Andrà tutto bene nella traduzione latina. Aforismi latini (1 foto)

1. Scienza potentia est. Sapere è potere.
2. Vita brevis, ars longa. La vita è breve, l'arte è eterna.
3. Volens - nolens. Volenti o nolenti.
4. Historia est magistra vita. La storia è maestra di vita.
5. Dum spiro, spero. Mentre respiro, spero.
6. Per aspera ad astra! Attraverso le difficoltà alle stelle
7. Terra incognita. Terra sconosciuta.
8. Homo sapiens. Homo sapiens.
9. Sina era est studio. Senza rabbia e dipendenza
10. Cogito ergo sum. Penso quindi sono.
11. Non scholae sed vitae discimus. Non studiamo per la scuola, ma per la vita.
12. Bis dat qui cito dat. Chi dà velocemente dà due volte.
13. Clavus clavo pellitur. Combattere il fuoco con il fuoco.
14. Alter ego. Secondo sé.
15. Errare humanum est. Gli esseri umani tendono a commettere errori.
16. Repetitio est mater studiorum. La ripetizione è la madre dell'apprendimento.
17. Nomina sunt odiosa. I nomi sono odiosi.
18.Otium dopo la negoziazione. Riposo dopo gli affari.
19. Mens sana in corpore sano. In un corpo sano, mente sana.
20. Urbi et orbi. Alla città e al mondo.
21. Amicus Platone, sed magis amica veritas. Platone è mio amico ma la verità è più cara.
22. Finis coronat opus. La fine è il coronamento dell'opera.
23. Homo locum ornat, non locus hominem. Non è un luogo che dipinge una persona, ma una persona, un luogo.
24. Ad majorem Dei gloriam. A crescente gloria di Dio.
25. Una hirundo ver non facit. Una rondine non fa primavera.
26. Cizio, altius, fortius. Più veloce più alto più forte.
27. Sic transit gloria mundi. Così passa la gloria terrena.
28. Aurora Musis amica. Aurora è un'amica delle muse.
29. Tempora mutantur et nos mutamur in illis. I tempi cambiano e noi cambiamo con loro.
30. Non multa, sed multum. Non molto, ma molto.
31. E fructu arbor cognoscitur. L'albero è riconoscibile dai suoi frutti.
32. Veni, vidi, vici. Sono venuto, ho visto, ho vinto.
33. Post scriptum. Dopo scritto.
34. Alea est jacta. Die è tratto.
35. Dixi et animam salvavi. Ho detto questo e con questo ho salvato la mia anima.
36. Nulla dies sine linea. Non un giorno senza una linea.
37. Quod licet Jovi, non licet bovi. Ciò che è permesso a Giove non è permesso al Toro.
38. Felix, qui potuti rerum cogoscere causas. Felice è colui che conosce la causa delle cose.
39. Si vis pacem, para bellum. Se vuoi la pace prepara la guerra.
40. Che bono? Chi ne beneficia?
41 Scio me nihil scire. So di non sapere nulla.
42. Nosce te ipsum! Conosci te stesso!
43. Est modus in rebus. C'è una misura nelle cose.
44. Giurare in verba magistri. Giuro sulle parole dell'insegnante.
45. Quietacet, consentire videtur. Silenzioso significa consenso.
46. ​​​​In hoc signo vinces! Vincerai sotto questo stendardo (vinci con questa sim!)
47. Labor recedet, bene factum non abscedet. Le difficoltà andranno via, ma una buona azione rimarrà.
Non est fumus absque igne. Non c'è fumo senza fuoco.
49. Duobus certantibus tertius gaudet. Quando due stanno litigando, il terzo è felice.
50. Divide et impera! Dividi e domina!
51. Corda nostra laudus est. I nostri cuori sono malati d'amore.
52. Oh tempo! Oh più! A proposito di tempi, di morale!
53. Homo est animal sociale. L'uomo è un animale sociale.
54. Homo homini lupus est. L'uomo è un lupo per l'uomo.
55. Dura lex, sed lex. La legge è dura, ma giusta.
56. O sancta simplicitas! Santa semplicità!
57. Hominem quaero! (Dioqines) Cerco un uomo! (Diogene)
58. A Kalendas Graecas. Ai calendari greci (dopo la pioggia del giovedì)
59. Quo usque Catlina, abuter Patientia nostra? Per quanto tempo, Catiline, abuserai della nostra pazienza?
60. Vox populi - vox Dei. La voce del popolo è la voce di Dio.
61. In vene veritas. La verità è nel vino.
62. Qualis rex, talis grex. Cos'è il pop, così è la parrocchia.
63. Qualis dominus, tales servi. Come è il padrone, così è il servo.
64. Si vox est - canta! Se hai una voce, canta!
65. Io, pede fausto! Vai con un'andatura felice!
66. Tempus consilium dabet. Il tempo lo dirà.
67. Barba crescit, caput nescit. I capelli sono lunghi, la mente è corta.
68. Labores gigunt hanores. Il lavoro genera onore.
69. Amicus cognoscitur in amore, more, ore, re. Un amico è conosciuto in amore, disposizione, parola, azioni.
70. Ecce omo! Ecco un uomo!
71. Homo novus. Persona nuova, "parvenu".
72. In pace litterae florunt. In nome del mondo, le scienze fioriscono.
73. Fortes fortuna juiat. La fortuna aiuta i coraggiosi.

74. Carpe diem! Cogli l'attimo!
75. Nostra vittoria in concordia. La nostra vittoria è d'accordo.
76. Veritatis simplex est orato. Il vero discorso è semplice.
77. Nemo omnia potest scire. Nessuno può sapere tutto.
78. Finis coronat opus. La fine è il coronamento dell'opera.
79. Omnia mea mecum porto. Porto tutto con me.
80. Sancta sanctorum. Santo dei Santi.
81. Ibi vittoria ubi concordia. C'è vittoria dove c'è accordo.
82. Experentia est optima magistra. L'esperienza è la migliore insegnante.
83. Amat victoria curam. La vittoria ama essere curata.
84. Vivere est cogitare. Vivere è pensare.
85. Epistula non erubescita. La carta non arrossisce.
86. Festina lente! Sbrigati più lentamente!
87. Nota bene. Ricorda bene.
88. Elephantum ex musca facis. Per fare montagne di cumuli di talpe.
89. Ignorantia non est argumentum. La negazione non è una prova.
90. Lupus non mordet lupum. Il lupo non morde il lupo.
91. Vae victis! Guai ai vinti!
92. Medici, cura te ipsum! Dottore, guarisci te stesso! (Luca 4:17)
93 De te fabula narratur. Si racconta una favola su di te.
94. Tertium non datur. Non c'è un terzo.
95. Età, quod agis. Fai quel che fai.
96. Do ut des. Ti do per dare anche tu.
97. Amantes - amentes. Gli amanti sono pazzi.
98. Alma mater. Università.
99. Amor vincit omnia. L'amore vince su tutto.
100. Aut Caesar, aut nihil. O tutto o niente.
101. Aut - aut. O o.
102. Si vis amari, ama. Se vuoi essere amato, ama.
103. Ab ovo ad mala. Dall'uovo alla mela.
104. Timeo danaos et dona ferentes. Attenti ai danesi che portano doni.
105. Sapienti sat est. Lo dice un uomo.
106. Periculum in mora. Pericolo in ritardo.
107. O fallacem hominum spem! O speranza umana ingannatrice!
108. Quoandoe bonus dormitat Homerus. A volte il nostro buon Homer dorme.
109. Sponte sua sina lege Di propria iniziativa.
110. Pia desideria Buone intenzioni.
111. Ave Cesare, morituri te salutant Coloro che vanno a morte, Cesare, ti salutino!
112. Modus vivendi Stile di vita
113. Homo sum: humani nihil a me alienum puto. Sono un essere umano e niente di umano mi è estraneo.
114. Ne quid nimis Niente oltre misura
115. De qustibus et coloribus non est disputantum. Ogni uomo secondo i suoi gusti.
116. Ira furor brevis est. La rabbia è una frenesia momentanea.
117. Feci quod potui faciant meliora potentes Ho fatto del mio meglio. Chi può, fagli fare di meglio.
118. Nescio quid majus nascitur Iliade. Sta nascendo qualcosa di più grande dell'Iliade.
119. In media ris. Nel mezzo delle cose, nell'essenza stessa.
120. Non bis in idem. Una volta è sufficiente.
121. Non sum qualis eram. Non sono quello che ero prima.
122. Abussus abussum invocat. Le disgrazie non arrivano mai da sole.
123. Hoc volo sic jubeo sit pro ratione voluntas. Io così comando, lascia che la mia volontà sia la ragione.
124. Amici diem perdidi! Amici, ho perso la mia giornata.
125. Aquilam volare doces. Insegna all'aquila a volare.
126. Vive, valeque. Vivi e ciao.
127. Vale et me ama. Sii sano e amami.
128. Sic itur ad astra. Quindi vanno alle stelle.
129 Si taces, consensus. Chi tace concorda.
130. Littera scripta manet. Ciò che è scritto rimane.
131. Ad meliora tempora. Fino a tempi migliori.
132. Plenus venter non SofaScoret libenter. Una pancia piena è sorda all'apprendimento.
133. Abussus non tollit usum. L'abuso non annulla l'uso.
134. Ab urbe conita. Dalla fondazione della città.
135. Salus populi summa lex. Il benessere del popolo è la legge suprema.
136. Vim vi repellere licet. La violenza può essere respinta con la forza.
137. Sero (tarle) venientibus - ossa. I ritardatari ottengono le ossa.
138. Lupus in fabula. Luce in vista.
139. Acta est fabula. Lo spettacolo è finito. (Finita la commedia!)
140. Legem brevem esse oportet. La legge dovrebbe essere breve.
141. Lectori benevolo salutam. (L.B.S.) Salve al benevolo lettore.
142. Aegri sonnia. I sogni del paziente.
143. Abo nel ritmo. Vai in pace.
144. Absit invidia verbo. Possano non condannarmi per queste parole.
145. Abstractum pro concreto. Astratto anziché concreto.
146. Acceptissima semper munera sunt, auctor quae pretiosa facit. I migliori di tutti sono quei doni il cui valore è nel donatore stesso.
147. Ad impossibilia nemo obligatur. Nessuno è obbligato all'impossibile.
148. Ad libitum. Opzionale.
149. Ad narrandum, non ad probandum. Per raccontare, non per dimostrare.
150. Ad notam. Per tua informazione.
151. Ad personam. Personalmente.
152. Advocatus Dei (Diavoli) Avvocato di Dio. (Il diavolo.)
153. Aeterna urbs. La Città eterna.
154. Aquila non captat muscas. L'aquila non cattura le mosche.
155. Confiteor solum hoc tibi. Lo confesso solo a te.
156. Cras amet, qui nunquam amavit quique amavit cras amet. Che chi non ha amato domani si innamori, e chi ha amato, si innamori domani.
157. Credo, quia verum (absurdum). Credo, perché è vero (è assurdo).
158 Bene placito. Libero arbitrio.
159. Cantus cycneus. Un canto del cigno.

Il latino è la lingua più nobile esistente. Forse perché è morto? Padroneggiare il latino non è un'abilità utilitaristica, appartiene alla categoria del lusso. Non lo parlerai, ma per brillare nella società ... Non esiste una lingua che aiuti a fare impressione!

1. Scio me nihil scire
[scio me nihil scire]

"So di non sapere nulla", secondo Platone, Socrate disse di sé in questo modo. E ha spiegato questo pensiero: le persone di solito pensano di sapere qualcosa, ma si scopre che non sanno nulla. Così, si scopre che, conoscendo la mia ignoranza, ne so più di tutti gli altri. Una frase per chi ama lasciare nebbia e persone riflessive.

2. Cogito ergo sum
[kogito, ergo sum]

“Penso, quindi sono” è un'affermazione filosofica di René Descartes, un elemento fondamentale del razionalismo occidentale nei tempi moderni.

Cogito ergo sum non è l'unica formulazione dell'idea di Cartesio. Più precisamente, la frase suona come “Dubito ergo cogito, cogito ergo sum” - “dubito, poi penso; Penso, poi esisto". Il dubbio è, secondo Cartesio, uno dei modi di pensare. Pertanto, la frase può essere tradotta come "dubito, allora esisto".

3. Omnia mea mecum port®
[omnia mea mekum porto]

"Porto tutto con me." Gli storici romani affermano che ai tempi della conquista della città greca di Priene da parte dei persiani, il saggio Bias camminava tranquillo dietro una folla di fuggiaschi, che trasportavano a malapena beni pesanti. Quando gli è stato chiesto dove fossero le sue cose, ha sorriso e ha detto: "Tutto quello che ho, lo porto sempre con me". Parlava greco, ma queste parole ci sono pervenute in traduzione latina.

Si è scoperto, aggiungono gli storici, che era un vero saggio; lungo la strada, tutti i profughi persero i loro beni, e presto Bias li nutrì con i doni che riceveva, conducendo conversazioni istruttive con i loro abitanti nelle città e nei villaggi.

Ciò significa che la ricchezza interiore di una persona, la sua conoscenza e la sua mente sono più importanti e preziose di qualsiasi proprietà.

4. Dum spiro, spero
[Doom spiro, spiro]

A proposito, questa frase è anche lo slogan delle forze speciali subacquee: i nuotatori da combattimento della Marina russa.

5. Errare humanum est
[erráre humanum est]

“È nella natura umana sbagliare” è l'aforisma di Seneca il Vecchio. In realtà, questa è solo una parte dell'aforisma, nella sua interezza suona così: "Errare humanum est, stultum est in errore perseverare" - "È nella natura umana sbagliare, ma è stupido persistere nei propri errori ."

6. Oh tempo! Oh più!
[su tempo, sui costumi]

“Oh volte! A proposito di morale!" - l'espressione più famosa di Cicerone dal "Primo discorso contro Catilina", considerata l'apice dell'oratorio romano. Rivelando i dettagli della congiura in una riunione del Senato, Cicerone con questa frase esprime indignazione sia per l'arroganza del congiurato, che osò comparire in Senato come se nulla fosse, sia per l'inerzia delle autorità.

Di solito si usa l'espressione, affermando il declino della morale, condannando un'intera generazione. Tuttavia, questa espressione potrebbe diventare uno scherzo divertente.

7. In vino veritas, in aqua sanitas
[in vino varitas, in acqua sanitas]

"La verità è nel vino, la salute nell'acqua" - la prima parte del proverbio è nota a quasi tutti, ma la seconda parte non è così ampiamente conosciuta.

8. Homo homini lupus est
[Homo homini lupus est]

"L'uomo è un lupo per l'uomo" è un'espressione proverbiale della commedia di Plauto "Asini". Lo usano quando vogliono dire che le relazioni umane sono puro egoismo e inimicizia.

In epoca sovietica, questa frase era usata per descrivere il sistema capitalista, in contrasto con il quale, nella società dei costruttori del comunismo, l'uomo è amico dell'uomo, compagno e fratello.

9. Per aspera ad astra
[per aspera ed astra]

"Attraverso le difficoltà verso le stelle". Viene utilizzata anche la variante "Аd astra per aspera" - "Alle stelle attraverso le spine". Forse il detto latino più poetico. La sua paternità è attribuita a Lucius Anneus Seneca, un antico filosofo, poeta e statista romano.

10. Veni, vidi, vici
[veni, vedi, vici]

"Sono venuto, ho visto, ho conquistato" - così Gai Yuli Caesar scrisse in una lettera al suo amico Aminzio sulla vittoria su una delle fortezze del Mar Nero. Secondo Svetonio, queste stesse parole furono scritte su una tavola che fu portata durante il trionfo di Cesare in onore di questa vittoria.

11. Gaudeamus igitur
[Gaudeamus Igitur]

"Allora, divertiamoci" - la prima riga dell'inno studentesco di tutti i tempi e di tutti i popoli. L'inno è stato creato nel Medioevo nell'Europa occidentale e, contrariamente alla morale ascetica della chiesa, ha elogiato la vita con le sue gioie, la giovinezza e la scienza. Questa canzone risale al genere delle canzoni da bere dei vagantes - poeti e cantanti erranti medievali, tra i quali c'erano studenti.

12. Dura lex, sed lex
[dura lax, triste lax]

Esistono due versioni della traduzione di questa frase: "La legge è dura, ma è la legge" e "La legge è la legge". Molte persone pensano che questa frase si riferisca al tempo del diritto romano, ma non è così. La massima risale al Medioevo. Nel diritto romano c'era solo un flessibile, che permetteva di ammorbidire la lettera della legge, lo stato di diritto.

13.Si vis pacem, para bellum
[se vis pack steam bellum]

14. Repetitio est mater studiorum
[studio rapetyo est mater]

Uno dei proverbi più amati dai latini, è tradotto anche in russo dal proverbio “La ripetizione è madre dell'apprendimento”.

15. Amor tussisque non celantur
[amor tusisskve non tselantur]

"L'amore e la tosse non possono essere nascosti" - in latino ci sono in realtà molti detti sull'amore, ma questo ci sembra il più toccante. E rilevante alla vigilia dell'autunno.

Innamorati, ma sii sano!

