'Accademia delle scienze di San Pietroburgo.

Vita indipendente

Nel 1889 Ivan lasciò la casa dei suoi genitori e si precipitò verso un destino grande e difficile. Fuggito dal deserto, andò prima da suo fratello Julius a Kharkov, visitò Yalta e Sebastopoli e in autunno iniziò a lavorare nell'Oryol Bulletin.

Nel 1891 Bunin, che non studiava in palestra e non godeva di alcun beneficio, dovette andare a prestare servizio nell'esercito. Per evitare di essere arruolato, lo scrittore, su consiglio di un amico, non mangiò quasi nulla e dormì poco per un mese prima della visita medica. Di conseguenza, sembrava così smunto che ha ricevuto un biglietto blu.

Nel Messaggero Orlovsky, Ivan incontrò una ragazza carina e istruita, Varvara Pashchenko, che fungeva da correttore di bozze e aveva la sua età. Poiché il padre di Varvara non approvava la loro relazione, i giovani innamorati partirono per un po' per vivere a Poltava. Lo scrittore ha fatto una proposta ufficiale alla sua amata ragazza, ma l'intera famiglia Pashenko era contraria a questo matrimonio, poiché consideravano il potenziale sposo un mendicante e un vagabondo.

Nel 1894 Varvara lasciò improvvisamente il marito convivente, lasciando solo un biglietto d'addio. Tutti e tre i fratelli Bunina si sono precipitati dietro alla fuggitiva a Yelets, ma i parenti della ragazza si sono rifiutati di dare il suo nuovo indirizzo. Questa separazione fu così dolorosa per Ivan che si sarebbe persino suicidato. Varvara Vladimirovna non solo lasciò l'aspirante scrittore, con il quale visse per tre anni in un matrimonio civile, ma molto presto sposò il suo amico della sua giovinezza, Arseny Bibikov.

Successivamente Bunin lasciò il servizio di comparsa a Poltava e andò a conquistare San Pietroburgo e Mosca. Lì incontrò i titani letterari Leo Tolstoj e Anton Cechov, strinse un'amicizia con il giovane Kuprin, che ricorda un bambino grande. Dopo il dramma che ha vissuto, a causa del suo stato interno instabile, Bunin non poteva rimanere a lungo in un posto, si spostava continuamente da una città all'altra o faceva visita ai suoi genitori a Ozerki. In un periodo di tempo abbastanza breve visitò Kremenchug, Gurzuf, Yalta, Ekaterinoslav.

Nel 1898 un appassionato amante dei viaggi si ritrovò a Odessa, dove sposò la figlia dell'editore della Southern Review, la bella greca Anna Tsakni. I coniugi non provavano sentimenti particolarmente profondi l'uno per l'altro, quindi si lasciarono due anni dopo. Nel 1905 il loro bambino morì di scarlattina.

Nel 1906 Ivan Bunin visitò nuovamente Mosca. Sul serata letteraria c'era una conoscenza dello scrittore che guadagnava fama con molto bella ragazza con magici occhi di cristallo. Vera Muromtseva era la nipote di un membro della Duma di Stato, parlava diverse lingue: francese, inglese, italiano, tedesco.

La vita congiunta della scrittrice e di Vera Nikolaevna, lontana dalla letteratura, iniziò nella primavera del 1907 e la cerimonia nuziale fu celebrata solo nel 1922 in Francia. Insieme hanno viaggiato in molti paesi: Egitto, Italia, Turchia, Romania, Palestina, hanno persino visitato l'isola di Ceylon.

La vita di Bunin a Grasse (Francia)

Dopo la rivoluzione del 1917, la coppia emigrò in Francia, dove si stabilì nella piccola località turistica di Grasse presso la Villa Belvedere.

Qui, sotto il sole del sud, dalla penna di Bunin proveniva tale belle opere, come "La vita di Arseniev", "Vicoli bui", "L'amore di Mitya". La sua Lavori letterari furono molto apprezzati dai contemporanei - nel 1933 fu insignito del Premio Nobel, per il quale si recò a Stoccolma con le sue amate donne - sua moglie Vera Nikolaevna e l'amata Galina Kuznetsova.

L'aspirante scrittrice Kuznetsova si stabilì a Villa Belvedere nel 1927 e Vera Nikolaevna accettò gentilmente l'ultimo amore del marito, chiudendo un occhio sui pettegolezzi sorti sia a Grasse che oltre.

Con il passare degli anni, la situazione peggiorava. La composizione degli abitanti della villa fu reintegrata con un giovane scrittore Leonid Zurov, che, a sua volta, provava simpatia per Vera Nikolaevna. Per finire, Galina si interessò alla cantante Margarita Stepun e nel 1934 lasciò la casa Bunin. Con il suo atto traditore, ha sferrato un colpo proprio nel cuore dello scrittore. Comunque sia, gli amici vissero di nuovo con i Bunin nel 1941-1942 e nel 1949 partirono per l'America.

Superato il traguardo degli ottant'anni, Bunin iniziò ad ammalarsi spesso, ma non smise di lavorare. Così ha incontrato la sua ora di morte - con una penna in mano, dedicando gli ultimi giorni della sua vita alla creazione di un ritratto letterario di Anton Cechov. Morto scrittore famoso 8 novembre 1953 e non trovò la pace terra natia, ma dentro gli altri.

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BREVE BIOGRAFIA I.A. Bunina

(1870 - 1953)

Ivan Alekseevich Bunin - Scrittore di prosa russo, poeta, traduttore, accademico onorario dell'Accademia delle scienze di San Pietroburgo. Nato a Voronezh nella famiglia di un nobile impoverito. Non ho potuto finire il liceo a causa della povertà. All'età di 16 anni apparve la prima pubblicazione delle poesie di Bunin. Dal 1889 iniziò a lavorare. Nel quotidiano Orlovsky Vestnik, con cui Bunin collaborò, incontrò il correttore di bozze Varvara Pashchenko, nel 1891 la sposò. Si trasferirono a Poltava e divennero statistici nel governo provinciale. Nel 1891 fu pubblicata la prima raccolta di poesie di Bunin. La famiglia si sciolse presto. Bunin si trasferì a Mosca. Lì fece conoscenze letterarie con Tolstoj, Cechov, Gorky.

Nel 1900 fu pubblicata la storia di Bunin "Antonov's Apples" e, successivamente, la raccolta di poesie "Falling Leaves" (1901). Per la traduzione della poesia di G. Longfellow "The Song of Hiawatha" (1896), Bunin ricevette il Premio Pushkin. Anche il secondo matrimonio di Bunin, con Anna Tsakni, non ebbe successo, nel 1905 morì il loro figlio Kolya. Nel 1906 Bunin incontrò Vera Muromtseva, si sposò e visse con lei fino alla sua morte.

Il tema principale di Bunin è il dramma del destino storico russo: le storie "The Village" (1910), "Dry Valley" (1912).

Nel 1910 i Bunin viaggiarono in giro per l'Europa, visitarono l'Egitto e Ceylon. Echi di questo viaggio - nel racconto "Fratelli" (1914).

Nel 1915 - 1916. vengono pubblicate raccolte di racconti "The Cup of Life", "The Gentleman from San Francisco". Bunin percepì con dolore la Rivoluzione di Febbraio, la Rivoluzione d'Ottobre fu accettata come l'approssimarsi di una catastrofe. Il riflesso degli eventi fu il suo libro di giornalismo "I giorni maledetti" (1918). I Bunin partono per Odessa e poi, nel 1920, per la Francia. Mitina's Love (1925), Sunstroke (1927), Dark Alleys (1943) e il romanzo autobiografico Arseniev's Life (1927-1929, 1933) furono scritti in esilio. Nel 1933 Bunin divenne il primo scrittore russo a ricevere il Premio Nobel.

Nel 1939 i Bunin si stabilirono nel sud della Francia, a Grasse. Nel 1927 - 1942 Galina Kuznetsova viveva con la famiglia Bunin, amore in ritardo scrittore. Possedendo capacità letterarie, ha creato le memorie "Grasse Diary", l'articolo "In Memory of Bunin". Negli ultimi anni Bunin era malato e viveva in povertà, ha lavorato al libro "On Chekhov", pubblicato dopo la morte di Bunin (1955) a New York.

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