Una raccolta di proverbi latini, detti, frasi ed espressioni che sono raccolti insieme da varie fonti e possono essere utili a tutti per cose diverse.

un deo rex, una rege lex- da Dio il re, dalle leggi del re

un dado- da oggi

a fortiori- specialmente

un limine- subito = dalla porta

a nullo diligitur, qui neminem diligit- nessuno ama qualcuno che non ama nessuno stesso

a posteriori- da successivo = basato sull'esperienza = basato sull'esperienza

a priori- dal precedente = in base al precedentemente noto

assurdo- detto ai sordi (ignoranti, non comprensivi) = detto per assurdo = su argomenti e prove ridicoli e falsi = dire sciocchezze, sciocchezze

ab acisa et acu- dal filo all'ago = parlare di una cosa, di un'altra = parola per parola (Petronius)

ab actu ad potentiam- dal reale al possibile

ab aeterno- per sempre

ab altero si aspetta, alteri quod feceris- aspetta da un altro quello che tu stesso hai fatto a un altro (Publius Sire)

grotta ab aqua silente- attenzione alle acque calme = le acque calme abbondano

abducet praedam, qui accurrit prior- chi arriva di corsa per primo porterà via la preda

ab equis ad asinos- dai cavalli agli asini = dai sacerdoti ai diaconi (Vangelo)

ab hoedis segregare oves- separare le pecore dalle capre = separare il grano dalla pula = distinguere il nero dal bianco

ab hoc et ab hac- e su questo, e su quello = e bugia, e di lato

ab igne ignem- fuoco dal fuoco = quid pro quo (Cicerone)

ab imo petto- dal profondo della mia anima = dal profondo della mia anima = da un cuore puro (Lucrezio)

ab incunaboli- dalla culla = fin dall'inizio = dal pannolino

dall'inizio- primo

ab initio mundo- dall'inizio del mondo = dalla creazione del mondo

ab initio nullum, sempre nullum- niente all'inizio - sempre niente = niente può essere ricavato dal nulla = niente viene fuori dal nulla

ab giove principium- a partire da Giove (Virgilio)

a bove majore discit arare minor- il vecchio bue impara ad arare i giovani = se il padre è un pescatore, allora il figlio guarda l'acqua

ab ovo- dall'uovo = fin dall'inizio = dall'inizio = da Adamo

ab ovo usque ad mala- dall'uovo alle mele = dall'inizio alla fine senza interruzioni = dalla A alla Z (Orazio)

auspicio- non servono di cattivo auspicio

absque labore gravi non venit nulla seges- senza duro lavoro, non germoglieranno raccolti = non puoi catturare facilmente un pesce da uno stagno

abundans cautela non nocet- eccessiva cautela non nuoce = chi è attento e Dio protegge = non conoscendo il guado, non ficcare il naso nell'acqua = misura sette volte - taglia una volta

ab uno disce omnes- giudicare tutti uno per uno = tagliare tutti sotto una taglia (Virgilio)

ab verbis ad verbera- passare dalle parole ai colpi = passare dalle esortazioni alla punizione = passare dalle parole ai fatti = attenersi alla disciplina

abyssus abyssum invocat- l'abisso chiama l'abisso = il simile porta al simile = i guai non vengono da soli

acceptissima semper munera sunt, aucor quae pretiosa facit- i regali più piacevoli sono quelli che porta una persona a te cara (Ovidio)

accipere quam facere praestat injuriam- è meglio accettare che offendere = è meglio offendersi che offendere qualcuno (Cicerone)

ad assem redire aliquem- per portare qualcuno al culo, ad es. alla povertà = lasciar andare il mondo (Orazio)

ad calendas (= calendas) graecas

ad carceres a calce revocare- ritorno dal traguardo all'inizio = ricominciare da zero (Cicero)

ad clavum- sedere al timone = tenere le redini del governo (Cicerone)

ad consilium ne accesseris, antequam voceris- non andare in consiglio finché non chiamano (Cicerone)

addere calaria sponte correnti- incitare un corridore con gli speroni di sua spontanea volontà = non c'è bisogno di sollecitare un buon cavallo (Plinio)

ad esempio- per campione

ad hoc- per questo caso = per questo scopo = a proposito

ad hominem- in relazione a una persona

ad honores- per motivi di onore = gratuito = gratuito

ad impossibilia nemo obligatur- nessuno è obbligato all'impossibile

verso l'infinito- all'infinito

ad kalendas (= calendas) graecas- prima dei calendari greci = mai = dopo la pioggia del giovedì

ad libitum- quello che vuoi = facoltativo = facoltativo

ad letteram- letteralmente = letteralmente = parola per parola = tutel in tutel

ad mod- Piace

ad notam- Per tua informazione

ad notanda- dovrebbe essere notato

ad notata- Nota

ad patres- agli antenati = muori = vai nell'altro mondo = dai a Dio la tua anima (Bibbia)

ad rem- al punto! = mettiti al lavoro!

ad unguem (factus homo)- alle unghie (fino al minimo dettaglio) una persona perfetta = alla perfezione (Orazio)

ad usum- per l'uso = per l'uso

ad usum esterno- per uso esterno

ad usum interno- per uso interno

ad usum proprio- per uso personale

ad valorem- in base al costo = in base al prezzo

ad vogem- a proposito = circa

aequo animo- indifferente = calmo

aequo animo audienda sunt imperitorum convincia- si dovrebbe ascoltare indifferentemente la censura degli ignoranti (Seneca)

alea jasta est- il dado è tratto = decisione che non consente un ritorno al passato (Svetonio)

alias- in un altro momento = in un altro luogo

alma mater- madre che allatta, nutre = sull'università = sul luogo dove è nato, cresciuto

altera par- l'altro lato (opposto).

alter ego- altro me = amico più vicino = persona che la pensa allo stesso modo (Pitagora)

amicus plato, sed magis amica (est) veritas- Platone è un amico, ma la verità è un'amica ancora più grande = Platone è mio amico, ma la verità è più cara = la verità è più cara di tutto (Aristotele)

amor non est medicabilis herbis- L'amore non si cura con le erbe = La malattia dell'amore è incurabile (Ovidio)

anni correntis (a.c.)- quest'anno

ante cristo (a.c.)- prima dell'era cristiana

aquila non captat muscas- l'aquila non cattura le mosche

argenteis hastis pugnare- combatti con lance d'argento = il denaro romperà una pietra

ars longa, vita brevis- l'arte è duratura, ma la vita è breve = vivi, impara

arti liberali- arti liberali

artes molliunt mores- le arti ammorbidiscono la morale

asini cauda non facit cribrum- la coda d'asino non sostituisce un setaccio

asinos non curo- gli asini vengono ignorati

asino non opus est verbis, sed fustibus- l'asino non ha bisogno di parole, ma di un bastone

asinus ad lyram- l'asino giudica la lira = comprende come un maiale nelle arance (Gellius)

asinus asino et sus sui pulcher- un asino sembra bello per un asino e un maiale sembra un maiale

asinus asino pulcherrimus- per un asino non c'è asino più bello

asinus asinum fricat- l'asino strofina contro un asino = lo stolto loda lo stolto

asinus buridani- Asino Buridano

asinus esuriens fustem negligit- l'asino affamato non bada al bastone (Omero)

asinus in tegulis- asino sul tetto (Petronius)

asinus manebis in saecula saeculorum- rimarrai un asino per sempre

asinus stramenta mavult quam aurum- l'asino preferisce la paglia all'oro = non ci sono compagni per gusto e colore

a solvento pigro tibi salis elige nigri- prendere almeno una briciola di sale nero da un debitore sciatto = almeno un ciuffo di lana da una pecora nera

asperius nihil est humili, cum surgit in altem- non c'è più severo di colui che risorge dal nulla (Eutropius)

aspicitur, non attrectatur- visibile, ma non afferrabile = l'occhio vede, ma il dente è insensibile

assiduum mirabile non est- il familiare non si diletta

un teneris unguiculis- dalle unghie delicate (morbide) (Cicerone)

athenas intrasse et solonem non vidisse!- essere ad Atene e non vedere Solone

atrocitati mansuetudo est remedium- la mitezza è un rimedio contro la crudeltà (Fedro)

audace fortuna juvat- il destino aiuta i coraggiosi

audacer calumniare, sempre aliquid haeret- calunnia audacemente, lascia sempre che qualcosa rimanga (Plutarco)

audentem forsque venusque juvat- sia Venere che il caso fortunato aiutano il coraggioso (Ovidio)

audentes deus ipse juvat- Dio stesso aiuta i coraggiosi (Ovidio)

audiatur et altera pars- anche l'altra parte dovrebbe essere ascoltata

audi, cerne, tace, si vis cum vivere pace- ascolta, nota, taci se vuoi vivere in pace

audi, multa, loquere pauca- ascolta molto, dì un po'

aura accademica- spirito studentesco (libero) = vita studentesca libera

aurea mediocritas- la media aurea (Orazio)

aurea ne credas quaecumque nitescere cernis- non credere che ciò che luccica sia oro = non è tutto oro ciò che luccica

aurem vellere alicui- pizzicare l'orecchio di qualcuno = ricorda qualcosa

aureo hamo piscari- cattura il pesce con un amo d'oro = prometti montagne d'oro

aures hominum novitate laetantur- le notizie (novità) soddisfano le orecchie delle persone

auribus lutum tenere- tenere il lupo per le orecchie = essere in una posizione senza speranza

padiglione auricolare asini quis non habet- chi non ha orecchie d'asino = e c'è un buco nella vecchia (Persius)

auri sacra famosi- maledetta sete d'oro (Virgilio)

auro quaeque janua panditur- qualsiasi porta si apre con l'oro

aurora musica amica est- Aurora è un'amica delle muse

aurum ex stercore colligendum- si può prendere oro e dal letame = oro e luccica nel fango

aurum pro luto habere- oro, come il letame, avere = denaro - i polli non beccano (Petronius)

aurum recludit cuncta- l'oro rivela tutto (Cicerone)

aut aut- o - o = nessun terzo

aut bibat, aut abeat- lascialo bere o se ne va (Cicerone)

aut caesar, aut nihil- o Cesare, o niente = tutto o niente = o pan o scomparso

aut cum scuto, aut in scuto- con uno scudo o su uno scudo = torna vittorioso o muori da eroe

avarizia copia non minuitur- la ricchezza non riduce l'avidità = non puoi riempire il barile senza fondo (Sallust)

avaritia omnia vitia habet- tutti i vizi dall'avarizia = l'avarizia è la madre di tutti i vizi

avarizia scelerum mater- l'avidità è la madre del crimine

avaro omnia desunt, sapienti nihil- al goloso manca tutto, al furbo ne basta

avarum irritat, pecunia non satiat- l'avarizia il denaro infastidisce, e non satura = l'avido non si dà riposo (Publius Sire)

avarus animus nullo satiatur lucro- l'anima avara non si accontenterà di alcuna ricchezza (Publius Sire)

avarus ipse miseriae causa est suae- l'avido stesso è la causa della sua sventura (Publius Sire)

avarus, nisi cum moritur, nihil rectum facit- l'avaro non fa nulla di utile, tranne quando muore (Publius Sire)

ave, caesar, morituri te salutant- ciao Cesare, quelli che vanno a morte ti salutano

Oggetto dell'articolo - Proverbi e detti latini:

• In vino veritas - La verità nel vino.
• Dies diem docet - Il giorno insegna il giorno.
• Dum spiro, spero - Mentre respiro, spero.
• Vivere est cogitare - Vivere è pensare.
• Aquila non captat muscas - L'aquila non cattura le mosche.
• Calamitas nulla sola - I guai non arrivano uno alla volta.
• Festina lente - Affrettati lentamente.
• Labor hominem firmat - Il lavoro indurisce una persona.

• Satur venter non Studet libenter - Un ventre ben nutrito è sordo all'apprendimento.
• Qualis vita et mors ita - Come è la vita, così è la morte.
• Dicere non est facere - Dire non è fare.
• Vox populi, vox dei - La voce del popolo è la voce di Dio.
• Homo homini lupus est - L'uomo è un lupo per l'uomo.
• Tertium non datur - Il terzo non è dato.
• Potius sero quam nunquam - Meglio tardi che mai.
• Finis coronat opus - La fine corona l'affare.
• Dum docetis, discitis - Quando insegniamo, impariamo.
• Omnia mea mecum porto - Tutto ciò che è mio, lo porto con me.
• Fortes fortuna adiuvat - La buona fortuna aiuta i coraggiosi.
• Qualis rex, talis grex - Che re, tali sudditi.
• Amicus verus rara avis est - Un vero amico è un uccello raro.
• Proverbi latini sull'educazione con traduzione: Nosce te ipsum - Conosci te stesso e Per aspera ad astra - Attraverso il tormento verso le stelle.
• Veni, vidi, vici - Sono venuto, ho visto, ho vinto.
• Mens sana in corpore sano - Una mente sana in un corpo sano.
• Sole lucet omnibus - Il sole splende per tutti. (Tutti hanno la stessa opportunità.)
• Ave Cesare, imperator, morituri te salutant - Ciao, Cesare, l'imperatore, andando a morte ti saluta.
• Repetitio est mater studiorum - La ripetizione è la madre dell'apprendimento.
• Nulla dies sine linea - Non un giorno senza ictus, non un giorno senza una linea.
• Non rex est lex, sed lex est rex - Il re non è la legge, ma la legge è il re.
• Pericolo in mora! - Pericolo in ritardo!

Latino, omonimo - lingua Latina, o latino, è la lingua del ramo latino-falisco delle lingue italiche della famiglia linguistica indoeuropea. Oggi è l'unica lingua italiana attivamente utilizzata (è una lingua morta). La lingua latina presentava la terminologia della giurisprudenza.

Fino ad ora, uno dei tipi di tatuaggi più popolari sono le frasi. Tra le altre forme linguistiche, i tatuaggi in latino sono i leader qui. Questa raccolta contiene varie citazioni, aforismi, slogan e detti di personaggi famosi. Tra frasi brevi e lunghe, vita e saggezza, cool e interessante, puoi sicuramente trovare qualcosa di tuo gradimento. Belle frasi in latino decoreranno il tuo polso, spalla, caviglia e altri punti del tuo corpo.

• Non progredire est regredi

  Non andare avanti è tornare indietro.

• Homines quo plura habent, eo cupiunt ampliora

  Più persone hanno, più vogliono avere

• Gaudeamus igitur

  Allora divertiamoci

• Gloria Vittorioso

  Gloria ai vincitori

• Per risum multum debes cognoscere stultum

  Devi riconoscere lo sciocco ridendo troppo spesso

• Homines non odi, sed ejus vitia

  Non odio una persona, ma i suoi vizi

• Sola mater amanda est et pater onesto est

  Solo una madre è degna di amore, un padre è degno di rispetto

• Victoria nulla est, Quam quae confessos animo quoque subjugat hostes

  La vera vittoria è solo quando i nemici stessi ammettono di essere sconfitti.

• Divide et impera

  Dividi e governa

• Heu conscienta animi gravis est servitus

  Peggio della schiavitù un rimorso

• Lupus non mordet lupum

  Il lupo non morderà il lupo

• Ira initium insaniae est

  La rabbia è l'inizio della follia

• Perigrinatio est vita

  La vita è un viaggio

• Fortunam citius reperis, quam retineas
• Heu quam est timendus qui mori tutus putat!

  È terribile chi onora la morte in bene!

• Hoc est vivere bis, vita posse priore frui

  Poter godere di una vita vissuta è vivere due volte.

• Mea vita et anima es

  Tu sei la mia vita e la mia anima

• Frutto Temporum

  Frutto del tempo

• Gutta cavat lapidem

  Una goccia consuma una pietra

• Per omnia versas

  Il cieco caso cambia tutto (volontà del cieco caso)

• De gustibus non disputandum est

  I gusti non potevano essere discussi

• Fortunam suam quisque par

  Ognuno trova il proprio destino

• Jucundissimus est amari, sed non minus amare

  È molto piacevole essere amati, ma non meno piacevole amare se stessi

• Hominis est errare

  Gli esseri umani tendono a commettere errori

• Cogitationes poenam nemo patitur

  Nessuno è punito per i pensieri

• Aut viam inveniam, aut faciam

  O troverò una strada, o la farò da solo

• Non ignara mali, miseris succurrere discoteca

  Avendo imparato la sfortuna, ho imparato ad aiutare i malati

• Pecunia non olet

  Il denaro non puzza

• Optimum medicamentum quies est

  La migliore medicina è il riposo

• Nunquam retrorsum, ingredienti sempre

  Non un passo indietro, sempre avanti

• Melius est nomen bonum quam magnae divitiae

  Un buon nome è meglio di una grande ricchezza

• Etiam innocentes cogit mentiri dolor

  Il dolore fa mentire anche innocente

• Non est fumus absque igne

  Non c'è fumo senza fuoco

• Suum cuique

  A ciascuno il suo

• Dolus an virtus quis in hoste requirat?

  Chi risolverà tra astuzia e valore quando ha a che fare con un nemico?

• Mea mihi conscientia pluris est quam omnium sermo

  La mia coscienza è più importante per me di tutti i pettegolezzi

• Lupus pilum mutat, non mentem

  Il lupo cambia lana, non natura

• Qui tacet - consentire videtur

  Chi tace è considerato d'accordo

• Scio me nihil scire

  So di non sapere nulla

• Al passo

  Nel mondo, da solo

• Ducunt volentem fata, nolentem trahunt

  Il destino guida chi vuole andarsene, chi non lo vuole trascina fuori

• Fuge, in ritardo, tace

  Corri, nasconditi, taci

• Audi, multa, loquere pauca

  Ascolta molto, parla un po'

• Nolite dicere, si nescitis

  Non parlare se non lo sai

• Delitto flagrante

  Sulla scena del crimine, in flagrante

• Persona grata

  Persona desiderabile o di fiducia

• Tantum possumus, scimus quantistico

  Tanto quanto possiamo

• Per fas et nefas

  Con le buone o con le cattive

• Giattanzio maerent, quae meno dolent

  Coloro che soffrono di meno sono quelli che ostentano di più il loro dolore.

• Omne ignotum pro magnifico est

  Tutto l'ignoto sembra maestoso

• Educa te ipsum!

  Educa te stesso!

• Facile omnes, cum valemus, recta consilia aegrotis damus

  Quando siamo sani, diamo facilmente buoni consigli ai malati.

• Veni, vidi, vici

  Sono venuto, ho visto, ho conquistato

• Quae nocent - docente

  Ciò che fa male insegna

• Sic itur ad astra

  Quindi vanno alle stelle

• Quae fuerant vitia, mores sunt

  Che cosa erano i vizi, ora la morale

• Omnia vincit amor et nos cedamus amori

  L'amore vince tutto e noi ci arrendiamo all'amore

• Ex nihilo nihil fit

  Niente viene dal nulla

• Qui nisi sunt veri, ratio quoque falsa sit omnis

  Se i sentimenti non sono veri, allora tutta la nostra mente si rivelerà falsa.

• In vino veritas, in acqua sanitas

  La verità è nel vino, la salute nell'acqua

• Fugit irrevocabile tempus

  Il tempo irreversibile sta correndo

• Certificato voto pete finem

  Fissati solo obiettivi chiari (raggiungibili)

• Injuriam facilius facias guam feras

  Facile da offendere, più difficile da sopportare

• Ira furor brevis est

  La rabbia è una frenesia momentanea

• Sua cuique fortuna in manu est

  Ognuno ha il proprio destino nelle proprie mani

• Avversa fortuna
• Aetate fruere, mobili cursu fuggit

  Approfitta della vita, è così fugace

• Amicos res secundae parant, adversae probant

  La felicità crea amici, l'infelicità li mette alla prova

• Aliis servendo il consumo

  Mi spreco nel servire gli altri

• Conscientia mille testi

  Coscienza: mille testimoni

• Abiens, Abi!

  Partire!

• Respue quod non es

  Butta via ciò che non sei tu

• Quomodo fabula, sic vita: non quam diu, sed quam bene acta sit refert

  La vita è come una commedia in un teatro: non conta quanto dura, ma quanto bene viene recitata.

• Edite, bibite, post mortem nulla voluptas!

  Mangia, bevi, non c'è piacere dopo la morte!

• Omnes vulnerant, ultima necat

  Ogni ora fa male, l'ultima uccide

• Fama Volata

  La terra è piena di voci

• Amor omnia vincit

  L'amore conquista tutto

• Consultor homini tempus utilissimus

  Il tempo è il consigliere più utile per una persona

• Ex ungua leonem cognoscimus, ex auribus asinum

  Riconosciamo un leone per i suoi artigli e un asino per le sue orecchie

• Facta sunt potentiora verbis

  Gli atti sono più forti delle parole

• Inter parieti

  In quattro mura

• Fortiter in re, suaviter in modo

  Fermo negli affari, gentile nel maneggiare

• Manus manum lavat

  Si lava la mano

• Per aspera ad astra

  Attraverso le difficoltà alle stelle

• Cujusvis hominis est errare; nullius, nisi insipientis in errore perseverare

  È comune per ogni persona commettere errori, ma solo uno sciocco è inerente a persistere in un errore.

• Tanta vis probitatis est, ut eam etiam in hoste diligamus

  Il potere dell'onestà è tale che lo apprezziamo anche dal nemico

• Aut caesar, aut nihil

  O Cesare o niente

• In memoriam
• Castigo te non quod odio habeam, sed quod amem

  Ti punisco non perché odio, ma perché amo

• Amor etiam deos tangit

  Anche gli dei sono soggetti all'amore

• Incedo per ignes

  Camminando tra il fuoco

• Sequere deum

  Segui la volontà di Dio

• Il dubbio è una mezza saggezza

• Esse oportet ut vivas, non vivere ut edas

  Bisogna mangiare per vivere, non vivere per mangiare

• In vino veritas

  La verità è nel vino

• Ex malis eligere minimi

  Scegli il minimo dei mali

• Optimi consiliarii mortui

  I migliori consiglieri sono i morti

• Ex ungue leonem

  Puoi riconoscere un leone dai suoi artigli

• Vivere est vincere

  Vivere è vincere

• Incertus animus dimidium sapientiae est

  Il dubbio è una mezza saggezza

• Vivere est agere

  Vivere è agire

• Feci quod potui, faciant meliora potentes

  Ho fatto tutto quello che potevo, chi può, lasciarlo fare meglio

• Feminae naturam regere desperare est otium

  Avendo pensato di umiliare l'indole di una donna, saluta la pace!

• Dum spiro, amo atque credo

  Finché respiro, amo e credo

• Festina lente

  Sbrigati lentamente

• Calamitas virtutis occasio

  La calamità è la pietra di paragone del valore

• Omnes homines agunt histrionem

  Tutte le persone sono attori sul palcoscenico della vita

• Lucri bonus est odor ex re qualibet

  L'odore del profitto è gradevole, non importa da cosa provenga

• Factum est factam

  Ciò che è fatto è fatto (il fatto è fatto)

• Ignoscito saepe alteri, nunquam tibi

  Addio spesso agli altri, a te stesso - mai

• Tempora mutantur et nos mutamur in illis

  I tempi cambiano e noi cambiamo con loro

• Tarde venetibus ossa

  Chi arriva in ritardo - le ossa

• Imago animi vultus est

  Il viso è lo specchio dell'anima

• Homo hominis amicus est

  L'uomo è amico dell'uomo

• Homines, dum docent, discunt

  Le persone imparano, imparano

• Mors nescit legem, tollit cum paupere regem

  La morte non conosce legge, prende sia il re che i poveri

• Quod cito fit, cito perit

  Quello che succede presto, presto cade a pezzi

• Amor non est medicabilis herbis

  L'amore non può essere trattato con le erbe

• Finis vitae, sed non amoris

  La vita finisce, ma non l'amore

• Fedelis et forfis

  Leale e coraggioso

• Fide, sed cui fidas, vide

  Stai attento; fidati, ma guarda di chi ti fidi

• Experientia est optima magistra

  La migliore esperienza dell'insegnante

• Verae amititiae sempiternae sunt

  La vera amicizia è per sempre

• Damant, quod non intelegunt

  Condanna perché non capiscono

• Descensus averno facilis est

  La strada per l'inferno è facile

• Viva vox al plenius

  Il discorso dal vivo nutre più abbondantemente

• Vivamus atque amemus

  Viviamo e amiamo

• De mortuis aut bene, aut nihil

  A proposito di morti o buoni o niente

• Ad pulchritudinem ego excitata sum, elegantia spiro et artem efflo

  Sono risvegliato alla bellezza, respiro grazia e irradia arte

• Deus ipse se fecit

  Dio ha creato se stesso

• Aequam memento rebus in arduis servare mentem
• primo tra i pari

  Primo tra pari

• Gustus legibus non subiacet

  Il gusto sfida le leggi

• Sempre mors subest

  La morte è sempre vicina

• Dum spiro, spero!

  Mentre respiro, spero!

• Homines amplius oculis, quam auribus credunt

  Le persone credono più nei loro occhi che nelle loro orecchie.

• Benefacta maschio locata malefacta arbitro

  I benefici resi agli indegni, considero atrocità

• Forte fortuna adjuvat

  Il destino aiuta i coraggiosi

• Dura lex, sed lex

  La legge è dura, ma è la legge

• Audi, vide, sile

  Ascolta, guarda e taci

• Omnia mea mecum porto

  Porto tutto con me

• Omnia, quae volo, adipiscar

  Ottengo tutto ciò che voglio

• Omnia mors aequat

  La morte è uguale a tutto

• Fama clamosa

  Gloria forte

• Igne natura rinnovatur integra

  Tutta la natura è rinnovata dal fuoco

• Si vis amari, ama

  Se vuoi essere amato, ama

• In me omnis spes mihi est

  Tutta la mia speranza è in me stesso

• Aut vincere, aut mori

  O vinci o muori

• Mens sana in corpore sano

  In un corpo sano, mente sana

• Aliena vitia in oculis habemus e tergo nostra sunt

  I vizi degli altri sono davanti ai nostri occhi, i nostri - dietro le nostre spalle

• Varietà deliziosa

  La varietà è divertente

• Naturalia non sunt turpia

  Naturale non è vergognoso

• In venere sempre certat dolor et gaudium

  Dolore e gioia competono sempre nell'amore

• Nusquam sunt, qui ubique sunt

  Da nessuna parte ci sono quelli che sono ovunque

• Vi veri vniversum vivus vici

  Ho conquistato l'universo con il potere della verità durante la mia vita

• Quo quisque sapientior est, eo solet esse modestior

  Più una persona è intelligente, più di solito è modesta.

• Se vuoi la pace, prepara la guerra

  Se vuoi la pace prepara la guerra

• Sed semel insanivimus omnes

  Un giorno siamo tutti pazzi

• Infelicissimum genus infortunii est fuisse felicem

  La più grande disgrazia è essere felici nel passato.

• In vitium ducit culpae fuga

  Il desiderio di evitare gli errori porta ad altro

• Tertium non datur

  Non c'è un terzo

• Quid quisque vitet, nunquam homini satis cautum est in horas

  Nessuno può sapere quando fare attenzione al pericolo

• Mors omnia solvit

  La morte risolve tutti i problemi

• Memento mori

  Memento mori

• Memento quia pulvis est

  Ricorda che sei polvere

• Nell'eterno

  Per sempre per sempre

• In pace leones, in proelio cervi

  In tempo di pace - leoni, in battaglia - cervi

• Inter arma silent leges

  Quando l'arma sferraglia, le leggi tacciono

• Nitinur in vetitum sempre, cupimusque negata

  Ci sforziamo sempre per il proibito e desideriamo l'illecito.

• Il tempo fugge

  Il tempo sta finendo

• Carpe Diem

  Cogli l'attimo (momento)

• Homo homini lupus est

  Da uomo a uomo è un lupo

• Corrige praeteritum, praesens rege, cerne futurum

  Correggi il passato, guida il presente, immagina il futuro

• Oderint dum metuant

  Che odino, se solo avessero paura

• Vita sine libertate, nihil

  La vita senza libertà non è niente

• Cum vitia presente, paccat qui recte facit

  Quando i vizi fioriscono, chi vive onestamente soffre.

• Ibi poest valere populus, ubi leges valent

  Dove le leggi sono in vigore e le persone sono forti

• Leve fit, quod bene fertur onus

  Il carico diventa leggero se portato con obbedienza.

• Imperare sibi massimo imperium est

  Comandarsi è il potere più grande

• Tu ne cede malis, sed contra audentior ito!

  Non sottometterti alla sventura, ma vai coraggiosamente incontro ad essa!

• Beatitudo non est virtutis praemium, sed ipsa virtus

  La felicità non è una ricompensa per il valore, ma è il valore stesso

• Amor, ut lacrima, ab oculo oritur, in cor cadit

  L'amore, come una lacrima, nasce dagli occhi, cade sul cuore

• Esse quam videri

  Sii, non sembra essere

• Felix, qui quod amat, defendere fortiter audet

  Felice è colui che coraggiosamente prende sotto la sua protezione ciò che ama

• Sol lucet omnibus

  Il sole splende su tutti

• Oddio et amo

  odio e amo

• Cogito, ergo sum

  Penso quindi sono

• Actum ne agas

  Ciò che è stato fatto, non tornarci

• Ab altero aspetta, alteri quod feceris

  Aspettati da un altro quello che tu stesso hai fatto a un altro

• Amantes sunt amentes

  Gli amanti sono pazzi

• Antiquus amor cancro est

  Il vecchio amore non è dimenticato

• Cui ridet Fortuna, eum ignorat Femida

  A chi sorride Fortune, Themis non se ne accorge

• Omnia fluunt, omnia mutantur

  Tutto scorre, tutto cambia

• Ut ameris, amabilis esto

  Per essere amato, sii degno di amore

• Ubi nihil vales, ibi nihil velis

  Dove non sei capace di niente, non dovresti volere niente

• Simili simili gaudet

  Come gioisce come

• In dubbio astinenza

  In caso di dubbio, astenersi

• Utatur motu animi qui uti ratione non potest

  Chi non sa seguire i dettami della ragione, segua i movimenti dell'anima

• Omnia praeclara rara

  Tutto ciò che è bello è raro

• In Demon Deus!

  Nel Demone, Dio!

• Sibi imperare massimo imperium est

  Il potere più alto è il potere su se stessi

• terra incognita

  Terra sconosciuta

• Mores cuique sui fingit fortunam

  Il nostro destino dipende dalla nostra morale

• Nihil est ab omni parte beatum

  Niente è sicuro in ogni modo

• Meliora spero

  Sperando per il meglio

• Natura detesta il vuoto

  La natura detesta il vuoto

• Homo sum et nihil humani a me alienum puto

  Sono umano e niente di umano mi è estraneo

• Si etiam omnes, ego non

  Anche se tutto non sono io

• Mortem effugere nemo potest

  Nessuno può sfuggire alla morte

• Audire ignoti quom imperant soleo non auscultare

  Sono pronto ad ascoltare la stupidità, ma non obbedirò

• Nihil habeo, nihil curo

  Non ho niente - non mi interessa niente

• Tanto brevius omne tempus, quanto felicius est

  Più il tempo vola veloce, più è felice

• Petite, et dabitur vobis; quaerite et invenietis; pulsare, et aperietur vobis

  Chiedi e ti sarà dato; cerca e troverai; bussa e apri per te

• Nel tiranno

  Contro i tiranni

• Veni, vidi, fuggi

  Sono venuto, ho visto, sono scappato

Perle di pensiero

NEC MORTALE SONAT

(SUONA IMMORTALE)Frasi latine

Amico lettori (Amico-lettore)

Necessità magistrale. - Il bisogno è un mentore (il bisogno insegnerà tutto).

Confronta: “Il negativo per le invenzioni è furbo”, “Inizierai a tessere sandali come se non ci fosse niente da mangiare”, “Se hai fame indovinerai il pane”, “Suma e la prigione daranno la mente”. Un pensiero simile si trova nel poeta romano Persia ("Satire", "Prologo", 10-11): "Il maestro d'arte è lo stomaco". Dagli autori greci - nella commedia di Aristofane "Pluto" (532-534), dove la povertà, che vogliono espellere dall'Ellade (Grecia), dimostra che era lei, e non il dio della ricchezza Plutone (con gioia di tutti fu guarito dalla cecità nel tempio, dio della guarigione di Asclepio e ora sperperando se stesso come mortale), è il donatore di tutte le benedizioni, costringendo le persone a dedicarsi alle scienze e ai mestieri.

Nemo omnia potest scire. - Nessuno può sapere tutto.

La base erano le parole di Orazio ("Odi", IV, 4, 22), prese come epigrafe al dizionario di lingua latina, compilato dal filologo italiano Forcellini: "È impossibile sapere tutto". Confronta: "Non puoi abbracciare l'immensità".

Nihil habeo, nihil timeo. - Non ho niente - Non ho paura di niente.

Confronta con Giovenale ("Satira", X, 22): "Un viandante che non ha nulla con sé canterà in presenza di un ladro". Anche con il proverbio "Il ricco non può dormire, ha paura del ladro".

Nil sub sole novum. - Non c'è niente di nuovo sotto il sole.

Dal Libro dell'Ecclesiaste (1, 9), di cui si ritiene autore il saggio re Salomone. Il punto è che una persona non è in grado di inventare nulla di nuovo, qualunque cosa faccia, e tutto ciò che accade a una persona non è un fenomeno eccezionale (come a volte gli sembra), ma è già accaduto prima di lui e verrà ripetuto dopo.

Noli nocere! - Non fare danni!

Il comandamento principale del medico, noto anche nella forma "Primum non nocere" ("Prima di tutto non nuocere"). Formulato da Ippocrate.

Noli tangere circulos meos! - Non toccare le mie cerchie!

Su qualcosa di inviolabile, non soggetto a modifiche, che non consente interferenze. Si basa sulle ultime parole del matematico e meccanico greco Archimede, citate dallo storico Valery Maxim ("Atti e parole memorabili", VIII, 7, 7). Prendendo Siracusa (Sicilia) nel 212 aC, i romani gli diedero la vita, anche se le macchine inventate dagli scienziati affondarono e diedero fuoco alle loro navi. Ma iniziò la rapina, ei soldati romani entrarono nel cortile di Archimede e chiesero chi fosse. Lo scienziato studiò il disegno e, invece di rispondere, lo coprì con la mano dicendo: "Non toccarlo"; fu ucciso per disobbedienza. A proposito di questo - uno dei "Racconti appresi" di Felix Krivin ("Archimede").

Nomen est presagio. “Il nome è un segno.

In altre parole, il nome parla da sé: qualcosa informa su una persona, prefigura il suo destino. È basato sulla commedia di Plauto "Pers" (IV, 4, 625): vendendo a magnaccia una ragazza di nome Lukrida, che condivide la stessa radice del latino lucrum (profitto), Toxil lo convince che un tale nome promette bene affare.

Nomina sunt odiosa. - I nomi sono indesiderabili.

La chiamata a parlare nel merito, senza entrare nel personale, per non parlare dei nomi noti. La base è il consiglio di Cicerone ("In Defense of Sextus Roscius Ameriytsa", XVI, 47) di non citare i nomi dei conoscenti senza il loro consenso.

Non bis in idem. - Non due volte per uno.

Ciò significa che non vieni punito due volte per un reato. Confronta: "Due pelli non si strappano a un bue".

Non curatore, qui curato. - Chi ha preoccupazioni non è guarito.

L'iscrizione sui termini (bagni pubblici) nell'antica Roma.

Non est culpa vini, sed culpa bibentis. - Non è colpa del vino, colpa del bevitore.

Dai distici di Dionisio Katbna (II, 21).

Non omnis moriar. - Non tutti morirò.

Così Orazio nell'ode (III, 30, 6), intitolata "Monumento" (vedi articolo "Exegi monumentum"), parla delle sue poesie, argomentando che mentre il sommo sacerdote salirà al Campidoglio, compiendo una preghiera annuale per il bene Roma (che i romani, come noi, chiamavano la Città Eterna), crescerà e la sua, Orazio, gloria imperitura. Questo motivo suona in tutto il rimaneggiamento di "Monument". Ad esempio, nell'opera di Lomonosov ("Ho eretto un segno di immortalità per me stesso ..."): "Non morirò affatto, ma la morte lascerà // gran parte della mia, poiché porrò fine alla mia vita". O in Pushkin ("Ho eretto un monumento a me stesso non fatto da mani ..."): Met, tutto di me non morirà - la mia anima è nella cara lira // le mie ceneri sopravviveranno e fuggiranno dalla decomposizione.

Non progredire est regredi. "Sta andando avanti sta andando indietro".

Non rex est lex, sed lex est rex. “Il re non è la legge, ma la legge è il re.

Non scholae, sed vitae discimus. - Non studiamo per la scuola, ma per la vita.

Si basa sul rimprovero di Seneca (Lettere morali a Lucilio, 106, 12) ai filosofi da poltrona, i cui pensieri sono separati dalla realtà e la mente è ingombra di informazioni inutili.

Saturnali non sempre presenti. - Non ci saranno sempre i Saturnali (vacanze, giorni spensierati).

Confronta: "Non tutto per il gatto è Carnevale", "Non tutto con provviste, vivrai con il kvas". Si trova nell'opera "L'Apoteosi del Divino Claudio" attribuita a Seneca (12). I Saturnali venivano celebrati ogni anno a dicembre (dal 494 a.C.), in ricordo dell'età dell'oro (l'era della prosperità, dell'uguaglianza, della pace), quando nella zona del Lazio (dove si trovava Roma), secondo la leggenda, Saturno, regnò il padre di Giove. La gente si divertiva per le strade, in visita; interrotto il lavoro, procedimenti legali, lo sviluppo di piani militari. Per un giorno (19 dicembre), gli schiavi ricevettero la libertà, sedettero alla stessa tavola con i loro padroni vestiti in modo modesto, che, inoltre, li servivano.

Non sum qualis eram. “Non sono quello che ero prima.

Invecchiato, chiede Orazio ("Odi", IV, 1, 3).
dea dell'amore Venere lascialo in pace.

Nosce te ipsum. - Conosci te stesso.

Secondo la leggenda, questa iscrizione fu iscritta sul frontone del famoso tempio di Apollo a Delfi (Grecia centrale). Si diceva che una volta sette saggi greci (VI secolo aC) si radunassero vicino al tempio di Delfi e ponessero questo detto alla base di tutta la saggezza ellenica (greca). L'originale greco di questa frase, gnothi seauton, è citato da Giovenale (Satire, XI, 27).

Novus rex, nova lex. - Nuovo re - nuova legge.

Confronta: "Una nuova scopa spazza in un modo nuovo".

Nulla ars in se versatur. - Non una singola arte (non una singola scienza) si chiude su se stessa.

Cicerone ("Sulle frontiere del bene e del male", V, 6, 16) dice che lo scopo di ogni scienza sta al di fuori di essa: la guarigione è dunque scienza della salute.

Nulla calamitas sola. - Il problema non è uno.

Confronta: "Il problema è arrivato: apri il cancello", "Il problema porta a sette problemi".

Nulla dies sine linea. - Non un giorno senza una linea.

Un invito a praticare quotidianamente la tua arte; un ottimo motto per un artista, scrittore, casa editrice. La fonte è il racconto di Plinio il Vecchio (Storia naturale, XXXV, 36, 12) su Apelle, pittore greco del IV secolo. BC, che ogni giorno conteneva almeno una riga. Lo stesso Plinio, politico e scienziato, autore dell'opera enciclopedica in 37 volumi "Storia naturale" ("Storia della natura"), che contiene circa 20.000 fatti (dalla matematica alla storia dell'arte) e ha utilizzato informazioni dalle opere di quasi 400 autori , seguì per tutta la vita questa regola Apelle, che divenne la base per il distico: "Secondo il testamento dell'anziano Plinio, // Nulla dies sine linea".

Nulla salus bello. - Non c'è niente di buono in guerra.

Nell'Eneide di Virgilio (XI, 362), il nobile latino Bevuto chiede al re dei Rutuls Thurnus di porre fine alla guerra con Enea, in cui molti latini muoiono: o ritirarsi o combattere l'eroe uno contro uno, in modo che il re la figlia Latina e il regno vanno al vincitore.

Nunc vino pellite curas. - Ora scaccia le tue preoccupazioni con il vino.

Nell'ode di Orazio (I, 7, 31), Teucro si rivolge così ai suoi compagni, i quali, tornati dalla guerra di Troia nella natia isola di Salamina, tornarono in esilio (vedi “Ubi bene, ibi patria”) .

A proposito di rus! - Oh villaggio!

“Oh villaggio! Quando ti vedrò! " - esclama Orazio ("Satire", II, 6, 60), raccontando come, dopo una frenetica giornata trascorsa a Roma, avendo deciso molte cose in movimento, si sforza con tutto il cuore di un angolo tranquillo - una tenuta in i monti Sabini, che è stato a lungo oggetto dei suoi sogni (vedi "Hoc erat in votis") e presentatogli da Mecenate, amico dell'imperatore Augusto. Il mecenate aiutò anche altri poeti (Virgilio, Proporzione), ma fu grazie ai poemi di Orazio che il suo nome divenne famoso e cominciò a denotare qualsiasi mecenate delle arti. Nell'epigrafe del 2° capitolo di "Eugene Onegin" ("Il villaggio in cui Eugenio si annoiava era un angolo incantevole...") Pushkin usava un gioco di parole: "O rus! Sulla Russia! "

A proposito di sancta simplicitas! - O santa semplicità!

A proposito dell'ingenuità, della stupidità di qualcuno. Secondo la leggenda, la frase fu pronunciata da Jan Hus (1371-1415), l'ideologo della Riforma della Chiesa in Boemia, quando, durante il suo rogo come eretico, con il verdetto della cattedrale della Chiesa di Costanza, una pia anziana lanciò un manciata di sterpaglia nel fuoco. Jan Hus predicò a Praga; pretese l'uguaglianza dei diritti dei laici con il clero, chiamò Cristo unico capo della chiesa, unica fonte di dottrina - Sacra Scrittura, e alcuni papi - eretici. Il Papa convocò Hus al Concilio per esprimere il suo punto di vista, promettendo salvezza, ma poi, dopo averlo tenuto in cattività e averlo giustiziato per 7 mesi, disse che non manteneva le promesse fatte agli eretici.

A proposito di tempo! sui costumi! - A proposito dei tempi! sulla morale!

Forse l'espressione più famosa del primo discorso di Cicerone (console 63 aC) contro la cospiratrice-senatrice Catilina (I, 2), considerata l'apice dell'oratorio romano. Rivelando i dettagli della congiura in una riunione del Senato, Cicerone in questa frase si indigna sia per l'impudenza di Catilina, che ha osato presentarsi in Senato come se nulla fosse, sebbene le sue intenzioni fossero note a tutti, sia per l'inerzia delle autorità in relazione al complotto per la morte della Repubblica; mentre ai vecchi tempi le persone venivano uccise e meno pericolose per lo stato. Solitamente si usa l'espressione, affermando il declino della morale, condannando un'intera generazione, sottolineando l'inedita natura dell'evento.

Occidat, dum imperet. - Lascialo uccidere, se solo avesse regnato.

Così, secondo lo storico Tacito (Annali, XIV, 9), l'affamata di potere Agrippina, pronipote di Augusto, rispose agli astrologi, i quali predissero che suo figlio Nerone sarebbe diventato imperatore, ma avrebbe ucciso sua madre. Infatti, 11 anni dopo, la sposa di Agrippina era suo zio, l'imperatore Claudio, che avvelenò 6 anni dopo, nel 54 d.C., passando il trono al figlio. Successivamente Agrippina divenne una delle vittime dei sospetti del crudele imperatore. Dopo tentativi infruttuosi di avvelenarla, Nero fece naufragio; e avendo saputo che sua madre era salva, ordinò di trafiggerla con una spada (Svetonio, "Nero", 34). Lo attendeva lui stesso una morte dolorosa (vedi "Qualis artifex pereo").

Oderint, dum metuant. - Che odino, se solo avessero paura.

L'espressione di solito caratterizza il potere che si basa sulla paura dei subordinati. La fonte sono le parole del crudele re Atreo dall'omonima tragedia del drammaturgo romano Akzia (II-I secolo aC). Secondo Svetonio ("Gaius Caligola", 30), l'imperatore Caligola (12-41 d.C.) amava ripeterli. Fin da bambino, che amava essere presente alle torture e alle esecuzioni, firmava condanne ogni 10 giorni, chiedendo che i condannati fossero giustiziati con colpi piccoli e frequenti. La paura nelle persone era così grande che molti non credettero immediatamente alla notizia dell'omicidio di Caligola a seguito di una congiura, credendo che fosse lui stesso a diffondere queste voci per scoprire cosa pensassero di lui (Svetonio, 60) .

Oderint, dum probent. - Lascia che odino, solo per supportare.

Secondo Svetonio ("Tiberio", 59), così disse l'imperatore Tiberio (42 aC - 37 dC) leggendo versi anonimi sulla sua spietatezza. Anche durante l'infanzia, il personaggio di Tiberio fu astutamente determinato dall'insegnante di eloquenza Teodoro Gadarsky, che, rimproverandolo, lo definì "fango misto a sangue" ("Tiberio", 57).

Odero, si potero. - Lo odio se posso.

Ovidio ("Elegie d'amore", III, 11, 35) parla dell'atteggiamento verso la fidanzata insidiosa.

Od (i) et amo. - Odio e amo.

Dal famoso distico di Catullo sull'amore e l'odio (n. 85): “Sebbene odio, amo. Come mai? - forse stai chiedendo. Forse il poeta vuole dire che non sente più il precedente esaltato, rispettoso sentimento per la fidanzata infedele, ma non può smettere di amarla fisicamente e odia se stesso (o lei?). Per questo, rendendosi conto che sta tradendo se stesso, la sua comprensione di amore. Il fatto che questi due sentimenti opposti siano ugualmente presenti nell'anima dell'eroe è sottolineato dall'uguale numero di sillabe nei verbi latini "io odio" e "io amo". Forse è per questo che non esiste ancora una traduzione russa adeguata di questa poesia.

Oleum et operam perdidi. - Ho sprecato olio e manodopera.

Questo è ciò che può dire di sé una persona che ha perso tempo inutilmente, ha lavorato senza beneficio, senza ricevere i risultati sperati. Il proverbio si ritrova nella commedia Plautus "Puniyets" (I, 2, 332), dove la fanciulla, di cui il giovane ha notato e salutato per prime le due compagne, vede che ci ha provato invano, travestendosi e oliata. Cicerone dà un'espressione simile, parlando non solo dell'olio per l'unzione ("Lettere ai propri cari", VII, 1, 3), ma anche dell'olio per l'illuminazione usato durante il lavoro ("Lettere ad Atticus", II, 17, 1) ... Un'affermazione simile la troviamo nel romanzo di Petronio "Satyricon" (CXXXIV).

Omnia mea mecum porto. - Porto tutto con me.

Fonte - raccontata da Cicerone ("Paradoxes", I, 1, la leggenda di Biante, uno dei sette saggi greci (VI secolo a.C.). Quante più cose possibili. è esattamente quello che fa, perché porta sempre dentro di sé la sua vera, inalienabile ricchezza, per la quale non servono nodi e borse: i tesori dell'anima, la ricchezza della mente. , ma ormai le parole Byant sono usate spesso quando esse portare con sé le cose per tutte le occasioni (ad esempio tutti i documenti).L'espressione può anche indicare un basso livello di reddito.

Omnia mutantur, mutabantur, mutabuntur. - Tutto cambia, è cambiato e cambierà.

Omnia praeclara rara. - Tutto ciò che è bello è raro.

Cicerone (Lelius, o L'amicizia, XXI, 79) parla di quanto sia difficile trovare un vero amico. Da qui le parole conclusive dell'Etica di Spinoza (V, 42): “Tutto il bello è tanto difficile quanto raro” (su quanto sia difficile liberare l'anima da pregiudizi e affetti). Confronta con il proverbio greco "Kala halepa" ("Bello è difficile"), citato nel dialogo di Platone "Ippia il Grande" (304e), che discute l'essenza della bellezza.

Omnia vincit amor,. - L'amore vince tutto,

Versione abbreviata: "Amor omnia vincit" ("L'amore vince tutto"). Confronta: "Almeno affogare, ma convergere con una dolce metà", "Amore e morte non conoscono barriere". La fonte dell'espressione sono le "Bucoliche" di Virgilio (X, 69).

Ottima sunt communia. - Il meglio è di tutti.

Seneca ("Lettere morali a Lucilio", 16, 7) dice di considerare tutti i veri pensieri come suoi.

Optimum medicamentum quies est. - La migliore medicina è il riposo.

Il detto appartiene al medico romano Cornelio Celso (Sentenze, V, 12).

Otia dant vitia. - L'ozio genera vizi.

Confronta: "Il lavoro nutre, ma la pigrizia guasta", "Dall'ozio, la stoltezza trae profitto, nel lavoro la volontà è temperata". Anche con la dichiarazione dello statista e scrittore romano Catone il Vecchio (234-149 aC), citata da Columella, scrittore del I sec. ANNO DOMINI ("Sull'agricoltura", XI, 1, 26): "Senza fare nulla, si imparano le cattive azioni".

otium cum dignitate - tempo libero degno (dedicato alla letteratura, alle arti, alle scienze)

La definizione di Cicerone ("Sull'oratore", 1,1, 1), che, ritiratosi dagli affari di stato, rinunciò alla scrittura del suo tempo libero.

Otium post negoziazione. - Riposo dopo gli affari.

Confronta: "Ho fatto il lavoro - cammina con coraggio", "Gli affari sono tempo, il divertimento è un'ora".

Pacta sunt servanda. - Gli accordi devono essere rispettati.

Confronta: "Un accordo vale più del denaro".

Paete, non dolet. - Pet, non fa male (non c'è nulla di cui preoccuparsi).

L'espressione è usata, volendo, ad esempio, convincere una persona a provare qualcosa di sconosciuto per lui, provocando paura. Queste famose parole di Arria, moglie del console Cecina Peta, che partecipò a una fallita congiura contro l'imperatore schivo e crudele Claudio (42 dC), sono citate da Plinio il Giovane (Lettere, III, 16, 6). La cospirazione è stata rivelata, il suo organizzatore Scribonian è stato giustiziato. Pet, condannato a morte, dovette suicidarsi entro un certo periodo di tempo, ma non riuscì a decidersi. E una volta che sua moglie, al termine della persuasione, si trafisse con il pugnale del marito, con queste parole lo trasse fuori dalla ferita e lo diede a Peta.

Pallet: aut amat, aut Studet. - Pallido: o innamorato o studio.

proverbio medievale.

pallida morte futura - pallida di fronte alla morte (pallida come la morte)

Virgilio (Eneide, IV, 645) parla della regina cartaginese Didone, abbandonata da Enea, che in un impeto di follia decise di suicidarsi. Pallida, con gli occhi iniettati di sangue, corse attraverso il palazzo. L'eroe che lasciò Didone per ordine di Giove (vedi "Naviget, haec summa (e) sl"), vedendo il bagliore della pira funeraria dal ponte della nave, sentì che era successo qualcosa di terribile (V, 4-7) .

Panem et circenses! - Pasto e reale!

Di solito caratterizza i desideri limitati degli abitanti, che non si preoccupano affatto di questioni gravi della vita del paese. In questa esclamazione, il poeta Giovenale (Satire, X, 81) rifletteva l'esigenza fondamentale dell'oziosa marmaglia romana nell'era dell'Impero. Rassegnati alla perdita dei diritti politici, i poveri si accontentavano di dispense che i dignitari ottenevano popolarità tra la gente: la distribuzione di pane gratuito e l'organizzazione di spettacoli circensi gratuiti (corse di carri, combattimenti di gladiatori), battaglie in costume. Ogni giorno, secondo la legge del 73 aC, i cittadini romani poveri (nel I-II secolo dC erano circa 200.000) ricevevano 1,5 kg di pane ciascuno; poi introdussero anche la distribuzione di burro, carne, denaro.

Parvi liberi, parvum maluni. - Bambini piccoli - piccoli problemi.

Confronta: "I bambini grandi sono grandi e cattivi", "Con i bambini piccoli il dolore e con quelli grandi - due volte", "Un bambino piccolo succhia un seno e uno grande - un cuore", "Un bambino piccolo non ti lascia dormire, ma grande - vivere"...

Parvum parva decente. - Piccolo al viso.

Orazio (Epistole, I, 7, 44), rivolgendosi al suo mecenate e amico Mecenate, il cui nome divenne poi un nome familiare, si dice abbastanza soddisfatto della sua tenuta sui Monti Sabini (vedi Hoc erat in votis) e non lo è attira la vita nella capitale.

Giacca pauper ubique. - Il pover'uomo è sconfitto ovunque.

Confronta: "Tutti i dossi cadono sul povero Makar", "Sul pover'uomo fuma un incensiere". Dal poema di Ovidio "Fasty" (I, 218).

Pecunia nervosa belli. - Il denaro è il nervo (forza motrice) della guerra.

L'espressione si trova in Cicerone ("Filippi", V, 2, 6).

Peccant reges, plectuntur Achivi. - I re peccano, ma gli Achei (greci) soffrono.

Confronta: "Le sbarre stanno combattendo, ma i ciuffi dei muzhik si stanno spezzando". Si basa sulle parole di Orazio ("Epistole", I, 2, 14), raccontando come l'eroe greco Achille, insultato dal re Agamennone (vedi "inutile terrae pondus"), si rifiutò di partecipare alla guerra di Troia, che portò alla sconfitta e alla morte molti Achei.

Pecunia non olet. - Il denaro non puzza.

In altre parole, il denaro è sempre denaro, indipendentemente dalla fonte della sua origine. Secondo Svetonio ("Il divino Vespasiano", 23), quando l'imperatore Vespasiano impose una tassa sui bagni pubblici, suo figlio Tito iniziò a rimproverare il padre. Vespasiano alzò una moneta dal primo profitto al naso del figlio e chiese se puzzava. "Non olet", rispose Tito.

Per aspera ad astra. - Attraverso le difficoltà (difficoltà) alle stelle.

Una chiamata per andare alla meta, superando tutti gli ostacoli sulla strada. In ordine inverso: "Ad astra per aspera" è il motto dello Stato del Kansas.

Pereat mundus, fiat justitia! - Perisca il mondo, ma ci sarà (ci sarà) giustizia!

"Fiat justitia, pereat mundus" ("Sia fatta giustizia e muoia il mondo") è il motto di Ferdinando I, imperatore (1556-1564) del Sacro Romano Impero, che esprimeva il desiderio di ristabilire la giustizia ad ogni costo. L'espressione è spesso citata con l'ultima parola sostituita.

Pericolo in mora. - Il pericolo è in ritardo. (La procrastinazione è come la morte.)

Tito Livio ("Storia di Roma dalla fondazione della città", XXXVIII, 25, 13) parla dei Romani incalzati dai Galli, che fuggirono, vedendo che non si poteva più esitare.

Plaudi, cives! - Applaudi, cittadini!

Uno dei discorsi conclusivi degli attori romani al pubblico (vedi anche Valete et plaudite). Secondo Svetonio ("Divin Augustus", 99), prima della sua morte, l'imperatore Augusto chiese (in greco) agli amici entrati ad applaudire se, secondo loro, recitava bene la commedia della vita.

Plenus venter non SofaScoret libenter. - Una pancia piena è sorda all'apprendimento.

più sonat, quam cameriere - Suono più del significato (suona più del peso)

Seneca (Lettere morali a Lucilio, 40, 5) parla dei discorsi dei demagoghi.

Poete nascuntur, oratores fiunt. - I poeti nascono e diventano oratori.

Si basa sulle parole del discorso di Cicerone "In difesa del poeta Aulus Licinius Archias" (8, 18).

pollice verso - con un dito contorto (finiscilo!)

Portando il pollice abbassato della mano destra verso il petto, il pubblico decise la sorte del gladiatore sconfitto: il vincitore, che ricevette una ciotola di monete d'oro dagli organizzatori dei giochi, doveva finirlo. L'espressione si trova in Giovenale ("Satire", III, 36-37).

Populus remedia cupit. - Le persone bramano la medicina.

Il detto di Galeno, medico personale dell'imperatore Marco Aurelio (regnò dal 161 al 180), suo genero co-reggente Vera e figlio di Commodo.

Post nubila sol. - Dopo il maltempo - il sole.

Confronta: "Non tutto il maltempo, ci sarà un sole rosso". Si basa su una poesia del poeta Novolatinsk Alan di Lille (XII secolo): “Dopo le nuvole scure, il solito sole ci è più gradito; // quindi l'amore dopo le liti sembrerà più luminoso ”(traduzione del traduttore). Confronta con il motto di Ginevra: "Post tenebras lux" ("Dopo l'oscurità - luce").

Primum vivere, deinde philosophari. - Prima per vivere, e solo dopo per filosofare.

Una chiamata a vivere e vivere molto prima di pensare alla vita. Nella bocca di una persona associata alla scienza, significa che non è estraneo alle gioie della vita quotidiana.

primus inter pares - il primo tra pari

Sulla posizione del monarca nello stato feudale. La formula risale al tempo dell'imperatore Augusto, il quale, temendo la sorte del suo predecessore, Giulio Cesare (anche lui chiaramente lottava per il potere esclusivo e fu ucciso nel 44 aC, per il quale si veda l'articolo "Et tu, Bruto!" ), conservava le sembianze di repubblica e di libertà, chiamandosi primus inter pares (poiché il suo nome era al primo posto nell'elenco dei senatori), o princeps (cioè il primo cittadino). Quindi, stabilito da Augusto nel 27 a.C. una forma di governo, in cui tutte le istituzioni repubblicane (senato, cariche elettive, assemblea popolare) erano mantenute, ma in realtà il potere apparteneva a una persona, è chiamata principato.

Prior tempore - potior jure. - Il primo in tempo - il primo a destra.

Una regola legale chiamata primo proprietario (first take). Confronta: "Chi è maturo ha mangiato".

pro aris et focis - per altari e focolari

In altre parole, per proteggere tutto ciò che è più prezioso. Trovato in Tito Livio ("Storia di Roma dalla fondazione della città", IX, 12, 6).

Procul ab oculis, procul ex mente. - Lontano dagli occhi, lontano dal cuore.

Procul, profani! - Vattene, non iniziato!

Di solito questa è una chiamata a non giudicare le cose che non capisci. Epigrafe al poema di Pushkin "Il poeta e la folla" (1828). In Virgilio ("Eneide", VI, 259), la profetessa Sibilla esclama, sentendo l'ululare dei cani - segno dell'avvicinarsi della dea Ecate, l'amante delle ombre: "Aliena ai misteri, via! Lascia subito il boschetto!" (trad. S. Osherov). Il veggente scaccia i compagni di Enea, che andò da lei per sapere come scendere nel regno dei morti e vedervi suo padre. L'eroe stesso è stato già iniziato al mistero di ciò che sta accadendo grazie al ramo d'oro che ha colto nella foresta per l'amante degli inferi, Proserpina (Persefone).

Proserpina nullum caput fugit. - Proserpina (la morte) non risparmia nessuno.

Si basa sulle parole di Orazio ("Odi", I, 28, 19-20). Per Proserpina, vedere l'articolo precedente.

Pulchra res homo est, si homo est. - Una persona è bella se è una persona.

Confronta nella tragedia di Sofocle "Antigone" (340-341): "Ci sono molti miracoli nel mondo, // l'uomo è più meraviglioso di tutti" (tradotto da S. Shervinsky e N. Poznyakov). Nell'originale greco la definizione è "dainos" (terribile ma meraviglioso). Il punto è che in una persona sono nascoste grandi forze, con il loro aiuto puoi fare buone o cattive azioni, tutto dipende dalla persona stessa.

Qualis artifex pereo! - Che artista muore!

Su qualcosa di prezioso, non utilizzato per lo scopo previsto, o su una persona che non ha realizzato se stessa. Secondo Svetonio (Nero, 49), queste parole furono ripetute prima della sua morte (68 d.C.) dall'imperatore Nerone, che si considerava un grande cantore tragico e amava esibirsi nei teatri di Roma e della Grecia. Il Senato lo dichiarò nemico e cercava l'esecuzione secondo l'usanza dei loro antenati (gli inchiodarono la testa con una scarpa e lo fustigarono a morte), ma Nerone esitava ancora a separarsi dalla sua vita. Ordinò di scavare una fossa, poi portare acqua e legna da ardere, esclamando tutti che in lui stava morendo un grande artista. Solo quando sentì avvicinarsi dei cavalieri, ai quali era stato ordinato di prenderlo vivo, Nerone, con l'aiuto del liberto Faone, gli conficcò una spada nella gola.

Qualis pater, talis filius. - Qual è il padre, tale è il compagno. (Qual è il padre, tale è il figlio.)

Qualis rex, talis grex. - Cos'è il re, tale è il popolo (cioè cos'è il sacerdote, tale è la parrocchia).

Qualis vir, talis oratio. - Qual è il marito (persona), questo è il discorso.

Dalle massime di Publio Sira (n. 848): "La parola è un riflesso della mente: come è un marito, così è la parola". Confronta: "Riconoscere un uccello dalle sue piume e un brav'uomo dai suoi discorsi", "Che cos'è un sacerdote, tale è la sua preghiera".

Qualis vita, et mors ita. - Com'è la vita, così è la morte.

Confronta: "La morte di un cane è un cane".

Quandoque bonus dormitat Homerus. - A volte il glorioso Omero dorme (sbagliato).

Orazio (Scienza della poesia, 359) dice che anche nei poemi di Omero ci sono punti deboli. Confronta: "E ci sono delle macchie nel sole".

Qui amat me, amat et canem meum. “Chi ama me ama anche il mio cane.

Qui canit arte, canat,! - Chi sa cantare, lascialo cantare!

Ovidio (Scienza dell'amore, II, 506) consiglia all'amante di rivelare tutti i suoi talenti alla sua ragazza.

Qui bene amat, bene castigat. - Chi ama veramente, sinceramente (dal cuore) punisce.

Confronta: "Ama come un'anima, ma trema come una pera". Anche nella Bibbia (Proverbi di Salomone, 3, 12): "Chi il Signore ama, lo punisce e si compiace come un padre è per suo figlio".

Qui multum habet, più cupit. - Chi ha molto vuole di più.

Confronta: "A chi oltre il limite, dai di più a quello", "L'appetito viene mangiando", "Più mangi, più ne vuoi". L'espressione si trova in Seneca (Lettere morali a Lucilio, 119, 6).

Qui non zelat, pop amat. - Chi non è geloso non ama.

Qui scribit, bis legittimo. - Chi scrive, legge due volte.

Qui terret, più ipse timet. - Coloro che ispirano paura hanno ancora più paura loro stessi.

Qui totum vult, totum perdit. - Chi vuole tutto perde tutto.

Quia nome leo. - Perché il mio nome è leone.

A proposito del diritto dei forti e degli influenti. Nella favola di Fedro (I, 5, 7), così il leone, cacciando insieme alla mucca, alla capra e alla pecora, spiegò loro perché prendeva il primo quarto della preda (prendeva in aiuto il secondo, il terzo per essere più forte, e proibì anche di toccare il quarto).

Quid est veritas? - Cos'è la verità?

Nel Vangelo di Giovanni (18,38), questa è la famosa domanda che Ponzio Pilato, procuratore della provincia romana della Giudea, fece a Gesù sottoposto a giudizio in risposta alle sue parole: «Per questo sono nato e per questo Sono venuto nel mondo per testimoniare sulla verità; chiunque è dalla verità ascolta la mia voce ”(Giovanni 18:37).

Quid opus nota noscere? - Perché testare il testato?

Plauto ("Il guerriero vanitoso", II, 1) parla di eccessivo sospetto verso le persone affermate.

Quidquid disc, tibi disc. - Qualunque cosa studi, studi per te stesso.

L'espressione si trova in Petronio ("Satyricon", XLVI).

Quidquid latte, apparebit. - Verrà svelato tutto il segreto.

Dall'inno cattolico "Dies irae" ("Giorno dell'ira"), che parla del prossimo giorno del Giudizio Universale. La base dell'espressione, a quanto pare, erano le parole del Vangelo di Marco (4, 22; o di Luca, 8, 17): «Non c'è infatti nulla di segreto che non diventi evidente, né di segreto, che non si manifesti e non rivelato lo farebbe".

legioni rosse. - riportare indietro le legioni.

Un rimpianto per una perdita irrevocabile o una chiamata a restituire qualcosa che ti appartiene (a volte dicono solo "Legiones redde"). Secondo Svetonio ("Divin Augustus", 23), così esclamò più volte l'imperatore Augusto dopo la schiacciante sconfitta dei romani sotto il comando di Quintilio Varo dai tedeschi nella foresta di Teutoburgo (9 d.C.), dove furono distrutte tre legioni . Dopo aver appreso della disgrazia, Augusto non si tagliò capelli e barba per diversi mesi di seguito e ogni anno celebrava il giorno della sconfitta con lutto. L'espressione è data nelle "Esperienze" di Montaigne: in questo capitolo (Libro I, cap. 4) si parla di intemperanza umana degna di condanna.

Quis bene celat amorem? - Chi nasconde con successo l'amore?

Confronta: "L'amore è come la tosse: non puoi nasconderti dalle persone". È data da Ovidio ("Eroidi", XII, 37) nella lettera d'amore della maga Medea al marito Giasone. Ricorda la prima volta che ha visto una bellissima sconosciuta che è arrivata sulla nave "Argo" per il vello d'oro - la pelle di un ariete d'oro, e come Jason ha sentito immediatamente l'amore di Medea per lui.

Così parla dei suoi satiri (I, 2) di Persia, uno dei più difficili per la percezione degli autori romani, sostenendo che per il poeta la propria opinione è più importante del riconoscimento dei lettori.

Quo Vadis? - Camo in arrivo? (Dove stai andando?)

Secondo la tradizione ecclesiastica, durante la persecuzione dei cristiani a Roma sotto l'imperatore Nerone (c. 65), l'apostolo Pietro decise di lasciare il suo gregge e di trovare un nuovo luogo di vita e di opere. Mentre lasciava la città, vide Gesù in viaggio verso Roma. In risposta alla domanda: “Quo vadis, Domine? "("Dove vai, Signore?") - Cristo ha detto che sarebbe andato a Roma per morire di nuovo per un popolo privato di un pastore. Pietro tornò a Roma e fu giustiziato insieme all'apostolo Paolo, che fu catturato a Gerusalemme. Considerato che non era degno di morire come Gesù, chiese di essere crocifisso a capo chino. Con la domanda "Quo vadis, Domine?" nel Vangelo di Giovanni, gli apostoli Pietro (13, 36) e Tommaso (14, 5) si sono rivolti a Cristo durante l'Ultima Cena.

Quod dubitas, ne feceris. - Qualunque cosa tu dubiti, non farlo.

L'espressione si trova in Plinio il Giovane ("Lettere", I, 18, 5). Cicerone ne parla («A doveri», I, 9, 30).

Quod licet, ingratum (e) st. - L'ammissibile non attrae.

Nel poema di Ovidio ("Elegie d'amore", II, 19, 3), l'amante chiede al marito di vegliare sulla moglie, se non altro per amore dell'altro ardente di passione per lei: in fondo, "non c'è gusto nel quanto è permesso, il divieto eccita più acutamente» (traduzione di S. Shervinsky).

Quod licet Jovi, non licet bovi. - Ciò che è permesso a Giove non è permesso al toro.

Confronta: "Sono affari per l'igumeno, ma per i fratelli!"

Quod petis, est nusquam. “Quello che brami non si trova da nessuna parte.

Ovidio nel poema "Metamorfosi" (III, 433) si riferisce al bellissimo giovane Narciso. Rifiutando l'amore delle ninfe, fu punito per questo dalla dea della punizione, essendosi innamorato di ciò che non poteva possedere: il proprio riflesso nelle acque della sorgente (da allora un narcisista è stato chiamato narcisista).

Quod scripsi, scripsi. - Quello che ho scritto, l'ho scritto.

Di solito questo è un rifiuto categorico di correggere o rifare il tuo lavoro. Secondo il Vangelo di Giovanni (19, 22), così rispondeva il procuratore romano Ponzio Pilato ai sommi sacerdoti ebrei, i quali insistevano sul fatto che sulla croce dove fu crocifisso Gesù, al posto dell'iscrizione “Gesù di Nazaret, re dei ebrei” realizzati su ordine di Pilato ( ebraico, greco e latino - 19, 19), era scritto “Egli disse: “Io sono il re dei giudei” (19, 21).

Quod uni dixeris, omnibus dixeris. - Quello che dici a uno, lo dici a tutti.

Quos ego! - Eccomi qui! (Beh, te lo mostro!)

In Virgilio ("Eneide", 1,135) queste sono le parole del dio Nettuno, rivolte ai venti, che turbano il mare a sua insaputa, per frantumare le navi di Enea (il mitico antenato dei romani) sugli scogli, rendendo così un servizio sfavorevole all'eroe Giunone, moglie di Giove.

Quot homines, tot sententiae. - Quante persone, quante opinioni.

Confronta: "Cento teste, cento menti", "La mente non viene in mente", "Ognuno ha una mente propria" (Grigory Skovoroda). La frase si trova nella commedia Terenzio "Formion" (II, 4, 454), in Cicerone ("Sulle frontiere del bene e del male", I, 5, 15).

Re bene gesta. - Fare - così fare,

Rem tene, verba sequentur. - Comprendi l'essenza (padroneggia l'essenza) e le parole saranno trovate.

Le parole dell'oratore e del politico del II secolo citate nel successivo libro di testo di retorica. AVANTI CRISTO. Catone il Vecchio. Confronta con Orazio ("La scienza della poesia", 311): "E se l'argomento diventa chiaro, le parole si trovano senza difficoltà" (tradotto da M. Gasparov). Umberto Eco ("Il nome della rosa". - M.: Camera del libro, 1989. - S. 438) dice che se per scrivere un romanzo doveva imparare tutto su un monastero medievale, allora il principio di "Verba tene, res sequentur" opera in poesia ("Padroneggia le parole e gli oggetti saranno trovati").

Repetitio est mater studiorum.-La ripetizione è madre dell'apprendimento.

Requiem aeternam. - Pace eterna.

L'inizio della messa funebre cattolica, la cui prima parola (requiem - riposo) ha dato il nome a molte composizioni musicali scritte nelle sue parole; di questi, i più famosi sono le opere di Mozart e Verdi. L'insieme e l'ordine dei testi del requiem fu finalmente stabilito nel XIV secolo. di rito romano e fu approvato al Concilio di Trento (terminato nel 1563), che proibì l'uso di testi alternativi.

Riposi in pace. (R.I.P.) - Riposi in pace,

In altre parole, la pace sia su di lui (lei). La frase finale della preghiera funebre cattolica e un epitaffio comune. Peccatori e nemici possono essere affrontati con la parodia "Requiescat in pice" - "Possa riposare (possa riposare) in resina".

Res ipsa loquitur.-La cosa parla da sé.

Confronta: "Un buon prodotto si elogia", "Un buon pezzo troverà un intoppo".

Ris, non verbale. - fatti non parole.

Res sacra avaro. - L'infelice è una causa sacra.

Un'iscrizione sulla costruzione di un'ex società di beneficenza a Varsavia.

Roma locuta, causa finita. - La Roma ha parlato, il caso è chiuso.

Di solito questo è un riconoscimento del diritto di qualcuno di essere l'autorità principale in una determinata area e di decidere l'esito del caso con la propria opinione. La frase di apertura della bolla del 416, dove papa Innocenzo approvò la decisione del Sinodo cartaginese di scomunicare gli oppositori del beato Agostino (354-430), filosofo e teologo. Poi queste parole sono diventate una formula ("la curia papale ha preso la sua decisione finale").

Saepe stilum vertas. - Gira lo stile più spesso.

Lo stile (stylos) è un bastone, con l'estremità acuminata del quale i romani scrivevano su tavolette di cera (vedi "tabula rasa"), e con l'altro, a forma di spatola, cancellavano quanto scritto. Orazio ("Satire", I, 10, 73) con questa frase invita i poeti a terminare con cura le loro opere.

Salus populi suprema lex. - Il benessere del popolo è la legge suprema.

L'espressione si trova in Cicerone ("Sulle leggi", III, 3, 8). "Salus populi suprema lex esto" ("Il benessere del popolo sia la legge suprema") è il motto dello stato del Missouri.

Sapere aude. - Sforzati di essere saggio (di solito: lotta per la conoscenza, osa per sapere).

Orazio ("Messaggi", I, 2, 40) parla del desiderio di organizzare razionalmente la tua vita.

Sapienti si sedette. - Abbastanza intelligente.

Confronta: "Intelligente: pauca" - "Chi non capisce molto" (un intellettuale è uno che capisce), "Un intelligente capirà a colpo d'occhio". Trovato, ad esempio, nella commedia Terenzio "Formion" (III, 3, 541). Il giovane ha incaricato uno schiavo malfamato di procurarsi dei soldi e quando gli è stato chiesto dove trovarli, ha risposto: “Il padre è qui. - Lo so. Che cosa? "È abbastanza per uno intelligente" (traduzione di A. Artyushkov).

Sapientia gubernator navis. - La saggezza è il timoniere della nave.

Citato in una raccolta di aforismi compilata da Erasmo da Rotterdam ("Adagia", V, 1, 63), con riferimento a Titinio, il comico romano del II secolo. AVANTI CRISTO. (frammento n. 127): "Il pilota controlla la nave con saggezza, non con forza". La nave è stata a lungo considerata un simbolo dello stato, come si evince dal poema del paroliere greco Alcaeus (VII-VI secolo aC) con il nome in codice "New Val".

Sapientis est mutare consilium. - I saggi tendono a cambiare idea.

Satis vixi vel vitae vel gloriae. - Ho vissuto abbastanza a lungo per la vita e la fama.

Cicerone ("Sul ritorno di Marco Claudio Marcello", 8, 25) cita le parole di Cesare, dicendogli che non aveva vissuto abbastanza per la sua patria, che aveva subito guerre civili, e che solo poteva sanarne le ferite.

Scienza est potente. - Sapere è potere.

Confronta: "Senza scienze - come senza mani". Si basa sull'affermazione del filosofo inglese Francis Bacon (1561-1626) sull'identità della conoscenza e sul potere dell'uomo sulla natura ("New Organon", I, 3): la scienza non è fine a se stessa, ma un significa aumentare questo potere. S

cio me niente scire. “Lo so che non so niente.

Traduzione latina delle famose parole di Socrate, citate dal suo allievo Platone (Apologia di Socrate, 21 d). Quando l'oracolo di Delfi (l'oracolo del tempio di Apollo a Delfi) chiamò Socrate il più saggio degli Elleni (greci), rimase sorpreso, perché credeva di non sapere nulla. Ma poi, iniziando a parlare con persone che assicuravano loro di sapere molto, e ponendo loro le domande più importanti e, a prima vista, semplici (cos'è la virtù, la bellezza), si è reso conto che, a differenza di altri, sa almeno che non sa niente. Confronta con l'apostolo Paolo (Corinzi, I, 8, 2): «Chi pensa di sapere qualcosa, non sa ancora niente come dovrebbe sapere».

Sempre avaro eget. - L'avaro ha sempre bisogno.

Orazio ("Messaggi", I, 2, 56) consiglia di frenare i tuoi desideri: "L'avido ha sempre bisogno - quindi metti un limite alla lussuria" (tradotto da N. Gintsburg). Confronta: “Un ricco avaro è più povero di un mendicante”, “Non il povero che ha poco, ma quello che vuole molto”, “Non il povero che è povero, ma quello che rastrella”, “No importa quanto un cane ha abbastanza, ma deve essere ben nutrito "," Non puoi riempire un barile senza fondo, non puoi nutrire una pancia avida. " Anche in Sallustio ("Sulla cospirazione di Catalina", 11, 3): "L'avidità non diminuisce né dalla ricchezza né dalla povertà". Oppure Publio Ciro (Sentenze, n. 320): "Manca poco alla povertà, manca tutto alla cupidigia".

sempre idem; sempre eadem: sempre lo stesso; sempre lo stesso (lo stesso)

"Semper idem" può essere visto come un invito a mantenere la serenità in ogni situazione, a non perdere la faccia, a rimanere se stessi. Cicerone nel suo trattato "Dei doveri" (I, 26, 90) dice che solo le persone insignificanti non conoscono la misura né nella tristezza né nella gioia: del resto, in ogni circostanza è meglio avere "un carattere equilibrato, sempre il stessa espressione facciale" ( corsia di V. Gorenshtein). Come dice Cicerone nelle "Conversazioni tuscolane" (III, 15, 31), Socrate era proprio questo: la litigiosa moglie di Santippo rimproverò il filosofo proprio perché l'espressione del suo volto era immutata, "in fondo il suo spirito, impresso sulla sua faccia, non conosceva cambiamenti "(Tradotto da M. Gasparov).

Senectus ipsa morbus.-La vecchiaia stessa è una malattia.

Fonte - Commedia di Terenzio "Formion" (IV, 1, 574-575), dove Hremet spiega al fratello perché è stato così lento a visitare la moglie e la figlia, rimaste sull'isola di Lemno, che quando finalmente vi è arrivato , ha scoperto che loro stessi molto tempo fa erano andati da lui ad Atene: "Sono stato trattenuto da una malattia". - "Che cosa? Quale? " - “Ecco un'altra domanda! La vecchiaia non è una malattia?" (Tradotto da A. Artyushkov)

Anziani priori. - Vantaggio senior.

Ad esempio, puoi dirlo, saltando quello più vecchio in avanti.

Sero venientibus ossa. - Ossa in arrivo in ritardo.

Saluti ai defunti ospiti dai romani (l'espressione è nota anche nella forma "Tarde venientibus ossa"). Confronta: "L'ultimo ospite rosicchia un osso", "L'ospite in ritardo - ossa", "Chi è in ritardo, beve acqua".

Si felix esse vis, esto. - Se tu vuoi essere felice, sii felice.

L'analogo latino del famoso aforisma di Kozma Prutkov (questo nome è una maschera letteraria creata da A.K. Tolstoj e dai fratelli Zhemchuzhnikov; è così che firmarono le loro opere satiriche negli anni 1850-1860).

Si gravis, brevis, si longus, levis. - Se è duro, allora è corto, se è lungo, allora è leggero.

Queste parole del filosofo greco Epicuro, che era molto malato e considerato il più alto piacere, inteso da lui come assenza di dolore, sono citate e contestate da Cicerone ("Sulle frontiere del bene e del male", II, 29 , 94). Malattie estremamente gravi, dice, possono essere anche a lungo termine, e l'unico modo per resistervi è il coraggio, che non ammette codardia. L'espressione di Epicuro, poiché è ambigua (di solito citata senza la parola dolor - dolore), può essere attribuita al linguaggio umano. Risulterà: "Se pesante, quindi corto, se lungo (prolisso), quindi frivolo".

Si judicas, cognosce. - Se giudichi, capisci (ascolta),

Nella tragedia di Seneca "Medea" (II, 194) queste sono le parole del protagonista, rivolte al re di Corinto, Creonte, di cui si sarebbe sposata la figlia Giasone, marito di Medea, per il quale un tempo tradì il padre ( aiutò gli Argonauti a portare via il vello d'oro che aveva conservato), lasciò la sua patria, uccise suo fratello. Creonte, sapendo quanto fosse pericolosa l'ira di Medea, le ordinò di lasciare immediatamente la città; ma, cedendo alla sua persuasione, le diede 1 giorno di tregua per salutare i bambini. Questo giorno è bastato a Medea per vendicarsi. Inviò in dono alla figlia reale abiti impregnati di stregoneria, e lei, dopo averli indossati, bruciò insieme a suo padre, che si precipitò in suo aiuto.

Si sapis, sis apis.-Se sei intelligente, sii un'ape (cioè lavora)

Si tacuisses, philosophus mansisses. - Se tu taci, saresti un filosofo.

Confronta: "Stai zitto: passerai per intelligente". Si basa sulla storia di un uomo orgoglioso del titolo di filosofo, dato da Plutarco ("Sulla vita divina", 532) e Boezio ("Consolazione nella filosofia", II, 7). Qualcuno lo denunciò, promettendo di essere riconosciuto filosofo se avesse sopportato pazientemente tutti gli insulti. Dopo aver ascoltato l'interlocutore, l'orgoglioso chiese beffardo: "Ora credi che io sia un filosofo?" - "Ci avrei creduto se avessi taciuto."

Si vales, bene est, ego valeo. (S.V.B.E.E.V.) - Se sei sano, va bene, e io sono sano.

Seneca ("Lettere morali a Lucilio", 15, 1), raccontando l'antica e conservata consuetudine fino al suo tempo (I secolo d.C.) di iniziare una lettera con queste parole, egli stesso si rivolge a Lucilio così: "Se stai studiando filosofia, va bene. Perché solo in lei c'è la salute "(traduzione di S. Osherov).

Si vis amari, ama. - Se vuoi essere amato, ama

Citate da Seneca ("Lettere morali a Lucilio", 9, 6) le parole del filosofo greco Ecatone.

Se vuoi la pace, prepara la guerra. - Se vuoi la pace prepara la guerra.

Il detto ha dato il nome alla Parabellum, una pistola automatica tedesca a 8 colpi (era in servizio con l'esercito tedesco fino al 1945). "Chi vuole la pace, si prepari alla guerra" - le parole dello scrittore militare romano del IV secolo. ANNO DOMINI Vegezia ("Una breve istruzione negli affari militari", 3, Prologo).

Sic itur ad astra. - Quindi vanno verso le stelle.

Queste parole di Virgilio ("Eneide", IX, 641), il dio Apollo si rivolge al figlio di Enea Askania (Yulu), che colpì il nemico con una freccia e ottenne la prima vittoria della sua vita.

Sic transit gloria mundi. - Così passa la gloria mondana.

Di solito lo dicono di qualcosa di perduto (bellezza, gloria, forza, grandezza, autorità) che ha perso il suo significato. Si basa sul trattato del filosofo mistico tedesco Thomas Kempis (1380-1471) "Sull'imitazione di Cristo" (I, 3, 6): "Oh, quanto velocemente passa la gloria mondana". A partire dal 1409 circa, queste parole furono pronunciate durante la cerimonia di ordinazione del nuovo Papa, bruciando davanti a lui un pezzo di stoffa in segno della fragilità e della corruzione di tutto ciò che è terreno, compreso il potere e la gloria che ricevette. A volte il proverbio è citato con l'ultima parola sostituita, ad esempio: "Sic transit tempus" ("Così passa il tempo").

Parte 1 Parte 2 Parte 3

Di seguito sono riportati 170 slogan e proverbi latini con traslitterazione (trascrizione) e accenti.

Cartello ў denota un suono non sillabato [y].

Cartello rx denota il suono fricativo [γ] che corrisponde a G in bielorusso, così come il suono corrispondente in parole russe Dio, Sì eccetera.

1. A mari usque ad mare.
   [E mari uskwe ad mare].
   Di mare in mare.
   Il motto sullo stemma del Canada.
2. Ab ovo usque ad mala.
   [Ab ovo uskve ad mala].
   Dalle uova alle mele, cioè dall'inizio alla fine.
   La cena presso i Romani è iniziata con le uova e si è conclusa con le mele.
3. Abiens abi!
   [Abiens abi!]
   Partire!
4. Acta est fabŭla.
   [Akta est fabula].
   Lo spettacolo è finito.
   Svetonio scrive in La vita dei dodici Cesari che l'imperatore Augusto nel suo ultimo giorno chiese agli amici entrati se avessero scoperto che "recitava bene la commedia della vita".
5. Il dado è tratto.
   [Alea yakta est].
   Die è tratto.
   Usato quando si parla di una decisione presa irrevocabilmente. Le parole pronunciate da Giulio Cesare durante il passaggio delle sue truppe attraverso il fiume Rubicone, separando l'Umbria dalla provincia romana - Gallia Cisalpina, cioè l'Italia settentrionale, nel 49 a.C. e. Giulio Cesare, violando la legge, secondo la quale egli, in qualità di proconsole, poteva comandare un esercito solo fuori dall'Italia, lo condusse, trovandosi nel territorio d'Italia, e iniziò così una guerra civile.
6. Amīcus est anĭmus unus in duōbus corporĭbus.
   [Amicus est animus unus in duóbus corṕribus].
   Un amico è un'anima in due corpi.
7. Amīcus Platone, sed magis amīca verĭtas.
   [Amikus Platone, sad magis amika varitas].
   Platone è mio amico, ma la verità è più cara (Aristotele).
   Usato quando vogliono sottolineare che la verità è prima di tutto.
8. Amor tussisque non celantur.
   [Amor tussisque non tselyantur].
   L'amore e la tosse non possono essere nascosti.
9. Aquĭla non captat muscas.
   [Akvila non kaptat muskas].
   L'aquila non cattura le mosche.
10. Audacia pro muro habētur.
    [Aўdatsia pro muro g x abetur].
    Il coraggio sostituisce i muri (lett.: il coraggio è al posto dei muri).
11. Audiatur et altĕra pars!
    [Aўdiatur et altera pars!]
    Lascia che anche l'altra parte sia ascoltata!
    Sulla considerazione imparziale delle controversie.
12. Aurea mediocritas.
    [Aўrea mediókritas].
    La media aurea (Orazio).
    Sulle persone che evitano gli estremi nei loro giudizi e nelle loro azioni.
13. Aut vince, aut mori.
    [A vintsere, aўt mori].
    O vinci o muori.
14. Ave, Cesare, moritūri te salūtant!
    [Ave, Tsezar, morituri te salutant!]
    Ciao Cesare, quelli che stanno per morire ti salutano!
    Saluti dai gladiatori romani,
15. Bibamo!
    [Bibamo!]
    <Давайте>beviamo!
16. Caesărem decet stantem mori.
    [Tsezarem de'cet stantem mori].
    Cesare dovrebbe morire in piedi.
17. Canis vivus melior est leone mortuo.
    [Kanis vivus malior est leone mortuo].
    Un cane vivo è meglio di un leone morto.
    mer da rus. il proverbio "Meglio un uccello nelle mani che una gru nel cielo".
18. Carum est, quod rarum est.
    [Karum est, kvod rárum est].
    Ciò che è prezioso è ciò che è raro.
19. Causa causarum.
    [Kaўza kaўzarum].
    Motivo delle ragioni (motivo principale).
20. Canne delle caverne!
    [Kave kanem!]
    Temi il cane!
    Iscrizione all'ingresso di una casa romana; usato come avvertimento generale: attenzione, attenzione.
21. Cedant arma togae!
    [Tsedant arma insieme!]
    Lascia che l'arma ceda il posto alla toga! (Che la guerra sia sostituita dalla pace).
22. Clavus clavo pelletur.
    [Klyavus maledizione pallitour].
    Il cuneo viene espulso come un cuneo.
23. Cognosce te ipsum.
    [Kognosce te ipsum].
    Conosci te stesso.
    Traduzione latina di un detto greco inciso sul Tempio di Apollo a Delfi.
24. Cras melius davanti.
    [Kras me′lius fore].
    <Известно,>che domani sarà migliore.
25. Cujus regio, ejus lingua.
    [Kuyus regio, eyus lingua].
    Il cui paese è la lingua.
26. Curriculum vitae.
    [Curriculum vite].
    Descrizione della vita, autobiografia.
27. Dannazione, quod non intellĕgunt.
    [Dannazione, kvod non intellegunt].
    Condannano perché non capiscono.
28. De gustĭbus non est disputandum.
    [De gustibus non est disputa].
    I gusti non sono da discutere.
29. Destruam et aedificābo.
    [Destruam et edifikabo].
    Distruggerò e costruirò.
30. Deus ex machina.
    [Deus ex macchina].
    Dio fuori dalla macchina, cioè un esito inaspettato.
    Nel dramma antico, l'epilogo era l'apparizione di un dio da una macchina speciale davanti al pubblico, che aiutava a risolvere una situazione difficile.
31. Dictum est factum.
    [Diktum est factum].
    Detto fatto.
32. Dies diem docet.
    [Dies di'em dozet].
    Un giorno ne insegna un altro.
    mer da rus. il proverbio "Il mattino è più saggio della sera".
33. Divĭde et impĕra!
    [Dividi et impera!]
    Dividi e domina!
    Il principio della politica di conquista romana, percepito dai successivi conquistatori.
34. Dixi et anĭmam levavi.
    [Dixi et animam levavi].
    Ha detto - e ha sollevato l'anima.
    Espressione biblica.
35. Fai, ut des; facio, ut facias.
    [Fai, ut des; fazio, ut fatsias].
    ti do per dare; Fai quel che fai.
    Formula del diritto romano, che stabilisce un rapporto giuridico tra due persone. mer da rus. l'espressione "Tu sei per me - io sono per te".
36. Docendo discĭmus.
    [Docendo discimus].
    Quando insegniamo, impariamo noi stessi.
    L'espressione deriva dall'affermazione del filosofo e scrittore romano Seneca.
37. Domus propria - domus optĭma.
    [D́mus própria - d́mus optima].
    La tua casa è la migliore.
38. Donec erís felíx, molti numerábis amícos.
    [Donek eris felix, multis numerabis amikos].
    Finché sarai felice, avrai molti amici (Ovidio).
39. Dum spiro, spero.
    [Doom spiro, spero].
    Mentre respiro, spero.
40. Duōbus litigantĭbus, tertius gaudet.
    [Duobus litigantibus, tertsius gaўdet].
    Quando due persone litigano, il terzo si rallegra.
    Da qui un'altra espressione - tertius gaudens 'la terza esultanza', cioè una persona che beneficia di una faida tra due parti.
41. Edĭmus, ut vivāmus, non vivĭmus, ut edāmus.
    [Edimus, ut vivamus, non vivimus, ut edamus].
    Mangiamo per vivere, non viviamo per mangiare (Socrate).
42. Elephanti corio circumtentus est.
    [Elefanti korio circummantus est].
    Dotato di pelle di elefante.
    L'espressione è usata quando si parla di una persona insensibile.
43. Errāre humānum est.
    [Erráré g x uanum est].
    È nella natura umana sbagliare (Seneca).
44. Est deus in nobis.
    [Est de "noi in no" bis].
    C'è un dio in noi (Ovidio).
45. Est modus in rebus.
    [Est modus in rabus].
    C'è una misura nelle cose, cioè ogni cosa ha una misura.
46. Etiám sanáto vúlnĕre, cícatríx manét.
    [Ethiam sanato vulnere, tsikatrix manet].
    E anche quando la ferita è rimarginata, la cicatrice rimane (Publius Sire).
47. Ex libris.
    [Ex libris].
    "Dai libri", ex libris, segno del proprietario del libro.
48. Éxēgí monumento (um) ...
    [Monumento Exegi (mente) ...]
    Ho eretto un monumento (Orazio).
    L'inizio della famosa ode di Orazio sul tema dell'immortalità delle opere del poeta. Oda ha causato un gran numero di imitazioni e traduzioni nella poesia russa.
49. Facĭle dictu, difficĭle factu.
    [Fatsile diktu, dificile fact].
    Facile a dirsi, difficile da fare.
50. Fama artium magister.
    [Fame artium magister]
    La fame è un insegnante d'arte.
    mer da rus. con il proverbio "Il bisogno di invenzione è astuto".
51. Felicitas humāna nunquam in eōdem statu permănet.
    [Falitsitas g x umana nunkvam in eoddem statu permanet].
    La felicità umana non è mai permanente.
52. Felicitas multos habet amīcos.
    [Falitsitas multos g x abet amikos].
    La felicità ha molti amici.
53. Felicitātem ingentem anĭmus ingens decet.
    [Felitsitatem ingentem animus ingens detset].
    Una grande felicità si addice a un grande spirito.
54. Felix criminĭbus nullus erit diu.
    [Falix criminibus nullus e'rit diu].
    Nessuno sarà felice a lungo con i crimini.
55. Felix, qui niente debito.
    [Falix, qui nig x il de'bet].
    Felice è colui che non deve nulla.
56. Festina lente!
    [Festina lenthe!]
    Sbrigati lentamente (fai tutto lentamente).
    Uno dei soliti detti dell'imperatore Augusto (63 aC - 14 dC).
57. Fiat Lux!
    [Fiat lusso!]
    Sia la luce! (Espressione biblica).
    In un senso più ampio, viene utilizzato quando si tratta di risultati grandiosi. L'inventore della stampa di libri, Gutenberg, era ritratto mentre reggeva un foglio di carta aperto con la scritta "Fiat lux!"
58. Finis corōnat opus.
    [Finis koronat opus].
    La fine corona il lavoro.
    mer da rus. con il proverbio "La fine è la corona degli affari".
59. Gaúdia príncipiúm nostrí sunt saépe dolóris.
    [Gaўdia principium nostri sunt sepe doleris].
    Le gioie sono spesso l'inizio del nostro dolore (Ovidio).
60. Habent sua fata libelli.
    [G x abent sua fata libeli].
    I libri hanno il loro destino.
61. Hic mortui vivunt, hic muti loquuntur.
    [G x ik Mortui vivunt, g x ik muti lekvuntur].
    Qui i morti sono vivi, qui parlano i muti.
    L'iscrizione sopra l'ingresso della biblioteca.
62. Hodie mihi, cras tibi.
    [G x odie momento x i, kras tibi].
    Oggi per me, domani per te.
63. Homo doctus in se sempre divitias habet.
    [G x o'mo doctus in se'mper divítsias g x abet].
    L'uomo dotto ha sempre ricchezza in se stesso.
64. Homo homĭni lupus est.
    [G x omo g x omini lupus est].
    L'uomo per l'uomo è un lupo (Plautus).
65. Homo propōnit, sed Deus dispōnit.
    [G x Omo proporrà, Sed Deus disporrà].
    L'uomo propone e Dio dispone.
66. Homo quisque fortūnae faber.
    [G x omo kviskve fortune faber].
    Ogni persona è artefice del proprio destino.
67. Homo sum: humāni nihil a me aliēnum (esse) puto.
    [G x omo sum: g x umani nig x il a me alienum (esse) puto].
    Sono umano: niente di umano, come penso, mi è estraneo.
68. Honōres costumi mutanti.
    [G x onora i costumi mutanti].
    Gli onori cambiano la morale (Plutarco).
69. Hostis humani genĕris.
    [G x ostis g x umani ganeris].
    Il nemico della razza umana.
70. Id agas, ut sis felix, non ut videāris.
    [Id agas, ut sis felix, non ut videaris].
    Agisci per essere felice, non per sembrare (Seneca).
    Da "Lettere a Lucilio".
71. In acqua scribĕre.
    [In akva skribere].
    Scrivere sull'acqua (Catullo).
72. Ad hoc signo vinces.
    [Ying x ok segno vinces].
    Vincerai sotto questo stendardo.
    Il motto dell'imperatore romano Costantino il Grande, posto sul suo stendardo (IV secolo). Attualmente è utilizzato come marchio.
73. In optima forma.
    [Forma non ottimale].
    Nella migliore forma possibile.
74. In tempŏre opportūno.
    [In tempo opportuno].
    In un momento conveniente.
75. In vino veritas.
    [In vino varitas].
    La verità è nel vino.
    Corrisponde all'espressione "Cosa c'è nella mente di un sobrio, poi un ubriaco sulla lingua".
76. Invēnit et perfēcit.
    [Invenzione e perfezione].
    Inventato e perfezionato.
    Il motto dell'Accademia francese delle scienze.
77. Ipse Dixit.
    [Ípse dixit].
    L'ha detto lui stesso.
    Un'espressione che caratterizza la posizione di sconsiderata ammirazione per l'autorità di qualcuno. Cicerone nel saggio "Sulla natura degli dèi", citando questo detto degli allievi del filosofo Pitagora, dice di non approvare i modi pitagorici: invece di prove a difesa della loro opinione, si riferivano al loro maestro con le parole ipse dixit.
78. Ipso fatto.
    [Ipso facto].
    Il fatto stesso.
79. Is fecit, cui prodest.
    [È fetsit, kui prodest].
    Fatto da colui che ne beneficia (Lucius Cassius).
    Cassio, l'ideale di giudice giusto e intelligente agli occhi del popolo romano (da sì altra espressione judex Cassiānus ‘a fair Judge’), nei procedimenti penali ha sempre posto la domanda: “Chi beneficia? Chi ne beneficia?" La natura delle persone è tale che nessuno vuole diventare un cattivo senza calcolo e vantaggio per se stesso.
80. Latrante uno, latrat statim et alter canis.
    [Lyatrante uno, latrat diventeremo et alter kanis].
    Quando uno abbaia, l'altro cane abbaia immediatamente.
81. Legem brevem esse oportet.
    [Legem bravem saggio oportet].
    La legge dovrebbe essere breve.
82. Littĕra scripta manet.
    [Littera script manat].
    La lettera scritta rimane.
    mer da rus. con il proverbio "Ciò che è scritto con una penna non può essere ritagliato con un'ascia".
83. Melior est certa pax, quam sperata victoria.
    [Il maggiore est tseta pax, kvam spărata victoria].
    Migliore pace fedele che speranza di vittoria (Tito Livio).
84. Memento mori!
    [Mamanto mori!]
    Memento mori.
    Il saluto scambiato quando si incontrarono i monaci dell'ordine trappista, fondato nel 1664. È usato sia come ricordo dell'inevitabilità della morte, della caducità della vita, sia in senso figurato - sul pericolo imminente o su qualcosa di sventurato, triste .
85. Mens sana in corpŏre sano.
    [Mans sana in korpore sano].
    Una mente sana è in un corpo sano (Giovenale).
    Di solito questo detto esprime l'idea di uno sviluppo umano armonioso.
86. Mutato nome, de te fabŭla narratur.
    [Mutato nomine, de te fabulya narratur].
    Si racconta di te, solo il nome è stato cambiato (Orazio).
87. Nec sibi, nec altĕri.
    [Nek sibi, nek alteri].
    Né io né l'altro.
88. Nec sibi, nec altĕri.
    [Nek sibi, nek alteri].
    Né io né l'altro.
89. Nigrius pice.
    [Nígrius pice].
    Più nero del catrame.
90. Nil adsuetudĭne majus.
    [Niente adsvetudine mayus].
    Non c'è niente di più forte dell'abitudine.
    Da un marchio di sigarette.
91. Noli me tangĕre!
    [Nóli mae tangere!]
    Non toccarmi!
    Espressione dal Vangelo.
92. Nomen est presagio.
    [Nomen est presagio].
    "Il nome è un segno, il nome prefigura qualcosa", cioè il nome parla del suo portatore, lo caratterizza.
93. Nomĭna sunt odiōsa.
    [Nomina sunt odioza].
    I nomi sono odiosi, cioè non è desiderabile nominare i nomi.
94. Non progrĕdi est regrĕdi.
    [Non progredire est ragredi].
    Non andare avanti è tornare indietro.
95. Non sum, qualis eram.
    [Non sum, kvalis e'ram].
    Non sono quello che ero prima (Orazio).
96. Nota bene! (NB)
    [Nóta bene!]
    Prestare attenzione (lett .: nota bene).
    Una nota che serve ad attirare l'attenzione su informazioni importanti.
97. Nulla dies sine lineā.
    [Nulla dies sine linea].
    Non un giorno senza un ictus; non un giorno senza una linea.
    Plinio il Vecchio riferisce che il famoso pittore greco antico Apelle (IV secolo aC) “era solito, per quanto occupato fosse, non perdere un solo giorno senza praticare la sua arte, tracciando almeno una linea; questa era la base del detto".
98. Nullum est jam dictum, quod non sit dictum prius.
    [Nullyum est yam diktum, kvod non sit diktum príus].
    Non dicono più nulla che non sia stato detto prima.
99. Nullum pericŭlum sine pericŭlo vincĭtur.
    [Nullyum parikulum sine paricullo vintsitur].
    Nessun pericolo si supera senza rischio.
100. O tempŏra, o mores!
     [O tempora, o costumi!]
     A proposito di tempi, di morale! (Cicerone)
101. Omnes homĭnes aequāles sunt.
     [Omnes g x omines è uguale a sunt].
     Tutte le persone sono uguali.
102. Omnia mea mecum porto.
     [Omnia mea mekum porto].
     Porto tutto con me (Byant).
     La frase appartiene a uno dei "sette saggi" Biant. Quando la sua città natale Priene fu presa dal nemico e gli abitanti in fuga tentarono di portare con sé più delle loro cose, qualcuno gli consigliò di fare lo stesso. “Lo faccio, perché porto tutto con me”, ha risposto, nel senso che solo la ricchezza spirituale può essere considerata una proprietà inalienabile.
103. Otium post negoziazione.
     [Ocium post negoziazione].
     Riposo dopo il lavoro.
     Mer: Ho fatto il lavoro - cammina con coraggio.
104. Pacta sunt servanda.
     [Pakta sunt servanda].
     I contratti devono essere rispettati.
105. Panem et circenses!
     [Panem et circenses!]
     Pasto e reale!
     Un grido che esprimeva le esigenze fondamentali della folla romana nell'era dell'Impero. La plebe romana sopportava la perdita dei diritti politici, accontentandosi della distribuzione gratuita del pane, della distribuzione di denaro contante e dell'organizzazione di spettacoli circensi gratuiti.
106. Par pari riferimento.
     [Par pair rafertour].
     Uguale a uguale viene premiato.
107. Paupĕri bis dat, qui cito dat.
     [Pa'ўperi bis date, qui cy'to date].
     I poveri sono doppiamente avvantaggiati da colui che dona velocemente (Publius Sire).
108. Pax Huic Domu.
     [Pax g x stoppino domui].
     Pace a questa casa (Vangelo di Luca).
     Formula di saluti.
109. Pecunia est ancilla, si scis uti, si nescis, domĭna.
     [Pekunia est ancilla, si scis uti, si nescis, domina].
     Il denaro, se sai usarlo, è una serva, se non sai come, allora una signora.
110. Per aspĕra ad astra.
     [Per aspera inferno astra].
     Attraverso le difficoltà verso le stelle, cioè attraverso le difficoltà verso il successo.
111. Pinxit.
     [Pinxit].
     Ha scritto.
     Autografo dell'artista sul dipinto.
112. Poētae nascuntur, oratōres fiunt.
     [Poeta nascuntour, oratoŕres fíunt].
     I poeti nascono, diventano oratori.
113. Potius mori, quam foedari.
     [Potius mori, kwam fedari].
     Meglio morire che disgrazia.
     L'espressione è attribuita al cardinale Giacomo del Portogallo.
114. Prima lex historiae, ne quid falsi dicat.
     [Prima lex g x istorie, ne quid falsi dikat].
     Il primo principio della storia è evitare di mentire.
115. Primo tra i pari.
     [Primus inter pars].
     Primo tra pari.
     La formula che caratterizza la posizione del monarca nello stato.
116. Principium - dimidium totius.
     [Principio - dimidium totius].
     L'inizio è metà di tutto (di tutto).
117. Probatum est.
     [Probato est].
     Approvato; accettato.
118. Promitto me laboratūrum esse non sordĭdi lucri causā.
     [Promettimi lyaboraturum esses non sordidi lukrika "ўza].
     Prometto che non lavorerò per un guadagno spregevole.
     Dal giuramento prestato quando ha ricevuto un dottorato in Polonia.
119. Putantur homĭnes plus in aliēno negotio vidēre, quam in suo.
     [Putantur g x omines plus in alieno negozio videre, kvam in suo].
     Si ritiene che le persone vedano di più negli affari di qualcun altro che nei propri, cioè dall'esterno vedono sempre meglio.
120. Qui tacet, consentīre vidētur.
     [Qui tatset, konsentire videtur].
     Sembra che chi tace sia d'accordo.
     mer da rus. il proverbio "Il silenzio è segno di consenso".
121. Quia nomen leo.
     [Quia nominor leo].
     Perché sono chiamato leone.
     Parole tratte dalla favola del favolista romano Fedro (fine I secolo aC - prima metà del I secolo dC). Dopo la caccia, il leone e l'asino si sono spartiti la preda. Il leone prese una parte per sé come re degli animali, la seconda - come partecipante alla caccia e la terza, spiegò, "perché io sono un leone".
122. Quod erat demonstrandum (qed).
     [Quod érat demonstrandum]
     Q.E.D.
     La formula tradizionale per completare la dimostrazione.
123. Quod licet Jovi, non licet bovi.
     [Kvod lytset Ёvi, non lytset bovi].
     Ciò che è permesso a Giove non è permesso al toro.
     Secondo l'antico mito, Giove sotto forma di toro rapì la figlia del re fenicio Agenor Europa.
124. Quod tibi fiĕri non vis, altĕri non fecĕris.
     [Quod tibi fieri non vis, alteri non fetsaris].
     Non fare a un altro ciò che non vuoi a te stesso.
     L'espressione si trova nell'Antico e nel Nuovo Testamento.
125. Quos Juppĭter perdĕre vult, dementat.
     [Quos Juppiter pardere wult, demantat].
     Chi Giove vuole distruggere è privo di ragione.
     L'espressione risale a un frammento della tragedia di un ignoto autore greco: "Quando una divinità prepara una persona alla sventura, allora prima di tutto toglie la mente con cui ragionava". La suddetta formulazione più concisa di questa idea, a quanto pare, fu data per la prima volta nell'edizione di Euripide, pubblicata nel 1694 a Cambridge dal filologo inglese W. Barnes.
126. Quot capĭta, tot sensūs.
     [Quot kapita, quel senso].
     Quante persone, quante opinioni.
127. Rarior corvo albo est.
     [Rárior korvo albo est].
     Più raro del corvo bianco.
128. Repetitio est mater studiorum.
     [Studio Rapeticio Est Mater].
     La ripetizione è la madre dell'apprendimento.
129. Riposi in pace! (RIP.).
     [Rekvieskat in breve!]
     Possa riposare in pace!
     Iscrizione su lapide latina.
130. Sapienti si sedette.
     [Sapienti si sedette].
     Abbastanza per la comprensione.
131. Scienza est potente.
     [Scienza est potenza].
     Sapere è potere.
     Un aforisma basato sull'affermazione di Francis Bacon (1561-1626) - il filosofo inglese, fondatore del materialismo inglese.
132. Scio me nihil scire.
     [Szio me nig x il scire].
     So di non sapere nulla (Socrate).
133. Sero venientĭbus ossa.
     [Sero vanientibus ossa].
     Ossa che arrivano in ritardo (rimangono).
134. Si duo faciunt idem, non est idem.
     [Si duo fatsiunt idem, non est idem].
     Se due persone fanno la stessa cosa, non sono la stessa cosa (Terence).
135. Si gravis brevis, si longus levis.
     [Si gravis bravis, si leungus levis].
     Se il dolore è lancinante, non è lungo; se è prolungato, non è lancinante.
     Citando questa tesi di Epicuro, Cicerone nel trattato "Sul sommo bene e sul sommo male" ne dimostra l'incoerenza.
136. Si tacuisses, philosophus mansisses.
     [Si takuisses, fileosofus mansisses].
     Se tu fossi muto, saresti un filosofo.
     Boezio (c. 480-524) nel suo libro "Sulla consolazione della filosofia" racconta come uno che si vantava del titolo di filosofo ascoltò a lungo in silenzio gli abusi di un uomo che lo denunciò come un ingannatore, e infine chiese con un sogghigno: "Ora capisci che sono davvero un filosofo?", Al che ricevette la risposta: "Intellexissem, si tacuisses" "Questo l'avrei capito se tu avessi taciuto."
137. Si tu esses Helĕna, ego vellem esse Paris.
     [Si tu ess G x elena, ego vellem esse Paris].
     Se tu fossi Elena, vorrei essere Parigi.
     Da una poesia d'amore medievale.
138. Si vis amari, ama!
     [Si vis amari, ama!]
     Se vuoi essere amato, ama!
139. Sí vivís Romaé, Romāno vívito più.
     [Sií vivis romeí, romano vívito moréré].
     Se vivi a Roma, vivi secondo le usanze romane.
     proverbio in versi Novolatinskaya. mer da rus. il proverbio "Non ficcare il naso in uno strano monastero con il tuo statuto".
140. Sic transit gloria mundi.
     [Sik transit glorya mundi].
     Così passa la gloria mondana.
     Con queste parole si rivolgono al futuro papa durante la cerimonia di ordinazione, bruciando davanti a lui un pezzo di stoffa in segno dell'illusione del potere terreno.
141. Leges silenziose inter arma.
     [Silenzioso leges inter arma].
     Tra le armi, le leggi tacciono (Livio).
142. Simĭlis simĭli gaudet.
     [Similis simili gadet].
     I simili sono felici dei simili.
     Corrisponde al russo. il proverbio "Un pescatore vede un pescatore da lontano".
143. Sol omnĭbus lucet.
     [Sale omnibus lucet].
     Il sole splende per tutti.
144. Sua cuīque patria jucundissĭma est.
     [Su'a ku'kve patria yukundissima est].
     Ognuno ha la sua migliore patria.
145. Sub rosa.
     [Sottorosa].
     "Sotto la rosa", cioè di nascosto, di nascosto.
     La rosa era l'emblema del mistero presso gli antichi romani. Se la rosa è stata appesa al soffitto sopra il tavolo da pranzo, tutto ciò che è stato detto e fatto "sotto la rosa" non dovrebbe essere divulgato.
146. Terra incognita.
     [Terra incognita].
     Terra sconosciuta (in senso figurato - un'area sconosciuta, qualcosa di incomprensibile).
     Nelle antiche carte geografiche, queste parole indicavano territori inesplorati.
147. Terzia vigilia.
     [Terzia vigilia].
     "Terza Guardia".
     La notte, cioè l'intervallo dal tramonto all'alba, era divisa dagli antichi romani in quattro parti, la cosiddetta veglia, pari alla durata del cambio della guardia in servizio militare. La terza veglia va da mezzanotte all'alba.
148. Tertium non datur.
     [Thertium non datur].
     Non c'è un terzo.
     Una delle disposizioni della logica formale.
149. Theatrum mundi.
     [Teatrum mundi].
     Arena mondiale.
150. Timeó Danaós et dóna feréntes.
     [Timeó Danaos et dona ferentes].
     Ho paura dei Danai, anche di quelli che portano doni.
     Le parole del sacerdote Laocoonte si riferiscono a un enorme cavallo di legno, costruito dai Greci (Danaans), presumibilmente in dono a Minerva.
151. Totus mundus agit histriōnem.
     [Tothus mundus agit g x istrionam].
     Il mondo intero sta recitando una commedia (il mondo intero sono attori).
     L'iscrizione al Globe Theatre di Shakespeare.
152. Tres faciunt collegium.
     [Tras facsiunt collegium].
     Tre compongono il consiglio.
     Una delle disposizioni del diritto romano.
153. Una hirundo non facit ver.
     [Una g x irundo non facit veer].
     Una rondine non fa primavera.
     Usato nel senso di "non dovrebbe essere giudicato troppo frettoloso, un atto alla volta".
154. Una voce.
     [Una voce].
     All'unanimità.
155. Urbi et orbi.
     [Urbi et orbi].
     "La città e il mondo", ovvero Roma e il mondo intero, per informazioni generali.
     La cerimonia per l'elezione del nuovo papa ha ordinato che uno dei cardinali rivesta il prescelto con un mantello, dicendo la seguente frase: "Ti rivesto della dignità papale, che tu stia davanti alla città e al mondo". In questo momento, il Papa di Roma inizia con questa frase il suo annuale discorso ai fedeli.
156. Usus est optĭmus magister.
     [Uzus est optimus magister].
     L'esperienza è la migliore insegnante.
157. Ut amēris, amabĭlis esto.
     [Ut améris, amabilis esto].
     Essere amati, essere degni di amore (Ovidio).
     Dal poema "L'arte dell'amore".
158. Ut salūtas, ita salutabĕris.
     [Ut salutas, ita salutaberis].
     Come saluti, così sarai accolto.
159. Ut vivas, igĭtur vigĭla.
     [Ut vivas, Igitur vigila].
     Per vivere, stai in guardia (Orazio).
160. Vademecum (Vademecum).
     [Wade mekum (Wademekum)].
     Vieni con me.
     Questo era il nome del libro tascabile, dell'indice, della guida. Il primo ha dato questo nome alla sua opera di questa natura, il poeta Novolatin Lotikh nel 1627.
161. Vae soli!
     [Weh così "li!]
     Guai ai soli! (Bibbia).
162. Veni. Vidi. Vici.
     [Veni. Vedere. Viti].
     Sono venuto. Sega. Sconfitto (Cesare).
     Secondo la testimonianza di Plutarco, con questa frase Giulio Cesare riferì in una lettera al suo amico Aminzio della vittoria sul re del Ponto Farnaco nell'agosto del 47 a.C. e. Svetonio riferisce che questa frase era incisa su una tavola che fu portata davanti a Cesare durante il suo trionfo nel Ponto.
163. Verba movent exempla trahunt.
     [Verba movant, exemplya trag x ount].
     Le parole sono eccitanti, gli esempi sono accattivanti.
164. Verba volant, scripta manent.
     [Varba il volent, lo scripta mant].
     Le parole volano via, lo scritto rimane.
165. Verĭtas tempŏris filia est.
     [Varitas temporis filia est].
     La verità è figlia del tempo.
166. Vim vi repellere licet.
     [Wim wee rapellere litet].
     La violenza può essere respinta con la forza.
     Una delle disposizioni del diritto civile romano.
167. Vita brevis est, ars longa.
     [Vita bravis est, ars leonga].
     La vita è breve, l'arte è eterna (Ippocrate).
168. Vivat Accademia! Professionisti vivi!
     [Vivat Accademia! Professori vivi!]
     Viva l'università, viva i professori!
     Un verso dell'inno studentesco "Gaudeāmus".
169. Vivĕre est cogitāre.
     [Vivere est kogitare].
     Vivere è pensare.
     Le parole di Cicerone, che Voltaire prese come motto.
170. Vivĕre est militare.
     [Vivere est militare].
     Vivere è combattere (Seneca).
171. Víx (i) et quém dedĕrát cursúm fortúna perégi.
     [Vix (and) et kvem dederat kursum fortune peregi].
     Ho vissuto la mia vita e ho percorso la strada che mi è stata assegnata dal destino (Virgilio).
     Le ultime parole di Didone, che si suicidò dopo che Enea la lasciò e salpò da Cartagine.
172. Volens nolens.
     [Vólens nólens].
     Volenti o nolenti; se lo vuoi, non lo vuoi.

I tormentoni latini sono presi dal libro di testo.

A posteriori. "Dal successivo"; in base all'esperienza, in base all'esperienza. In logica, inferenza basata sull'esperienza.

A priori. "Dal precedente", basato sul precedentemente noto. In logica - un'inferenza basata su disposizioni generali, considerate vere.

Ab altĕro si aspetta, altĕri quod fecĕris. Aspettati dall'altro ciò che tu stesso hai fatto all'altro (cfr. Come succede, così risponderà).

Ab ovo usque ad mala. Dalle uova alle mele, dall'inizio alla fine. La cena tra gli antichi romani di solito iniziava con un uovo e terminava con la frutta.

Ab urbe condĭta. Dalla fondazione della città (cioè Roma; la fondazione di Roma risale al 754–753 aC). L'era della cronologia romana. Questo era il nome dell'opera storica di Tito Livio, che tracciò la storia di Roma dalla sua leggendaria fondazione al 9 d.C.

Ad hoc. "Per questo", "in relazione a questo", soprattutto per questo caso.

Ad libitum. Facoltativamente, da<своему>discrezione (in musica - il tempo di un brano musicale, fornito a discrezione dell'esecutore).

Ad maggiore dei gloriam. "A crescente gloria di Dio"; spesso in parafrasi per glorificazione, per gloria, in nome del trionfo di qualcuno, qualcosa. Il motto dell'Ordine dei Gesuiti, fondato nel 1534 da Ignatius Loyola.

Il dado è tratto. "Si tira il dado" - su una decisione irrevocabile, su un passo che non consente la ritirata, il ritorno al passato. Le parole di Giulio Cesare, che decise di impadronirsi del potere esclusivo, dette prima dell'attraversamento del fiume Rubicone, che segnò l'inizio della guerra con il Senato.

Alma Mater. "Madre nutriente" (il tradizionale nome figurativo per le istituzioni educative, più spesso più alto).

Alter ego. Un altro me, il secondo me (sugli amici). Attribuito a Pitagora.

Amīcus certus in re incertā cernĭtur. "Un amico fedele è conosciuto in un atto sbagliato", cioè, un vero amico è conosciuto nei guai (Cicerone, "Trattato sull'amicizia").

Amīcus Platone, sed magis amīca verĭtas. Platone è mio amico, ma la verità è un'amica ancora più grande. L'espressione risale a Platone e Aristotele.

Amōrem canat aetas prima. Lascia che i giovani cantino d'amore (Sextus Propertius, "Elegies").

Aquĭla non captat muscas. L'aquila non cattura le mosche (proverbio latino).

Ars longa, vita brevis. La scienza è vasta (o l'arte è vasta) e la vita è breve. Dal 1° aforisma dell'antico medico e naturalista greco Ippocrate (tradotto in latino).

Audiatur et altĕra pars. Anche l'altro lato (o opposto) dovrebbe essere ascoltato. Sulla considerazione imparziale delle controversie. L'espressione risale al giuramento giudiziario ad Atene.

Aurea mediocritas. Mezzo d'oro. La formula della moralità pratica, una delle disposizioni principali della filosofia quotidiana di Orazio ("Odi").

Auri sacra famosi. Maledetta sete d'oro. Virgilio, "Eneide".

Aut Caesar, aut nihil. O Cesare, o niente (cfr. Russo. O pan o scomparso). Il motto di Cesare Borgia, cardinale e avventuriero militare italiano. La fonte di questo motto erano le parole attribuite all'imperatore romano Caligola (12–41), noto per la sua stravaganza.

Ave Cesare, moritūri te salūtant. Ciao Cesare,<император,>quelli che vanno a morte ti salutano. Saluti dei gladiatori romani all'imperatore. Attestata dallo storico romano Svetonio.

Bellum omnium contra omnes. Guerra di tutti contro tutti. T. Hobbes, "Leviathan", sullo stato naturale delle persone prima della formazione della società.

Carpe Diem. "Cogli l'attimo", cioè approfitta dell'oggi, cogli l'attimo. Motto epicureo. Orazio, "Odi".

Cetĕrum censeo Carthagĭnem esse delendam. E inoltre, sostengo che Cartagine debba essere distrutta. Forte promemoria; l'espressione rappresenta le parole di Marco Porcio Catone il Vecchio, che aggiungeva alla fine di ogni discorso al Senato, qualunque cosa avesse da dire.

Cibi, potus, somni, venus omnia moderata sint. Cibo, bevande, sonno, amore: tutto sia con moderazione (detto del medico greco Ippocrate).

Cizio, altius, fortius! Più veloce più alto più forte! Lo slogan dei Giochi Olimpici, adottato nel 1913.

Cogĭto, ergo sum. Penso quindi sono. R. Descartes, "Principi di filosofia".

Consuetudo est altĕra natūra. L'abitudine è una seconda natura. Cicerone, "Sul sommo bene e sul sommo male".

Credo. "Credo." Il cosiddetto "Simbolo della fede" è una preghiera che inizia con questa parola, che è una breve raccolta dei dogmi del cristianesimo. In senso figurato: le disposizioni principali, i fondamenti della visione del mondo di qualcuno, i principi base di qualcuno.

Cujusvis homĭnis est errāre; nullīus, sine insipientis, in irrōre perseverāre. È comune per ogni persona commettere errori, ma non è comune per nessuno, tranne uno sciocco, persistere in un errore. Marco Tullio Cicerone, Filippine.

Curriculum vitae. "The Way of Life", una breve biografia.

De gustĭbus non est disputandum. Non c'è disputa sui gusti (cfr. Non ci sono compagni per gusto e colore).

Di diritto. Di fatto. Giustamente, legalmente. In effetti, in effetti.

De mortuis aut bene, aut nihil. Sui morti, o buoni, o niente. Il detto di Chilone, uno dei sette saggi dell'antichità.

Divĭde et impĕra. Dividi e governa. Formulazione latina del principio della politica imperialista.

Docendo discĭmus. Quando insegniamo, impariamo noi stessi. Seneca, Lettere.

Ducunt volentem fata, nolentem trahunt. Il destino guida chi vuole andare, ma chi non vuole andare lo trascina. Un detto del filosofo stoico greco Cleanthes, tradotto in latino da Lucius Anneus Seneca nelle sue Lettere.

Dum spiro, spero. Mentre respiro, spero. Una moderna formulazione del pensiero, che si trova nelle Lettere di Cicerone ad Attico e nelle Lettere di Seneca.

Dum vitant stulti vitia, in contraria currunt. Gli stolti, evitando i vizi, cadono nei vizi opposti (Quintus Horace Flaccus).

Dura lex, sed lex. "La legge è dura, ma la legge", cioè per quanto severa possa essere la legge, deve essere osservata.

Epistŭla non erubescita. La lettera non arrossisce. In una lettera puoi esprimere ciò che ti vergogni di dire in un incontro personale.

Errāre humānum est. "Sbagliare è una proprietà umana", è nella natura umana sbagliare. Marco Annay Seneca il Vecchio, Controversie.

Eruditio aspĕra optĭma est. L'allenamento rigoroso è il migliore.

Est modus in rebus. C'è una misura nelle cose, cioè tutto ha una misura. Orazio, "Satiri".

Ex libris. "Dai libri", ex libris. Il nome del segnalibro apposto all'interno della copertina anteriore della rilegatura o della copertina del libro e contiene il nome del proprietario del libro.

Ex ungue leonem. “Per l'artiglio di un leone” (riconoscono), cioè dalla parte si può giudicare il tutto, o dalla mano si riconoscono i maestri. Luciano, Germotim.

Exempli gratiā (es.). Ad esempio, per esempio.

Feci, quod potui, faciant meliora potentes. Ho fatto tutto quello che potevo, chiunque potesse farlo fare meglio. Parafrasi poetica della formula con cui i consoli romani concludevano il loro discorso, delegando autorità a un successore.

Femĭna nihil pestilentius. Non c'è niente di più distruttivo di una donna. Omero.

Festina lente. "Sbrigati lentamente", fai tutto lentamente. Una traduzione latina di un proverbio greco (speude bradeōs), che Svetonio cita in forma greca come uno dei soliti detti di Augusto ("Divin Augustus").

Fiat justitia et pereat mundus. Sia fatta giustizia e possa il mondo perire. Il motto dell'imperatore tedesco Ferdinando I.

Fiat Lux. Sia la luce. Genesi 1: 3.

Finis corōnat opus. La fine corona l'opera; la fine è la corona. Espressione di clausole.

Gaudeāmus igĭtur juvĕnes dum sumus. Gioiamo finchè siamo giovani (l'inizio di un canto studentesco emerso dai canti latini bevuti dei vagantes).

Gutta cavat lapidém non ví sed saepe cadendo. La goccia scava la pietra non con la forza, ma con frequenti cadute. Ovidio, "Messaggi del Ponto".

Habent sua fata libelli. I libri hanno il loro destino (a seconda di come il lettore li accetta). Terentian Maurus, "Su lettere, sillabe e dimensioni".

Hoc est (e.g.). Significa, cioè.

Homo novus. Nuova persona. Una persona di origine comune che ha raggiunto una posizione elevata nella società.

Homo sum: humāni nihil a me aliēnum puto. Sono umano e credo che nulla di umano mi sia estraneo. Si usa quando si vuole sottolineare la profondità e l'ampiezza degli interessi, il coinvolgimento in tutto ciò che è umano o nel significato: io sono una persona e non sono immune da qualsiasi delusione e debolezza umana. Terence: "Si punisce".

Honōres costumi mutanti. Gli onori cambiano la morale. Plutarco, La vita di Silla.

Honoris causa. "Per amore dell'onore", cioè tenendo conto del merito; a volte - per amore del loro onore, per prestigio o solo per amore dell'onore, disinteressatamente. Il più delle volte è usato per denotare l'usanza di rilasciare un titolo accademico senza difendere una tesi, per merito.

Ignorantia non est argumentum. L'ignoranza non è un argomento. Benedetto Spinoza, Etica.

Malum nullum est sine alĭquo bono. C'è un rivestimento d'argento. proverbio latino.

Manus manum lavat. La mano si lava la mano. Espressione di clausole.

Memento mori. Memento mori. Una forma di saluto scambiata dai monaci dell'ordine trappista quando si sono incontrati.

Memento quia pulvis est. Ricorda che sei polvere. Genesi 3:19.

Mens sana in corpŏre sano. In un corpo sano, mente sana. Giovenale, "Satire".

Multos timere debet, quem multi time. Molti dovrebbero aver paura di colui di cui molti hanno paura. Publio Sire.

Mutatis mutandis. Cambiando ciò che deve essere cambiato; mutatis mutandis.

Nam sine doctrinā vita est quasi mortis imāgo. Perché senza la scienza la vita è, per così dire, una parvenza di morte. La fonte originale non è stata stabilita; avviene in J.B. Molière, "borghese nella nobiltà".

Ne quid nimis! Niente in più! Non rompere le misure! Publio Terenzio Afr, "La ragazza di Andros".

Nomen est presagio. “Il nome è un segno”, il nome prefigura qualcosa, dice qualcosa del suo portatore, lo caratterizza. Plauto, pers.

Non est discipǔlus super magistrum. Un discepolo non è superiore al suo maestro. Vangelo di Matteo.

Non oleato. "Non puzza"<деньги>non odorare. Svetonio, "Il divino Vespasiano".

Nosce te ipsum. Conosci te stesso. Traduzione latina del greco dictum gnōthi seauton attribuita a Talete e iscritta sul frontone del tempio di Delfi.

Nota bene! (NB!). "Nota bene", presta attenzione. Una nota che serve ad attirare l'attenzione su qualsiasi parte speciale degna di nota del testo.

Nulla dies sine lineā. Non un giorno senza un ictus; non un giorno senza una linea (usata nella "Storia naturale" di Gaio Plinio Cecilio il Vecchio in relazione all'antico pittore greco Apelle).

Oh tempŏra! Oh più! Circa i tempi! A proposito di morale! Cicerone, Discorso contro Catilina.

Oh, sancta simplicitas! Oh, santa semplicità! La frase è attribuita al protestante ceco Jan Hus. Secondo la leggenda, Gus, arso sul rogo, pronunciò queste parole quando una vecchia, per pii motivi, gettò nel fuoco una manciata di sterpaglia.

Omnia mea mecum porto. Porto tutto con me. Parole attribuite da Cicerone a Bianto, uno dei sette magi.

Ómnia víncit amór et nós cedámus amóri. L'amore vince tutto e noi ci sottometteremo all'amore (Virgilio, "Eclogia").

Omnis ars imitatio est natūrae. Tutta l'arte è un'imitazione della natura. Seneca, "Messaggi".

Optimum medicamentum quies est. La migliore medicina è la pace. Conferma di Aulo Cornelio Celso, medico romano.

Panem et circenses. Pasto e reale. Un grido che esprimeva le esigenze fondamentali della folla romana, che perse i propri diritti politici nell'era dell'Impero e si accontentò della distribuzione gratuita del pane e degli spettacoli circensi gratuiti.

Parturiunt montes, nascētur ridicŭlus mus. Le montagne partoriscono e nascerà un simpatico topo; la montagna diede alla luce un topo (Quintus Horace Flaccus, ne La scienza della poesia, ridicolizza gli scrittori che iniziano le loro opere con promesse magniloquenti, che poi non trovano giustificazione).

Parva leves capiunt animos. Le piccole cose seducono le anime dei frivoli. Publio Ovidio Nasone.

Per aspĕra ad astra. “Attraverso le difficoltà verso le stelle”, attraverso le difficoltà verso un traguardo alto. Modifica di un frammento dell'Ercole furioso di Seneca.

Per fas et nefas. "Con l'aiuto di ciò che è permesso e proibito dagli dei", con le buone o con le cattive. Tito Livio, Storia.

Pereant, qui ante nos nostra dixērunt. Periscano coloro che hanno detto ciò che diciamo prima di noi! Un aforisma giocoso. La fonte originale non è nota.

Pericŭlum in moro. "Pericolo in ritardo", cioè il ritardo è pericoloso. Tito Livio, Storia.

Persona non grata. (Un) persona desiderabile (termine di diritto internazionale). In senso lato, una persona di cui (non) si fida.

Post factum. "Dopo il fatto", cioè dopo che l'evento è accaduto; retroattivamente, tardivamente.

Post scriptum (PS). "Dopo ciò che è scritto" o "Dopo ciò che è scritto", un poscritto alla fine della lettera.

Pro e contro. Pro e contro.

Prosi! Alla vostra salute! Saluti!

Qualis rex, talis grex. Come è il re, così è la folla. proverbio latino. mer Che pop, così è la parrocchia.

Qui non labōrat, non mandūcet. Chi non lavora, non mangi. 2 Paolo a Tessalonicesi 3:10.

Qui pro quo. Uno invece dell'altro, cioè confusione di concetti, confusione; malinteso.

Quia nomen leo. Perché sono chiamato leone. Parole dalla favola di Fedro. Leone e asino condividono la preda dopo la caccia. Il leone ha preso per sé un terzo come re degli animali, il secondo come partecipante alla caccia e il terzo perché è un leone.

Quídquid agís, prudénter agás et réspĭce fine. Qualunque cosa tu faccia, falla in modo intelligente e provvedi al risultato. Atti di Roma.

Quo Vadis? Dove stai andando? Camouflage in arrivo? Il Vangelo di Giovanni; le parole con cui Pietro parlò a Gesù.

Quod erat demonstrandum (qed). Q.E.D. La formula tradizionale per completare la dimostrazione.

Quod licet Jovi, non licet bovi. Ciò che è lecito per Giove non lo è per un toro. proverbio latino.

Repetitio est mater studiorum. La ripetizione è la madre dell'apprendimento. proverbio latino.

Salus popli - suprēma lex. Il benessere del popolo è la legge suprema. Cicerone, “Sulle leggi.

Salus popŭli suprēma lex. Il benessere del popolo è la legge suprema. Cicerone, Sulle leggi.

Sapere aude. Decidi di essere saggio. Orazio, "Messaggi".

Sapienti si sedette. Per una comprensione sufficiente<того, что уже было сказано>... Tito Maccio Plauto, "Pers."

Scienza est potente. Sapere è potere. Un aforisma basato sull'affermazione di F. Bacon nel New Organon.

Scio me nihil scire. So di non sapere nulla. Traduzione in latino delle parole di Socrate, citate nell'opera di Platone "Apologia di Socrate".

Sempre homo bonus tiro est. Una persona per bene è sempre un sempliciotto. Marziale.

Sero venientĭbus ossa. Chi arriva in ritardo (cioè in ritardo) ha le ossa. proverbio latino.

Sic transit gloria mundi. Così passa la gloria mondana. La frase con cui si rivolgono al futuro Papa durante la sua elevazione a questo grado, mentre bruciano davanti a sé un pezzo di stoffa in segno dell'illusione dell'esistenza terrena.

Sine ira et studio. Senza rabbia e attaccamento. Tacito, Annali.

Sint ut sunt aut non sint. Lascia che rimanga così com'è, o per niente. Le parole di papa Clemente XIII all'inviato francese nel 1761 in risposta alla richiesta di modificare lo statuto dell'ordine dei Gesuiti.

Sit tibi terra levis (STTL). "Ti sia facile la terra", sia per te in pace la terra (forma abituale degli epitaffi latini).

Siediti venia verbo. Sia permesso dire; se posso dirlo. Unità fraseologica latina.

Solus cum solā non cogitabuntur orāre "Pater noster". Un uomo e una donna soli non penseranno di leggere il Padre Nostro. La fonte originale non è stata stabilita; trovato in W. Hugo, "Cattedrale di Notre Dame", "Les Miserables".

Status quo. "La posizione in cui", la posizione attuale; uptr. anche nel significato "Posizione precedente".

Sub rosa. "Sotto la rosa", di nascosto, di nascosto. La rosa era l'emblema del mistero presso gli antichi romani. Se la rosa era appesa al soffitto sotto la tavola del banchetto, allora tutto ciò che si diceva “sotto la rosa” non doveva essere divulgato.

Sotto specie aeternitatis. "Sotto le spoglie dell'eternità, sotto la forma dell'eternità"; dal punto di vista dell'eternità. Un'espressione dell'Etica di Spinoza, che dimostra che "è nella natura della ragione comprendere le cose sotto una qualche forma di eternità".

Sublatā causa, tollĭtur morbus. Se la causa viene eliminata, anche la malattia passerà. Attribuito al medico greco Ippocrate.

Suum cuique. A ciascuno il suo, cioè a ciascuno ciò che gli appartiene di diritto, a ciascuno secondo i suoi meriti. La posizione del diritto romano.

Temerĭtas est fiorentis aetātis. La frivolezza è caratteristica di un'età fiorente. Marco Tullio Cicerone.

Terra incognita. Terra sconosciuta. Trasferito. qualcosa di completamente sconosciuto o inaccessibile, area incomprensibile.

Tertium non datur. Il terzo non è dato; non c'è un terzo Formulazione di una delle quattro leggi del pensiero - la legge del terzo escluso - nella logica formale.

Trahit sua quemque voluptas. Tutti sono attratti dalla sua passione (Publius Virgil Maron, "Bucolics").

Transeat a me calix iste. Passi da me questo calice (Matteo 26:39).

Tu vivere bonos, scribendo sequāre perītos. Segui le persone di buona mente nel tuo modo di vivere, segui le persone buone nelle scritture (la fonte originale non è stata stabilita; si trova in JB Moliere, "Annoyance for Love").

Ultĭma ratio regum. "L'ultimo argomento dei re", l'ultima risorsa dei re. L'iscrizione sui cannoni francesi, eseguita sotto Luigi XIV per volere del cardinale Richelieu.

Ultra posse nemo obligatur. Nessuno può essere obbligato oltre le sue capacità. Norma legale.

Urbi et orbi. “La città (cioè Roma) e il mondo”; al mondo intero, al mondo intero, a tutti ea tutti. Le parole incluse nell'adottato nel XIII-XIV secolo. la formula della benedizione del Papa neoeletto a capo della Chiesa cattolica per la città di Roma e per il mondo intero, e divenne la formula per la benedizione del Papa a tutto il mondo cattolico nei giorni festivi.

Vademecum. Vieni con me, vademecum. Il nome tradizionale per guide e libri di consultazione che fungono da compagno costante in qualsiasi cosa.

Vae vittima. Guai ai vinti. Durante l'assedio di Roma da parte dei Galli, gli abitanti della città dovettero pagare un riscatto di mille libbre d'oro. Sulla bilancia dove stavano i pesi, un Gallo posò la sua pesante spada, dicendo: "Guai ai vinti". Tito Livio, Storia.

Veni, vidi, vici. Sono venuto, ho visto, ho vinto. Secondo la testimonianza di Plutarco nella Biografia comparata, con questa frase Giulio Cesare raccontò al suo amico Aminzio della vittoria nella battaglia di Zele.

Veto. "Vieto"; divieto, veto. Porre il veto alla decisione di qualcuno significa sospenderne l'esecuzione.

Vim vi repellere licet. La violenza può riflettersi con la forza (una delle disposizioni del diritto civile romano).

Virtūtem primam esse puta compescĕre linguam. Si consideri la prima virtù come la capacità di frenare la lingua (un detto dalla raccolta "Distici morali per un figlio" di Dionisio Catone).

Vita sine libertāte nihil. La vita senza libertà non è nulla (la fonte originaria non è stata accertata; si trova in R. Roland, "Contro il fascismo italiano").

Vivĕre est cogitāre. Vivere è pensare. Cicerone, Conversazioni di Tuskulan. Il motto di Voltaire

Vivĕre est militare. Vivere è combattere. Seneca, Lettere.

Volens nolens. Che ti piaccia o no, volenti o nolenti.